E LA CHIAMANO LIBERTA’

Io credo, con Immanuel Kant, che la libertà consista in quella legge universale secondo la quale la volontà di ciascun soggetto razionale ha il diritto di perseguire i propri fini ma tenendo conto dello stesso diritto che appartiene agli altri soggetti razionali agenti nella società umana governata da leggi condivise – cioè da costituzioni –  altrimenti detta “polis” in greco, e “civitas” in latino.

Questo significa che il diritto  alla libertà che spetta a ogni uomo in quanto tale (e che è, tra l’altro, condizione necessaria alla morale) non è soggettivo, individuale e arbitrario, ma trova il suo limite nel rispetto dovuto allo stesso diritto innato alla libertà degli altri appartenenti alla polis. Ragione per cui non ha senso pretendere la libertà per me negando quella degli altri. O meglio, un senso ce l’ha, ma non si chiama più libertà, si chiama, appunto, arbitrio, prepotenza, egoismo, sopraffazione, violenza, legge della giungla o del più forte…Per questo motivo mi chiedo da tempo – come sanno i lettori di “Trucioli savonesi”- quale libertà invochino i manifestanti che sfilano ogni sabato per le vie e le piazze della nostre città, gridando slogan del tipo “Draghi vaffan…” (copyright Beppe Grillo), “No Green Pass”, “Giornalisti terroristi”, “Norimberga, Norimberga”, “Dittatura sanitaria”, “La gente come noi non molla mai” sinistramente simile al grido di battaglia “Boia chi molla” dei neofascisti  del secondo dopoguerra, agitando cartelli con svastiche o addirittura ostentando la stella gialla simbolo dei prigionieri ebrei nel lager nazisti – geniale trovata dell’ex leghista, ora espulsa anche dal parlamento europeo – Francesca Donato. Per quanto mi riguarda, questi miei concittadini che non vogliono vaccinarsi o che, anche se vaccinati (pentiti?), rifiutano categoricamente il Green Pass obbligatorio o, in alternativa, il tampone,  considerandoli  vili e infami (Diego Fusaro dixit) marchingegni per discriminare i non vaccinati,  hanno certamente il diritto di manifestare, ma non di insultare persone che portano sul loro corpo e nella memoria  il segno indelebile della discriminazione razziale nazista perché ebrei.

Fabio Tuiach

Su queste cose nessuno ha il diritto di scherzare;  d’altro canto chi può arrogarsi un simile diritto  se non un negazionista della Shoah o chi è privo di qualsiasi nozione di storia contemporanea nonché di quale che sia principio morale? D’altronde non è un mistero che la narrazione complottista, negazionista e antisemita è quella che fa più presa sul movimento no vax; ne fa fede – tra altri improbabili Masanielli tipo il pugile triestino Fabio Tuiach, ex consigliere al Comune triestino prima per la Lega, poi per Forza Nuova e infine nel gruppo misto, noto per le sue sortite “fuori dal coro”  sugli omosessuali, sui femminicidi, su Stefano Cucchi, su Maometto e per la sua incongrua dichiarazione di non voto per il conferimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre (si è sentito offeso perché la senatrice a vita ha detto che Gesù era un ebreo) – la consigliera al XII municipio romano, ex M5S, ora vicina a Rinascimento di Vittorio Sgarbi e candidata al Campidoglio in sostegno al “povero” candidato sindaco del centro destra, l’esperto di storia romana,  oltre che antisemita di complemento  e gaffeur Enrico  Michetti.

Diego Fusaro

Intendo parlare di Francesca Benevento, nota per le sue teorie cospirazioniste e per le sue brillanti  idee  riguardo alle responsabilità  degli ebrei per la situazione in cui ci troviamo: “La pandemia è stata pianificata per decenni, tutto è stato orchestrato con frodi di massa, corruzione globale,  censure senza precedenti ed estrema corruzione nei media e nei governi”. E anche: “Speranza è un ebreo che risponde agli ordini dei suoi padroni di origine ebraica, quelli che hanno creato la dittatura sanitaria in Israele, e ora  vogliono fare lo stesso da noi”. Nei suoi post su Facebook la candidata no vax  ha voluto esporre la sua teoria sul Covid-19 e sugli ebrei: “Dietro tutto quello che stiamo vivendo c’è Mc Kinsey, che ha formato sia l’ebreo askenazita Speranza che il ministro Colao. Anche Bill Gates sta giocando sporco: ha venduto l’antivirus per i computer e dopo aver creato i virus informatici, ora sta facendo lo stesso con il Covid. Fanno di tutto per spaventare la gente, si è creato un regime fascista e nazista, la gente teme il peggio e si fanno inoculare anche i veleni”.

