Diffidate delle imitazioni

DIFFIDARE DELLE IMITAZIONI

 

DIFFIDARE DELLE IMITAZIONI

Mauro Cosmai *

 

Da tempo immemorabile artisti o meno hanno vissuto sulle imitazioni dei più grandi; non stiamo però parlando degli imitatori “professionali” cioè di quelle persone che per mestiere riproducono personaggi conosciuti (non di rado bravissimi e quindi veri artisti) ma di tutti quelli che si accodano alla fama altrui incuranti di una qualche dignità e arrivando sino al patetico.

Per iniziare i figli di grandi attori di cinema e teatro. Con le doverose eccezioni (di regola fuori dei patrii confini) non splendono per nulla di luce propria, solo genitoriale. Pur con evidenti limiti o addirittura privi del talento necessario hanno continuato a calcare le scene, forti dell’atavico nepotismo italiota, con risultati che sfiorano il comico anche quando si vorrebbe essere assolutamente seri. Alcuni hanno cercato in tutto e per tutto di assomigliare anche fisicamente ai padri, manifestando una sorta di talento che in sociologia viene chiamato (quello del) “secondo naturale”. E’ probabile che a livello più o meno inconscio abbiano percepito la loro inadeguatezza e allora non si può far altro che rifarsi ai “mostri sacri” che li hanno generati. E i tremolanti epigoni hanno generato mostruosità.

Sorpassando le parentele strette si assiste, anche o soprattutto nel cinema, a penosi ricalchi di personaggi o coppie famose che comunque hanno sfondato. Risultati ovviamente di serie Z.

Ma il culmine è stato toccato con l’arte culinaria. I primi, tiepidi programmi che propinavano ricette più o meno fantasiose hanno secreto una marea di imitatori più o meno competenti, pronti però ad agitarsi fra padelle e fornelli dispensando saggezza e sapere con la serietà di salvatori dell’umanità (affamata). Ma le pantomime non finiscono qui. Sono arrivati dopo un po’ i grandi “guru” di una cucina a volte improbabile, pronti non solo a illuminare ma a giudicare, spesso con cipiglio duro e strisciante prosopopea, tutti i malcapitati cuochi o aspiranti tali (ma che non hanno giustificazioni) disposti a subire umiliazioni e angherie pur di apparire. E anche in questi casi doppioni a gogò, tronfi e ripetitivi. Miete successi lo chef imponente e autoritario per piatti raffinati? Ecco subito il suo replicante per pizze ultrafarcite altrettanto corpulento e minaccioso.

La più impudica politica televisiva, infine, è pronta a raschiare il fondo di ogni barile. Arriva qualcuno che rimette in vita automobili d’epoca? Ecco subito una schiera di replicanti dediti a esibire i loro capolavori e a spiegare i segreti della meccanica cercando di essere i più originali possibile per prendere le distanze dai “progenitori”.

Sembrano tutte stupidaggini, ma celano non tanto l’attitudine a fare i gregari (che sono degni di ogni rispetto) quanto all’emulazione maldestra  e segnatamente acritica di chi ha avuto per primo l’idea. Ma sono soltanto specchi (ustori) della più sbriciolata quotidianità.

  * psicoanalista – sessuologo

   (docente universitario)

 Gli aforismi di Mauro Cosmai

 

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