Diabete

RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
Cinquantanovesima puntata
DIABETE: TREND IN ALLARMANTE CRESCITA

RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
Cinquantanovesima puntata
DIABETE: TREND IN ALLARMANTE CRESCITA

Al termine del 47° Congresso della  Società Europea per lo studio del Diabete (EASD), che si era tenuto a Lisbona nel Settembre dello scorso anno, Carlo Giorda (Presidente dell’Associazione medici Diabetologi) era giunto a dichiarare:

 “E’ evidente che il diabete rappresenta, oggi, una vera epidemia, che va affrontata sotto tutti gli aspetti, ma, in primo luogo, sotto il fondamentale presupposto della prevenzione”

I dati scientifici, riportati al Congresso sono stati, proposito, estremamente significativi e possono riassumersi in questi Due Punti Fondamentali:

 .NEL MONDO: vi sono, attualmente, circa 240 milioni di diabetici, con una previsione  di circa 380 milioni entro i prossimi venti anni.

– Vengono spesi, attualmente,  465 miliardi di dollari per la cura di questa malattia e soprattutto delle sue complicanze.

. IN ITALIA: è affetto da diabete circa il 5 per cento della popolazione; all’interno di questa percentuale, è emerso che circa 120.000 soggetti  sono affetti da diabete di tipo 1 ed oltre 2 milioni di persone sono portatrici di diabete di tipo2.

Ma, al di là delle cifre ufficiali, evidenziate nel Congresso sopra citato, desidero ricordare  che, già nel 2006, il diabetologo Antonio Pontiroli   aveva evidenziato che esiste, in Italia, un notevole numero di soggetti (stimato nell’ordine di 1.200.000) che sono affetti da Diabete Mellito, ma non sanno di esserlo; sono cioè, inconsapevoli del loro stato di malattia.

Inoltre, le più recenti indagini epidemiologiche hanno rilevato che questa malattia è favorita da cattive abitudini alimentari (il 7 per cento dei diabetici è in sovrappeso, il 14 per cento è obeso), è maggiormente diffusa al Sud –Italia e nelle Isole (dove la percentuale di pazienti sale al 5,5 per cento) ed un poco meno  al centro (4,9 per cento) ed al Nord (4,2 per cento); è emerso, infine, che il Diabete è diventato una malattia discriminante, nel senso che viene a colpire, maggiormente, gli strati svantaggiati della popolazione, privilegiando persone senza titolo di studio o con la sola licenza elementare (15 per cento) ed a basso reddito (9 per cento).

– Una particolare attenzione desidero  riservarla alla NOSTRA LIGURIA, la quale non si sottrae certamente di fronte a questa drammatiche cifre.

Recentemente il Professor Marco Comaschi ha segnalato che questa malattia interessa oltre 100.000 cittadini liguri; in proposito, egli ha testualmente dichiarato:

“Oggi, il diabete interessa il 5-6% della popolazione ed i casi sono legati, almeno per il 90%, al tipo 2, che si manifesta in età adulta e sempre più frequentemente  in età avanzata ed è spesso collegato alle cattive abitudini, come sedentarietà e sovrappeso; la Liguria, che presenta un’ elevata percentuale di over – 65, deve fare i conti con questa realtà. 

– Ma i conti, carissimi Amici, vanno fatti, in modo contestuale e contemporaneo, tenendo ben presenti sia il TEMA SOCIO-SANITARIO, sia il TEMA PIU’ SPECIFICATAMENTE ECONOMICO.

Premetto che faccio astrazione da questo mio ragionamento dell’argomento “DIABETE DI TIPO 1”, il quale interessa, come è ampiamente noto, in modo particolare, l’età infantile e giovanile; infatti, questo particolare tipo di Diabete merita, per la sua specificità, un’ attenzione particolare e, ad esso, dedicherò il mio prossimo Articolo su “Trucioli savonesi”.

Ed allora, ritornando alla mia precedente considerazione, confermo che i costi del Diabete Mellito di Tipo 2 vanno analizzati, avendo, davanti a noi, sia i problemi della salute dei cittadini e sia il bilancio sanitario pubblico.

Il Senatore Ignazio Marino, in un Suo pregevole Articolo, comparso sul Quotidiano “L’UNITA’” in data 14 Novembre  2011, ha, molto opportunamente, evidenziato che ogni paziente diabetico, in assenza di complicazioni, viene a costare, al nostro servizio sanitario, 2.589 euro all’anno; con la comparsa delle complicazioni (a livello degli apparati cardio – vascolari,  neurologico, renale, oculare, etc) il costo dello stesso paziente viene ad essere, nella migliore delle ipotesi, quadruplicato; ne consegue che il costo complessivo della malattia diabetica giunge, per lo Stato Italiano, all’astronomica cifra di 9,2 miliardi, ogni anno”

Ma, a mio modo di vedere, è possibile ridurre questo costo di oltre due terzi (65 per cento)e, quindi, a livello compatibile con l’economia nazionale, facendo ricorso a quel decisivo strumento, che si chiama “PREVENZIONE” .

