Di registri, di indifferenza e di cattive coscienze

Di registri, di indifferenza
e di cattive coscienze

Di registri, di indifferenza e di cattive coscienze

 Qualche giorno fa, all’ultimo Consiglio Comunale, abbiamo presentato una mozione che chiedeva al Comune di impegnarsi, secondo il suo ruolo e competenze, per chiedere che presso la ASL si attivasse il registro tumori.

Ci pareva la più classica delle mozioni di intenti, condivisibile da tutti, al di là di appartenenze politiche e ideologiche, visto che, quando la terribile malattia bussa alla nostra porta, ci colpisce negli affetti più cari o in noi stessi, non chiedendoci prima fedi o tessere d’appartenenza.

E invece no. Ci sbagliavamo, e non era neppure un caso o una svista.

Perché era la seconda volta che la presentavamo, dopo averla vista respingere una prima, nel Consiglio del 12 ottobre 2016, con 7 sì della minoranza contro i 17 no della maggioranza. Compatta.

In quelle circostanze l’assessore al Sociale Bellingeri ci aveva dato una risposta quasi balbettante, e del tutto insoddisfacente, spiegando di aver parlato con le ASL, che le avevano detto che spettava a loro, non al Comune.

Avevamo risposto che sì, lo sapevamo questo, e difatti non era quello che chiedevamo, ma chiedevamo di attivarsi alla politica per un ruolo politico. Di tutela della salute dei cittadini. Non sanitario, ma a rafforzamento di esso. Di preoccupazione, di monito e sprone.

Nessuna giustificazione dalla maggioranza per il loro diniego. Nessun intervento. Solo qualche sbuffo di insofferenza quando nominavamo l’inquinamento. Sbuffo che di per sé era già tutto un programma. 


Durante la nostra replica, ricordo lo sguardo della Sindaco, anch’esso tutto un programma. Annuiva con l’aria comprensiva che si rivolge a un poverino, un meschinetto che ci stia parlando di una sua qualche disgrazia, per dirgli che capiamo e ci fa pure un pochino pena, e niente più.

Insomma, una esperienza umiliante e imbarazzante, non degna della dignità di un Consiglio Comunale.

Anche a nome dei molti cittadini che ci avevano contattato costernati e increduli, abbiamo deciso di ripresentarla.

Non tale e quale, cosa che avrebbe potuto essere percepita come una provocazione, ma rendendo gli impegni ancor più generici, pur mantenendo l’efficacia di principio.

Peggio della volta precedente. L’assessore al sociale non era neppure presente. Ci hanno fatto rispondere dal dr. Versace, medico ospedaliero e presidente della terza Commissione, che ha spiegato le azioni già in corso per monitorare la mortalità, sottolineando che al primo posto ci sono le malattie cardiovascolari, non i tumori, quasi che occuparsi degli uni sminuisse le altre.

Qualche cenno di resipiscenza in maggioranza, da parte di Bertolazzi, qualche attimo di smarrimento e di frenetiche consultazioni non è bastato. Non è bastato che anche altri esponenti di minoranza, oltre a noi, ribadissero quella differenza, che il Consiglio dovrebbe ben conoscere, fra responsabilità politica e responsabilità pratica, e il carattere assolutamente bipartisan di questo tipo di mozioni.  Un impegno del Consiglio, un impegno a nome e per conto dei cittadini.

Addirittura è intervenuto lo stesso vicesindaco Arecco, promettendoci resoconti e commissioni apposite, se solo avessimo ritirato la mozione.

Mentre il capogruppo di maggioranza, Martino, ribadendo il no, in qualche misura diffidava gli organi di stampa dal riportare che il loro fosse un voto contro il registro tumori. Mentre nei fatti finiva per non essere altro che quello.


