FAREMO UNA BRUTTA FINE !!!!!

  FAREMO UNA BRUTTA FINE !!!!!

FAREMO UNA BRUTTA FINE !!!!!

 Farete una brutta fine perché siete una roba inqualificabile” .

 Il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando avrebbe minacciato così, in un fuori onda, un giornalista  dando prova di una inaccettabile aggressione alla libertà di informazione e un tentativo di intimidire la redazione di Primocanale che il giornalista lì rappresentava.

Il comprensibile nervosismo è forse motivato dal fatto che il giornalista si sia rivolto subito all’assessore Raffaella Paita , provvidenzialmente scomparsa dal giorno dell’alluvione per opportunità mediatiche legate alle primarie del suo partito?


Tutti sanno che l’assessore regionale all’ambiente e alla protezione civile sia l’”unica” candidata (a detta di Miceli) sponsorizzata proprio da Burlando, alle primarie del PD per le elezioni a futuro Governatore della Regione e bene non avrebbe fatto legare la sua immagine alla mancata allerta e alle mancate misure di prevenzione che ne conseguivano.

Oppure il nervosismo era motivato dal fatto che il giornalista avesse chiesto al governatore  conto dello spostamento improvviso di una conferenza stampa dalla sede regionale  a un’altra, per sfuggire agli operatori economici che stavano manifestando la loro rabbia proprio sotto le finestre della Regione stessa?

Certo è che la frase “farete una brutta fine” potrebbe ricordarci qualche romanzo di Camilleri o di Sciascia di altri tempi e non certo la civile, democratica e progressista Liguria degli anni 2014.

Una cosa è comunque vera.

Noi liguri faremo una brutta fine, se non ci sveglieremo da questo sonno profondo che ci sta annebbiando la mente.

Faremo una brutta fine, e questo molti cittadini l’hanno già potuto provare sulla loro pelle, se non apriremo finalmente gli occhi su chi ha la responsabilità del malgoverno di questa nostra Regione.

Non è questa un’analisi faziosamente politica perché è incontestabile che in Liguria non ci si è fatti mancare nulla: dalle vicende di Scajola e della Gasco di Forza Italia a quelle delle spese pazze regionali della Fusco e  della Piredda dell’Italia dei valori, poi il Sel, la Lega e il Pd, per non parlare della disinvoltura e del permissivismo di qualsiasi colore, con cui per decenni si sono consentite cementificazioni, anche quando, non solo le precauzioni dettate dalle leggi ma la semplice logica l’avrebbe dovuto impedirle.

Eppure noi liguri, troppo poco attenti, li abbiamo lasciati fare, un po’ pigramente, un po’ opportunisticamente.

Abbiamo chiuso gli occhi, mentre gli interessi del profitto speculativo divoravano il nostro territorio.

 Faremo una brutta fine se anche adesso non li apriremo per informarci, se non rifletteremo attentamente proprio cominciando dalle vicende legate alla massima autorità regionale: il Governatore Burlando.

 Burlando dal 1990 al 1993 Sindaco di Genova, (due alluvioni), dirige in realtà la politica della Liguria  da  circa  trent’anni, facendo l’ assessore ai trasporti, il vicesindaco, il sindaco (nel 1993 fino all’epoca del suo arresto e quando fu assolto diventò ministro alle infrastrutture) fino a che, nel 2005 non diventò Governatore.

Sarà difficile per un cittadino ligure ritenerlo estraneo a quanto è successo in Liguria e soprattutto a Genova in tutti questi anni, dove peraltro sono stati anche arrestatidue vicepresidenti della sua Giunta e gran parte dei politici presenti in regione sono indagati o agli arresti domiciliari.

Mentre la Regione con un territorio reso fragile dalla continua cementificazione, dall’inarrestabile consumo e degrado territoriale subiva quattro alluvioni devastanti, la sua giunta varava “il più devastante Piano casa d’Italia”, il cui redattore veniva arrestato per vicende ancor più eticamente inaccettabili legate alla corruzione.


Fu Burlando dalla regione a sostenere il progetto di nuovi porticcioli turistici, tra cui quello di 1000 posti  sul fiume Magra (proprio quello  straripato più volte con danni incalcolabili, ma che non ha impedito alla Giunta ligure di concedere la costruzione di un grande centro commerciale pur conoscendo i rischi alluvionali della zona) e quello di Imperia,  personalmente voluto da Scajola e che insieme inaugureranno, poco prima che lo stesso porto diventasse oggetto di scrupolose indagini della Procura con gli inevitabili, conseguenti arresti.

Noi liguri faremo una brutta fine se continueremo a credere, ancora una volta, alle promesse del giorno dopo, di chi si appresta con arroganza e sicurezza a governare per altri lunghi anni.

Chi elabora calcoli elettorali nelle segreterie di partito , senza minimamente tenere conto del disastro soprattutto ambientale, legato al dissesto idrogeologico per le facili concessioni edilizie, alla penosa politica sui rifiuti che si appresta a diventare merce di scambio con il centro destro per qualche poltrona, per la fallimentare politica energetica che molto ha a che fare con le mancate tutele nei confronti dei cittadini.

Le indagini delle procure si moltiplicano nel nostro territorio ligure e talvolta prendono strade che neanche avremmo osato immaginare.

Ma chi governa continua a fare promesse, le stesse fatte troppe volte, fidandosi della scarsa memoria dei cittadini ma anche dell’annebbiamento intellettivo. Le ultime furono quelle del 2011, quando non solo si poteva e doveva fare di più sui lavori sul Ferregiano o sul Bisagno, ma anche quando si destinavano fondi da  spendere per i danni e non è stato fatto.

Non è più tempo di credere a chi ha dato prova di amministrare un territorio facendosi promotore di una politica cementificatoria, dissennata, colpevole di quello che oggi subiamo.

Faremo una brutta fine se non capiremo quanto questo modo di fare politica in Liguria, spesso senza una vera opposizione, con intese su interessi che nulla hanno a che fare col bene pubblico, dove ci si serve della carica che si ricopre anche per comprarsi mutande, viaggi, profumi o vini pregiati o per chiedere tangenti per questo o quel progetto edilizio, o non accorgersi di chi fa finta di fare sopralluoghi alle strade o far lavorare questa o quell’impresa, debba essere mandata a casa.

Faremo una brutta fine se non capiremo che chi ha governato Genova e la Liguria ha la responsabilità di quello che è successo fino a oggi e che la classe politica ligure dovrà essere rigenerata tutta.

Non dobbiamo più permettere a chi ci governa di pensare che ci siamo arresi all’indecenza, che ci faremo infinocchiare nuovamente dall’ennesima farsa.

Non dobbiamo permettere che si pensi di poter intimidire l’informazione, sia essa venga da una tv, da un quotidiano o da un blog, perché nessuno si deve sentire “intoccabile”, nascondendosi dietro il buon senso o la democrazia.

Buon senso e democrazia nulla hanno a che fare con menzogne o intimidazioni.

ANTONIA BRIUGLIA

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