Elezioni

Per chi votano i calabresi che “contano”?
Il centro-destra è favorito. E Albenga…

Per chi votano i calabresi che “contano”?
Il centro-destra è favorito. E Albenga…

Savona –  Non è un mistero. Anche se forse sono in pochi a saperlo. E la risposta l’avremo, forse, dopo lo spoglio dei voti ed la conta delle preferenze. Si può vincere, soprattutto sul fronte dei “voti personali”, se i “clan” ti danno una mano. E’ accaduto in passato, senza scandalo.  Non è un reato avere proseliti tra i “capi” in grado di “controllare” qualche centinaia di voti.

L’abbiamo annunciato domenica scorsa. Abbiamo ascoltato il parere (molto confidenziale) di una quindicina di avvocati, sparsi sul territorio della provincia, che per la loro attività hanno il “polso” negli ambienti immigrati di origini calabresi, campane, napoletane, siciliane.

Moltissimi sono all’onore del mondo, ma non mancano le vecchie e nuove conoscenze con la fedina penale che ha qualcosa da “raccontare”. C’è chi è uscito di scena e chi la “scena”, seppure dietro le quinte, con l’esperienza di vita, continua  a mantenerla. Parliamo di quel variegato mondo opaco che muove pur sempre i mille rivoli dell’illegalità. Prestiti ad usura, ricettazione, lavoro nero, rapporti con famiglie in odore di mafia, ‘ndrine, camorra che dettano legge, assai più rispettata, in alcune regioni d’Italia.

Con un paio di eccezioni, scaturisce la conferma  che il “fenomeno” del “voto del malaffare” non è nuovo, né inedito. Alcuni “nomi eccellenti” – pur senza cadere nell’errore di considerare radicata e ramificata la presenza mafiosa/criminosa nel savonese– ci sono e sono assai attivi. A Varazze, nella zona di Celle, soprattutto nel circondario di Savona.

Quattro o cinque nomi, stando al parere di questi legali, sono in grado di “veicolare” sul candidato prescelto fino a 500- 600 preferenze.

Una rete di passaparola formidabile, già sperimentata in passato. C’è chi ricorda, ad esempio, una candidata che alla vigilia veniva data per  “sconosciuta” ed ha sorriso al “brillante” risultato di tante preferenze. Aveva potuto conquistare anche un ruolo istituzionale.

Che colpa ne aveva se qualcuno, per lei, era stato bravo a rivolgersi alla persone giunte, accomunate in clan che potevano vantare elettori già di una certa età, ma anche giovani?

E cosa succede in questa campagna di spendaccioni, anche se con ammirevoli eccezioni? Nove dei 15 avvocati non hanno  grandi dubbi. I beneficiati potrebbero essere due, tre candidati del centro destra ed uno del centro sinistra.

Nessun azzardo, ovviamente, ad ipotizzare voto di scambio. Ma se i “capi”, riconosciuti tali in un discreto contesto, invitano a votare per…qualcuno glielo avrà pure chiesto. Chi si incarica di prendere contattati?

Si dice che la criminalità, soprattutto dove è ramificata ed organizzata in alcune zone d’Italia, controlli pure il voto. In qualche caso sono emerse conferme sul fronte di indagini penali. Perché dovrebbe sottrarsi a questa “logica” la nostra provincia?

A Savona bisogna risalire ai tempi del teardismo (fine anni ’70 e primi anni ’80), oppure a quella bellissima lista di candidati dell’estrema destra a Borghetto dove l’allora “mala” cittadina (soprattutto nuclei immigrati dal Sud) era salita alla ribalta grazie ad alcuni “candidati” con precedenti penali neppure sconosciuti.

Il centro destra, sempre ad ascoltare le fonti, gode il favore di comunità calabresi e siciliane anche nella zona di Pietra Ligure, Loano, Borghetto, Ceriale, Albenga, Alassio, entroterra. Una sorpresa sarà, invece, il voto della comunità “napoletana” che in passato veniva indicata sul fronte della sinistra. Potrebbero esserci della novità.

Se a Savona e nel levante spiccano una manciata di nomi di famiglie, note alle aule giudiziarie e agli inquirenti, in grado di convogliare ed indirizzare; nel ponente la realtà pare più articolata.

Ad Albenga si sarebbe concentrata una particolare attenzione di famiglie campane e siciliane verso alcuni candidati di centro destra, in particolare alle comunali. E pensare che un tempo, il sindaco “rosso” Angioletto Viveri, si ritrovò coimputato (poi assolto, un altro caso finito in prescrizione, amnistia per una terza imputazione) con l’allora popolare “zu Pietro”, ovvero Pietro Nalbone.  

Oggi ad occupare le cronache è stato Antonino Messina, una lunga scia alle spalle. In un piccolo centro, del resto, si conosce quasi tutto di tutti. E forse qualche imbarazzo l’ha provocato.  Vedremo i risultati.

I tempi sono cambiati. Le tecniche si sono raffinate, anche in questo “mercato” del dare e dell’avere, o del promettere. Ci sono gli “ambasciatori”. Gli intermediari.

Le stesse fonti ammettono che con gli attuali “clan” più rappresentativi ed attivi, restano favoriti esponenti del centro destra. Si fanno nomi.

Le urne qualcosa di più potrebbero svelare. Ai seggi gli scrutatori più accorti, non da oggi,  riescono a “leggere”. E soprattutto manco a dirlo chi sa tace e questi “segreti” solitamente vengono ben custoditi.

R.T.

 

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