Ma perché, ci chiedevamo. Che male può fare un voto di principio. Perché rischiare una brutta figura epocale, quando si può farne una bella a costo zero, con un sì che, dopotutto, non costringe la Giunta ad alcuno specifico impegno, non incastra in alcun modo l’amministrazione né fa “trionfare” la minoranza. Niente da fare: 7 sì, 12 no, 1 astenuto.

Per capire meglio, occorrono due ordini di considerazioni.  Tristi entrambe.

La prima è banalmente un ordine di scuderia: votate no a tutto quello che propongono le minoranze. Tutto, così non vi sbagliate.  Una discutibile strategia politica, certo, se si pensa che di tutti gli atti di minoranza presentati dall’inizio di questo mandato, è stato approvato solo un nostro odg di tutela della chiesetta di NS degli Angeli, inevaso dal precedente.  Stop a tutto il resto, persino una ragionevole mozione del PD sul risparmio energetico. Stessa motivazione: lo faremo, ma non lo votiamo. Ok alla coerenza.

Anche perché, se vogliamo essere maligni, con tanti consiglieri inesperti e/o volonterosi il rischio del voto allo stato brado è più che concreto, e nei primi consigli ne abbiamo visto diversi esempi, anche con comicità involontaria. Per cui, nel dubbio… Il che dimostra quanto fiato corto abbia questa maggioranza improvvisata, se non fosse costantemente eterodiretta e praticamente commissariata da ponente.

La seconda è più legata a quegli sbuffi di insofferenza. Se si parte da quelli, si può arrivare a capire molte cose, a trovare i perché che stanno dietro l’andazzo tremendo di questo Paese.

Gli sbuffi sono un segnale che certi argomenti, quasi tutti gli argomenti, a dire il vero, sono trattati con l’animo dei tifosi aprioristici. Anche quelli che meriterebbero ragionamenti più approfonditi e ben altro rispetto. Tutto ridotto a un pro o contro, schematizzato, stravolto. Tifoserie contrapposte, non tanto per la bontà delle proprie ragioni o la negatività di quelle altrui, ma semplicemente perché “gli altri” mi stanno antipatici.

Laddove gli altri può essere sostituito a piacere con, che so, ambientalisti, animalisti, vegani, carnivori, no global, giustizialisti, fautori della decrescita, comunisti, liberisti, femministe, laici, cattolici, complottisti, anti complottisti, razzisti, antirazzisti… eccetera.

Con una importante new entry, che ha battuto ogni record di concentrazione di odio aprioristico: il M5*.  Persino i molti che sono gli “altri” di qualcuno, che hanno già sperimentato l’ostilità preconcetta e sanno cos’è, che hanno magari in teoria tanti punti in comune coi 5 stelle, ne diventano invece i più feroci odiatori a prescindere. O al massimo, i falsi amici, sempre pronti a cambiare idea, a insinuare, a cercare di manipolare, a isolare fatti dal contesto, a dirsi “delusi”.  L’obiettività e l’onestà intellettuale sono rara avis davvero. Questa è la cosa più amara che io abbia sperimentato nel mio recente impegno politico. Amara ma non sorprendente.

E certo il legame fra malattie e inquinamento è di quei temi che sollevano subito le barriere del pregiudizio.


Riguardo al registro tumori: meglio un bel lancio di palloncini. Fa fine e dà tanta visibilità, curando la facciata vuota che tanto piace e compiace questa Giunta. Vedete come sentiamo il problema, come soffriamo?

https://www.ivg.it/2017/02/giornata-mondiale-cancro-infantile-savona-lancio-palloncini-piazza-sisto/

Quanto alle azioni vere e concrete, le azioni che possono disturbare qualche manovratore, è altro par di maniche. È facile capire perché il tema sia circondato da così tanta reticenza.

Ci spiegano che dobbiamo mangiare sano, fare attività fisica, non bere né fumare, ma non perché in tanti continuino ad ammalarsi e magari a morire, pur virtuosi come un asceta, allenati e belli magri.

