DISASTRI ALLUVIONALI, TRA CAMBIAMENTO CLIMATICO INDOTTO O NATURALE
Mi dispiace molto per le tante vittime delle alluvioni, ed in questo momento per quello che è successo a Valencia.
Anche qui a Cairo Montenotte (SV) ne abbiamo passato appena una, in cui personalmente abbiamo anche avuto danni a cose.
L’inquinamento atmosferico può essere certamente un aggravante, come soprattutto lo è il non prendersi più cura dello stesso anbiente dove viviamo, abbandonare boschi e zone rurali per costruire laddove sarebbe meglio non farlo.
Questo per vivere in alveari ed in zone pericolose, imbrigliare rivi e torrenti, intubarli, rinchiudere fiumi in argini laddove invece dovrebbero sfogare la propria forza naturale, non pulire boschi, letti di fiumi, non pulire tombinarure e soprattutto non costruire troppo vicino, come lungo le coste marine.
Nel passato l’essere umano conosceva il territorio e i fenomeni atmosferici, oggi si sente dire, “mai visto una cosa del genere in vita mia”, in parte può essere anche vero, in fondo la nostra vita media è circa di 75 anni ed è possibile veramente non vedere mai nella propria esistenza fenomeni del genere.
Io personalmente dal 1992 ad oggi ho visto ben 4 alluvioni, Albenga, Quiliano e Savona, Legino (quartiere di Savona) e Cairo Montenotte, perché ho sempre vissuto in un territorio difficile, quello Ligure, soggetto spesso a fenomeni atmosferici di cambio repentino e di tempeste, che però analizzando nel passato, sono sempre successi.
Quello ad esempio che succede spesso in Emilia Romagna, è perché le pianure servono a questo, per lasciare sfogare le acque reflue dei rivi e dei torrenti, oltre che dei fiumi, si chiamano infatti piane alluvionali per questo.
Quindi non solo per l’agricoltura e chi coltiva in queste zone, ma chiunque dovrebbe conoscere il territorio proprio per la pericolosità delle piene, e creare argini di terra o costruire vicino, non è certo un’azione di un essere umano intelligente.
Ma si sa che il cambiamento climatico non è una bufala, perché ne parlano anche libri antichi come la Bibbia, lo conoscevano i Sumeri ed altri popoli, come i Maya.
Sono cicli terrestri a cui l’uomo può solo assistere passivamente e cercare di sopravvivere mettendosi in salvo rispetto al territorio dove vive.
E l’uomo lo fa da sempre, fin dal primo momento in cui apparve sul pianeta.
Sono fenomeni dovuti ad una serie di fattori non umani, come l’orbita terrestre, (la rotazione attorno al sole) e il ciclo completo della nostra galassia, un ciclo che secondo difficilissimi calcoli dura circa 10/12000 anni ed è completamente naturale.
Infatti i calcoli Maya o se preferite, le interpretazioni moderne, hanno solo anticipato probabilmente di circa 12 anni questa serie di cataclismi, oggi siamo nel 2024 e loro dicevano che sarebbe accaduto qualcosa di grave nel 2012.
Quindi per questi eventi ciclici ed atmosferici enormi, improvvisi e violenti non siamo noi l’unica causa, lo siamo quando appunto profaniamo il nostro territorio e pensiamo di essere più potenti e furbi dei fiumi, del clima, dei fenomeni atmosferici e dei cicli astronomici, a cui non riusciremmo mai a dare spiegazioni certe, perché secondo me, ci estingueremo prima della conoscenza.
Comunque, per costruire la nuova Valencia, laddove è accaduto il recente disastro, soprattutto attorno a quella zona attorno ad una serie di canali idrici che portano al porto della città, hanno prosciugato nel corso degli ultimi due secoli e deviato completamente il corso del fiume che attraversava la città.
Personalmente sono stato a Valencia almeno un paio di volte nella mia vita, l’ultima lo scorso anno, l’indice di edificazione attorno a questi canali è diventato altissimo!
È sicuramente una zona molto bella e però ad alta densità abitativa, ma proprio per i motivi addotti precedentemente, molto pericolosa.
L’uomo è l’essere più insulso ed ignorante che esista su questo pianeta e pretende che il pianeta si pieghi ai propri voleri, non è cambiamento climatico, ma principalmente cambiamento ambientale indotto dall’azione umana.
Non credo che l’inquinamento atmosferico sia l’unica aggravante, credo che la mossa politica attuale della transizione ecologica sia una forzatura e credo fortemente invece nel resto della verità, ovvero sia la ciclicità del mondo in cui esistiamo tutti da millenni, il nostro ecosistema interplanetario e cosmico, che non sappiamo più rispettare.
Torniamo a rispettare il territorio, allontaniamoci in sicurezza da zone alluvionali e riusciremo forse un giorno ad avere nuovamente fenomeni atmosferici più controllati.