Emergenza emigrazione

 
EMERGENZA IMMIGRAZIONE
NON AFFIDATA AI POLITICI MA A CHI COMPRENDE
IL VERO SIGNIFICATO DELL’IMMIGRAZIONE

EMERGENZA IMMIGRAZIONE

NON AFFIDATA AI POLITICI MA A CHI COMPRENDE

IL VERO SIGNIFICATO DELL’IMMIGRAZIONE

Emergenza immigrazione e sicurezza dei cittadini. Sembrano queste le parole magiche che si stanno giocando e si giocano nelle battaglie attuali e future, avendo assistito fino ad oggi a diverse valutazioni da parte dei politici, degli addetti ai lavori e dall’attuale Ministro e governo.

Non possiamo non accorgerci che siamo difronte a un dramma mondiale, a una soluzione esplosiva davanti alla quale non si può  chiudere gli occhi e fare finta di non vedere, non si può continuare a vivere nel proprio egoismo.


Dobbiamo renderci conto che tutti abbiamo pari dignità e che essendo l’Italia un paese democratico e di diritto, non possiamo cercare la nostra felicità sulla morte e la disperazione degli altri.

La colpa e gli errori di chi ci ha governato (sia destra che sinistra) non può ricadere su questi poveri cristi. Ci sono dei principi e dei valori universali, che dobbiamo rispettare, che stanno a monte e al di sopra di tutti noi, altrimenti senza il rispetto di questi principi siamo paragonabili a  ‘’bestie ‘’.  

Alcuni, nei vari dibattiti invocano anche l’uso delle armi da parte dei cittadini, probabilmente sognando un nuovo Far West dove impiegati e casalinghe possano liberamente circolare con cappellacci e Colt 45 appese alla cintura.

Come sempre la sinistra evita accuratamente di approfondire il problema per non apparire troppo forcaiola o troppo garantista verso i potenziali elettori, mentre il centro-destra, a parte la Bossi-Fini, non sembra più in grado di formulare nuove proposte su un tema  cosi importante.

I soli ad esprimere, con proposte costruttive oltre la legittima preoccupazione verso i propri uomini esposti anche per la carenza degli organici, sono stati i Questori e i Prefetti. Non ha parlato di repressione ma di prevenzione, non hanno invocato poteri speciali per i loro uomini ma, un aumento degli agenti a disposizione per ridurre esponenzialmente l’emergenza esplosiva legata all’immigrazione, bensì  all’integrazione culturale degli stranieri.


Dobbiamo considerare l’immigrazione un dato di fatto a cui porre rimedi oggettivi e non barriere di filo spinato, vista l’impossibilità di blindare le nostre coste e avendo ben chiaro che l’esodo di clandestini potrà assumere, e forse li ha già assunti, toni da esodi biblici.

La vera partita si giocherà su due fronti, il primo quello dell’integrazione, il secondo è legato alla crescita economica dei paesi sottosviluppati.

L’integrazione è necessaria se non vogliamo che gli immigrati finiscano i loro viaggi della speranza fra le braccia della malavita organizzata come solo mezzo si sopravvivenza, l’integrazione non significa sfruttare gli stranieri con il lavoro nero, o affittare loro locali più simili a topaie a prezzi esorbitanti, ma fare in modo che capiscano ed accettino le regole del paese che li ospita, senza per questo rinunciare alla loro cultura, ma integrandola. Il colossale business dell’immigrazione è per pochi (e di questi pochi, moltissimi sono italiani), è in grandissima espansione e diventa sempre più pericoloso perché legata alle diverse organizzazione malavitose.


 

Occorrono rimedi immediati e trasparenti con un piano di aiuti allo sviluppo dell’ormai quarto mondo, che non possono più essere bacini di bassa mano d’opera o pattumiere per ogni sorta di rifiuti.

Altrimenti senza rimedi dobbiamo prepararci tutti ad affrontare durissimi anni dove, o avverrà un effettivo cambiamento delle condizioni di vita, o si arriverà ad un muro contro muro dai risultati devastanti.

Non dimentichiamoci mai delle ragazzine scagliate sui marciapiedi ad uso e consumo della società progredita, non dimentichiamoci dei braccianti di colore costretti a lavorare in condizioni simili ai loro antenati di  200 anni fa. Senza dimenticare le ragazze italiane violentate, gli anziani rapinati, le mille tragedie legate all’immigrazione clandestina.

Ma non dimentichiamo gli assenti ingiustificati in questa situazione ricordando che si può discutere di ‘’ius soli‘’ o ‘’genitore 1 e 2‘’ ma in questo momento e in questo clima i temi prioritari, i problemi altri, molto più impegnativi e delicati.

Servono a poco e niente tutte queste recenti passarelle se non per innescare stupide e sterile antipatiche  polemiche, perché prima o poi sarete presi a pesci in faccia.

Anche le organizzazioni umanitarie devono cambiare registro e guardare meglio cosa accade sulle strade, sia di giorno che specialmente di notte e la Chiesa che con qualche piatto di minestra regalato ai poveri pensa di assolvere i suoi compiti di carità.

Cominciamo da questa nostre seppur disastrate città a fare qualcosa: i sindaci creino un task-force sull’immigrazione, senza alcun gettone di presenza  e la affidino a persone, ce ne sono tante, che hanno dimostrato di guardare concretamente ai problemi degli emarginati lasciando perdere la politica; se queste persone accettassero, (sicuramente accetteranno) la responsabilità di un compito così gravoso siamo certi che potrebbero senza alcun dubbio dirigere un piano di lavoro in grado di cambiare volto all’emergenza immigrazione. E non dubitino i signori Sindaci, molti cittadini sono pronti ad aiutare senza pesare sui bilanci comunali.

 Molti cittadini di qualunque parte d’Italia hanno dimostrato di saperlo fare e quindi i politicanti e i tuttologi la smettano di invocare intolleranza per carpire qualche voto, dimostrino per una volta che sanno stare in silenzio davanti alle cose che non riescono a comprendere.

Sappiano che le divisioni sono l’inizio dei conflitti e nei conflitti tutti escono con le ossa rotte.

PAOLO ALDO PERINO

 

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