Francesca Benvento

Avete capito, massa di pecoroni che credete ancora  nella scienza? Non vi siete accorti di vivere sotto un regime nazifascista? Svegliatevi! Ma al peggio, come si dice, non c’è mai fine; mi riferisco alla candidata in una lista di centrodestra o destracentro che dir si voglia (quando si dice le combinazioni!) alle comunali di San Mauro torinese, la professoressa (!) , che dal palco di una manifestazione di un “No paura day” a Torino ha avuto il coraggio, o meglio, la sfrontatezza di paragonarsi ad Anna Frank ”chiusa nella sua soffitta”, dimostrando una volta di più di che stoffa culturale ed etica sono fatti questi no vax e no green pass. Ma la rassegna degli oltraggi alla storia e alla memoria delle vittime della Shoah e delle accuse deliranti contro gli ebrei non finisce qui: nel corso di una manifestazione a Bologna contro il Green Pass, Gian Marco Capitani, leader dell’associazione no vax “Primum non nocere”, da un palco improvvisato ha arringato la folla che urlava “Libertà, libertà” e “No green pass” in questo modo: “Mi rivolgo a una donna che ricopre un seggio che non dovrebbe avere perché porta vergogna alla sua storia, che è Liliana Segre, che dovrebbe sparire da dov’è” , e questo perché Liliana Segre si è permessa di criticare chi nelle manifestazioni no vax paragona il nazismo al governo italiano che impone il passaporto sanitario per entrare nei luoghi di lavoro e negli altri luoghi dove si svolgono spettacoli ed eventi pubblici.

Manuela Bonafortuna

Tra le molte reazioni sdegnate a questo oltraggio alla senatrice a vita, faccio mia quella di Marco Steiner, presidente del comitato Pietre d’Inciampo, che ogni anno posa le formelle di bronzo in memoria dei deportati e uccisi nei campi di sterminio: “La nostra Presidente Onoraria, Liliana Segre, è stata oggi offesa in modo vergognoso da un personaggio che non conosciamo, ma del quale sono evidenti le origini. Gli insulti a una persona che ha subito la reale privazione della libertà, è segno di ignoranza, ma soprattutto di vigliaccheria”, io aggiungerei: “e di inciviltà”. A me pareva che con questo oltraggio alla senatrice a vita sopravvissuta alla Shoah si fosse arrivati a un  limite invalicabile, ma mi sbagliavo: “passo dopo passo” (per citare monsignor Carlo Maria Viganò) abbiamo dovuto assistere all’ oscena parata nella brumal Novara di quei miserabili no pass che sfilavano mascherati da prigionieri nei lager nazisti.

Marco Steiner

Passo dopo passo si è arrivati a superare il limite tra libera manifestazione di un qualunque pensiero e il reato di “negazione, grave minimizzazione e apologia della Shoah, o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra” (Art. 604 bis del codice penale). Ma l’incredibile (o forse no) è che i protagonisti di quella vergognosa messa in scena non sembrano rendersi conto della gravità del loro gesto; il sindaco di Novara si è rivolto agli organizzatori di quella infame e macabra parata, che tanto giusto sdegno ha suscitato in tutte le persone che non siano accecate dall’odio, a cominciare dalla senatrice Liliana Segre che ha inviato il seguente messaggio a chi presidiava il memoriale della Shoah a Milano: “Quella gente  è proprio fortunata perché ha potuto mimare la sofferenza senza viverla, non sa cosa hanno davvero sofferto coloro che sono stati prima esclusi, poi discriminati e infine annientati”; e poi nelle molte persone che hanno risposto all’appello della Comunità di Sant’Egidio e di quella ebraica di Novare e Vercelli perché  mostrassero l’ altro volto della città, invitandole a fare un passo indietro e a chiedere scusa.

Giuseppa Pace, detta Giusy,

La risposta di Giuseppa Pace, detta Giusy, l’infermiera che ha ideato quell’ignobile farsa, ora sospesa dell’ospedale in cui lavora, è stata la seguente: “Chiedere scusa? E’ il sindaco che deve farlo”, e un altro  “figurante” del corteo minimizza l’accaduto: “E’ stata una recita. Ma è servita a far passare il messaggio. Oggi siamo noi gli emarginati”. Intanto, messaggio o non messaggio, un fascicolo sul caso è stato aperto dal procuratore di Novara Giuseppe Ferrando. Al momento non ci sono indagati. Già, ma passo dopo passo dove andremo a finire?

 Fulvio Sguerso

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