Esodo giovanile da Savona: tra difficoltà lavorative e sogni oltreconfine

Negli ultimi anni, un numero sempre crescente di giovani savonesi ha scelto di lasciare la Liguria e l’Italia per cercare opportunità lavorative o formative all’estero. Secondo i dati più recenti dell’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), oltre 33.000 cittadini savonesi risultano oggi iscritti all’estero, rendendo Savona la seconda provincia ligure per emigrazione, subito dopo Genova.
Dal 2016, circa 7.677 savonesi hanno lasciato la provincia, una tendenza che si è intensificata dopo la pandemia. Il fenomeno riflette un disagio profondo che coinvolge le nuove generazioni, le quali spesso non riescono a trovare un’occupazione adeguata alla propria formazione scolastica o universitaria. I dati mostrano che, su una popolazione provinciale di circa 267.000 abitanti, il 12,4% ha deciso di trasferirsi all’estero, un numero che racconta le difficoltà economiche e sociali che molte famiglie affrontano quotidianamente.

Le cause dell’esodo: opportunità, salari e sogni infranti
L’insoddisfazione verso il mercato del lavoro locale, che offre salari spesso bassi e poca corrispondenza tra qualifiche e ruoli disponibili, è uno dei motivi principali che spingono i savonesi a cercare fortuna altrove. Le opportunità limitate in settori innovativi, un tessuto economico poco dinamico e la carenza di investimenti in formazione sono ostacoli difficili da superare per chi aspira a una carriera stimolante e ben retribuita. Molti giovani si trasferiscono in Paesi europei come Germania, Regno Unito o Spagna, oppure optano per mete oltreoceano come Stati Uniti e Canada, attratti da offerte di lavoro e opportunità di carriera più soddisfacenti.

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Il fenomeno si accompagna a un cambiamento demografico allarmante: mentre i dati nazionali registrano un aumento delle partenze tra persone over 40, le emigrazioni dei giovani sotto i 30 anni sono in lieve calo. Tuttavia, in Liguria, i giovani sembrano rappresentare ancora una quota consistente di questa “fuga dei cervelli”, portando con sé competenze e idee che, diversamente, potrebbero contribuire allo sviluppo locale.

Le conseguenze sulla comunità locale
L’impatto di questa emigrazione massiccia si riflette non solo nelle statistiche, ma anche nel tessuto sociale di Savona e della Liguria intera. Ogni giovane che se ne va rappresenta un investimento perduto per il territorio: le spese sostenute dalle famiglie e dallo Stato per la formazione scolastica e universitaria svaniscono in assenza di un ritorno economico e sociale per la comunità. L’assenza di giovani qualifica anche le piccole e medie imprese locali, che faticano a trovare nuove energie e competenze.
Inoltre, l’esodo provoca una graduale desertificazione delle città, che invecchiano progressivamente senza un ricambio generazionale. I giovani, infatti, sono spesso i principali promotori di iniziative culturali, progetti di volontariato e nuove forme di imprenditorialità. La loro assenza priva il territorio di idee fresche, di innovazione e della capacità di adattarsi ai cambiamenti globali.

Possibili soluzioni per fermare l’esodo
Per arginare questo esodo, è necessario che le istituzioni locali e regionali adottino politiche mirate. Alcune iniziative potrebbero includere:
1. Incentivi per l’occupazione giovanile: creare programmi di formazione e tirocini che mettano i giovani in contatto con il mondo del lavoro locale, offrendo incentivi fiscali alle aziende che assumono neolaureati e diplomati.
2. Investimenti in settori strategici: puntare su industrie ad alto valore aggiunto, come il turismo sostenibile, le energie rinnovabili e la tecnologia, per diversificare l’economia e creare posti di lavoro qualificati.
3. Sostegno all’imprenditorialità giovanile: facilitare l’accesso ai finanziamenti per startup e piccole imprese, aiutando i giovani a costruire il proprio futuro sul territorio.
4. Rientro dei talenti: proporre programmi di rientro per i giovani liguri all’estero, offrendo incentivi per coloro che desiderano tornare e contribuire al territorio con le competenze acquisite.
Affrontare questo fenomeno significa non solo risolvere una crisi demografica ed economica, ma anche ripensare la relazione tra il territorio e i suoi giovani.

Italo Armenti

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One thought on “Esodo giovanile da Savona: tra difficoltà lavorative e sogni oltreconfine”

  1. Certamente aver costruito gli ecomostri Crescent sulle aree industriali, quelle aree che avevano fatto Savona la seconda citta’ d’Italia per ricchezza pro capite, ha di fatto distrutto ogni possibilita’ di sviluppo alla città’
    Non ci resta che ringraziare l’ex sindaco Ruggeri di questo dono !

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