Disuguaglianza e povertà

DISUGUAGLIANZA E POVERTA’

DISUGUAGLIANZA E POVERTA’

 

Oggi, forse a tanti italiani potrà interessare di più quanti migranti sono stati respinti in mare invece di sapere che nel nostro paese (secondo i dati Istat) oltre il 15% dei nostri con-nazionali vivono nella povertà.

Purtroppo quest’altra notizia non scandalizza più̀ nessuno, ormai fa parte del modo di vivere di una società̀ dove la disuguaglianza sociale dopo dieci anni di crisi economica e di politiche sociali inefficaci ha tra-sformato la vita di milioni di cittadini facendoli precipitare nella povertà più assoluta o che stanno per precipitarvi. Inoltre in questi anni non solo si sono impoveriti i singoli e le famiglie, ma anche le comunità hanno visto assottigliarsi i loro bilanci e si sono tagliati fondi e contributi destinati al sociale con il risultato di una forzata limitazione degli interventi delle associazioni volontaristiche che cercano di aiutare con ogni mezzo chi è in difficoltà, rendendo ancora più netta la disuguaglianza sociale ed economica italiana.

Tanto per non cambiare anche in questo settore il nostro Paese detiene il record negativo perché mentre nei paesi dell’Eurozona il reddito medio è diminuito di 1100 euro in Italia ha subito una diminuzione più che doppia, 2400 euro, e non crediamo che l’entrata in vigore del Rei (Reddito di Inclusione) sia una misura efficace di contrasto alla povertà, sia per il numero limitato degli interventi che per il finanziamento stanziato, è veramente come versare una goccia d’acqua nell’oceano. Per questo vorremmo che l’attenzione di chi ci governa affrontasse seriamente anche questo problema, perché quando circa 9 milioni di italiani vivono in grave deprivazione e disagio economico, credo non sia un aspetto di secondo piano, ma debba meritare un attento interessamento.

 


  

Oggi non solo la nostra società è cambiata, la stessa parola povertà ha assunto un altro significato; ieri il povero era quello che chiedeva l’elemosina all’angolo della strada o andava a mangiare alla mensa della Caritas, oggi è povero chi non arriva a fine mese, non riesce a sostenere spese impreviste, accumula arretrati nelle rate del mutuo, dell’affitto e delle bollette, non può permettersi neppure una breve vacanza, l’acquisto di un elettrodomestico o semplicemente dei beni di prima necessità senza contare le cure mediche se ci si ammala gravemente, e questa è una condizione che non riguarda solo i disoccupati o i pensionati al minimo, ma anche quelli che un lavoro ce l’hanno, ma con una retribuzione non sufficiente a sostenere le spese di cui necessitano.

 


 

Il problema serio di questa situazione che colpisce un ampio arco di società, è che non si arresta ed è in continuo aggravamento, perché oltre all’aumento dei nuovi poveri dovuto agli effetti della globalizzazione, a fallimenti e chiusure provocate dalla crisi, alla precarietà del lavoro, alle troppe tasse e al poco Welfare, aumenta l’intensità della povertà e si allarga la forbice del livello di disuguaglianza economica tra la stragrande maggioranza del paese e l’esiguo numero dei possessori della ricchezza nazionale, con la conseguenza che i poveri sono sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi. In questo desolante panorama ci chiediamo: quando assisteremo dal nuovo governo del “cambiamento” il varo di provvedimenti legislativi efficaci di contrasto alla povertà e alla diminuzione del divario socioeconomico per milioni di italiani? Ricordiamo che la povertà sottrae diritti e futuro a una parte rilevante di cittadini, vorremmo che questo non avvenisse, ma purtroppo, oggi nel nostro immediato futuro, di certo abbiamo solo un congruo aumento delle bollette di gas e luce da pagare!

 

Tomaso Minuto da Auser Savona

 

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