E’ tutto un Carnevale [Il Flessibile]

Parlerò del Martedì Grasso.
Non per questo dovrò essere tacciato di body shaming.
Lo dico giusto per mettermi a vento: perché le tradizioni restano quelle, da secoli, ma l’ignoranza galoppa, soprattutto in questo primo scorcio di millennio.

Il Carnevale di quest’anno mi richiama all’antico quando tutti, dall’imperatore al giullare, si travestivano per bagordeggiare prima di dedicarsi al digiuno quaresimale.
E siccome la Terra è un pianeta fantastico, gli spunti di riflessione non mancano poiché – prepariamoci – ci saranno maschere che non verranno dismesse.

Comincia la sfilata dei carri; non mi trovo a Venezia né a Viareggio e tantomeno a Rio de Janeiro.
Sono ovunque, nelle piazze, per le strade, nelle campagne o sui mari, nei deserti o sui ghiacciai eterni; mi appaiono interpretazioni magistrali di uomini e donne mascherati.

Sul carro d’apertura, quello sudamericano, un tizio dalla lunga chioma danza un tango argentino,sventola una motosega come fosse una ballerina e c’è di più: va incredibilmente a tempo e la gente ride di gusto.

(applausi)

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Segue il carro europeo con numerosi personaggi accompagnati dal suono di un valzer viennese.
La figura più in evidenza è una donna col capello lungo, il tacco 12 e un costumino succinto, regala finte borse firmate: la gente ride di gusto.

(applausi e cotillon)

Subito dopo giunge un carro dall’oriente, in sottofondo una marcia lenta e inesorabile.
I personaggi sono fermi, appaiono simili a statue di cera e sono vestiti tutti alla stessa maniera, come in divisa.
La gente lancia loro generi ortofrutticoli e questi niente, anche quando i pomodori ne colpiscono i volti, rimangono impassibili e proseguono il percorso.

(applausi e schiamazzi)

Ed ecco finalmente il carro americano a stelle e strisce, dominato da un gigantesco Vecchio Testamento aperto, quale ombrello in caso di pioggia.
Sotto il librone un uomo tutto dorato che balla musica tech-house; al suo fianco c’è un tipo che ricorda Jim Carrey nel film The Mask, distribuisce dollari alla folla che sbraita e si accapiglia.
Poco dietro una biondina, vestita in un costume mal forgiato, canta con un forte accento romanesco la rivisitazione del grande classico The lady is a Trump.

(applausi, schiamazzi, ricchi premi e cotillon)

Chiude la sfilata un carro su cui non c’è nulla e nessuno, completamente nudo di addobbi.
Solo un cartello con la scritta For Sale e a fianco il disegno di una piccola palma.
La gente ignora, si sta ancora accapigliando per raccogliere le banconote e non si accorge di nulla.
Un uomo, vestito di bianco, osserva tutto quanto dalla stanza di un ospedale. Con le poche forze rimaste grida in silenzio.

Marzo 2025: ho come la sensazione che il carnevale non si concluderà col Martedì Grasso.
Proseguirà a lungo e la gente continuerà a fare festa.
Così è scritto.
Amen.

Dario B. Caruso da Corriere AL

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