Aggiungo, a queste considerazioni, che, oltre al vantaggio economico, indotto dallo strumento “PREVENZIONE”, potremmo giungere, sotto l’aspetto più propriamente sanitario ed umano, ad un sostanziale miglioramento delle condizioni di vita di ogni cittadino diabetico, perché la prevenzione delle complicanze significa una più lunga aspettativa di vita, minori sofferenze ed, in ultima istanza, un più dignitoso rapporto del soggetto diabetico con la famiglia, con l’ambiente di lavoro e con la società civile, nel suo complesso.

Ma, se le cose stanno così, se la parola “PREVENZIONE” deve essere, finalmente, presa nella dovuta considerazione, ma mi permetto di fare una sola, ma ferma PROPOSTA:

APPLICHIAMO CORRETTAMENTE, SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE, LA LEGGE 115 DEL 16 MARZO 1987 CHE PORTA IL TITOLO “DISPOSIZIONI PER LA PREVENZIONE  E LA CURA DEL DIABETE MELLITO”

Il Senatore Marino

A distanza di venticinque anni  dalla sua promulgazione,  questa legge mantiene, tuttora, la sua importanza e la sua validità per le ragioni che brevemente desidero così sintetizzare:

  • Essa risponde, in modo completo e straordinariamente attuale, ai ripetuti richiami dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, rivolti a pervenire alla PREVENZIONE ED ALLA DIAGNOSI PRECOCE DELLA MALATTIA  DIABETICA;
  • La legge è indirizzata a migliorare le modalità di DIAGNOSI E CURA DEI CITTADINI DIABETICI, al fine, soprattutto, di pervenire all’ambizioso progetto di PREVENZIONE DELLE COMPLICANZE, responsabili di gravi invalidità, e, purtroppo, di morti precoci; 
  • Essa, inoltre, è rivolta a garantire I DIRITTI CIVILI DEI CITTADINI DIABETICI, attraverso il loro pieno accesso alla STUDIO, AL LAVORO ED ALLE ATTIVITA’ SPORTIVE;
  • La legge contribuisce, in misura determinante, a favorire il PROGRESSO SCIENTIFICO E TECNOLOGICO DELLA DIABETOLOGIA, prevedendo, in proposito, da parte del Ministro della Salute, sentito l’ Istituto Superiore di Sanità, una relazione annuale di aggiornamento sullo stato delle conoscenze e delle nuove acquisizioni scientifiche in tema di diabete mellito, con particolare riferimento ai problemi concernenti la prevenzione;
  • Essa, con grande lungimiranza, anticipa i principi e gli ideali della legge 266/91, assegnando alle Associazioni di Volontariato, decisivi compiti di collaborazione con le Aziende Sanitarie Locali, in favore dei cittadini diabetici;
  • La legge 115/87 è perfettamente coerente con i recenti indirizzi in tema di decentramento amministrativo dello Stato, prevedendo la concessione alle Regioni di ampi poteri in campo legislativo, programmatorio e gestionale; in tal senso, inoltre, Essa corrisponde pienamente ai principi ed ai valori della legge 833/78 ( istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale);
  • Essa, infine, è in sintonia con l’ESIGENZA DI RIDURRE RAZIONALMENTE LA SPESA SANITARIA NEL NOSTRO PAESE; infatti, se è pur vero che l’applicazione della Legge comporta, in una fase iniziale, un aggravio di spesa per  l’ intera comunità nazionale, sia per quanto si riferisce alla parte corrente ( fornitura di presidi diagnostici e terapeutici), sia per quanto concerne  la spesa in conto capitale ( istituzione di servizi specialistici diabetologici a livello territoriale), è altrettanto vero che, in una fase successiva, LA MAGGIOR USCITA INIZIALE SARÀ COMPENSATA DAI CONSISTENTI RISPARMI CHE L’AUTOGESTIONE GUIDATA DELLA MALATTIA VERRÀ A DETERMINARE ( NETTA RIDUZIONE DEL RICORSO AGLI ESAMI DI LABORATORIO ED AI RICOVERI OSPEDALIERI; ABBATTIMENTO DELLE SPESE PER LA CURA DELLE COMPLICANZE, LE QUALI, DA SOLE, ASSORBONO I TRE QUARTI  DELLA SPESA SANITARIA PER IL DIABETE).

A tal fine, è, tuttavia necessario procedere all’indispensabile  aggiornamento dell’articolo 10 della legge 115/87  (il quale Articolo, come è ben noto, disciplina l’onere finanziario derivante dalla concreta attuazione della Legge);

va giustamente evidenziato, in proposito, che la disciplina attuativa di questo articolo è rimasta ferma all’anno 1989 e tutto questo per le reiterate negligenze dei Governi nazionali, che si sono succeduti alla guida dello Stato dal 1989 ad oggi.

Questo auspicio non è soltanto mio, ma è stato FATTO PROPRIO, per anni, dalla FAND ( Federazione Nazionale delle Associazioni Diabetiche)  la quale ha ripetutamente convenuto sulla:

“GRANDE VALENZA DELLA LEGGE 115/87, TUTTORA LARGAMENTE DISATTESA, CHE, NONOSTANTE LA VETUSTÀ DEGLI ANNI  RIMANE ATTUALE  E, QUINDI, PIUTTOSTO CHE RIMANEGGIARLA, ANDREBBE SOLLECITAMENTE  APPROFONDITA E , SOPRATTUTTO, APPLICATA.”  

 6 Aprile 2012                            Aldo Pastore 

 

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