Il registro consentirebbe di avere un quadro chiaro del numero di malati e della tipologia di patologie, visto che molti decessi sono registrati con la causa ultima, come arresto cardiaco o simili, e non con quello che l’ha provocata. 

Una statistica seria ci darebbe forse numeri troppo allarmanti, peggio del previsto? O forse, dato che in molti casi è possibile mettere in relazione specifiche malattie con specifici inquinanti, quasi un marchio, una carta di identità, e dato che esistono studi statistici e articoli scientifici sempre più precisi e circostanziati, meglio glissare, per non dover mettere sotto accusa inefficienze, mancanze di controlli, tolleranze eccessive, produzioni devastanti, navi in porto eccetera?

Ci riempiono di parole come conciliare lavoro e ambiente, sviluppo sostenibile e molto altro, discorsoni, impegni generici e fuffa, ma la realtà è molto più lineare: inefficienze, ritardi, connivenze, grandi interessi puramente finanziari da proteggere. Ben ramificati e rappresentati nei partiti.

Questo dovremmo capire, noi cittadini che ne subiamo le conseguenze, magari smettendo anche di farci la guerra fra poveri, che fa contenti i peggiori, e smascherando i veri responsabili.   

Il nostro Paese intanto, che avrebbe tutto per essere un paradiso, godendo di un clima semplicemente invidiabile, ha scientificamente praticato la distruzione, fin quasi a un disastro irreversibile.

Sono pochi i luoghi dove l’ambiente, nella sua accezione più vasta, sia così tanto la Cenerentola, al fondo di tutto, priva del benché minimo rispetto e considerazione, quanto l’Italia.

Siamo tanto per cambiare fanalino di coda in Europa: sgridati e quel che è peggio multati per discariche e differenziata, preda di un inquinamento spaventoso.

https://www.wired.it/attualita/ambiente/2016/09/28/dati-inquinamento-oms-italia/

http://www.greenreport.it/news/qualita-dellaria-9-anni-litalia-non-rispetta-gli-standard-ue-si-avvicina-la-corte-giustizia/

Multe che pagheremo noi cittadini come sempre, perché figurarsi se serviranno di sprone per fare, finalmente, leggi più severe, danneggiando magari gli stessi finanziatori della classe politica. Non sia mai. Continuiamo imperterriti a devastare, distruggere, trascurare, inquinare e proteggere chi inquina.

Nessuno disprezza quanto noi, nessuno se ne frega quanto noi, di cause e conseguenze. Nessuno è così privo di sensibilità in proposito, quanto noi. Nessuno, forse, se non in qualche baraccopoli degradata di qualche poverissima periferia del mondo, pratica il teppismo ambientale, quanto noi.

Ma non accusiamo solo i politici. I politici, qualcuno li elegge. Chi strappa le piante nella scala del condominio perché gli danno fastidio, chi inietta diserbante nell’albero del cortile per parcheggiare meglio, chi butta ogni tipo di rifiuti in giro o scarica nel bosco, chi è contento che si asfalti un prato, chi non vuole gatti e uccelli perché sporcano e portano malattie, chi pensa che i cacciatori abbiano diritto di spadroneggiare… poi vota pure.

Io non credo che gli anti ambiente siano maggioranza in Italia. Così come non credo che i fanatici di ultradestra siano maggioranza negli USA.

Ma se là hanno eletto Trump, e qui continuiamo a eleggere costantemente dei rappresentanti, dai comuni in su, per i quali l’ambiente non è certo priorità, ma inutile orpello, vuol dire che questa corrente comunque prevale, che si fa sentire più di ogni altra.

Perché è forte di intrecci e interessi consolidati, di clientelismi, di appartenenze e consuetudini, di acida vecchiaia, fisica e/o mentale. E perché altri, molti altri, troppi altri, si chiamano fuori, non si fidano più di niente, non partecipano.

Così l’assenza e il disinteresse generale favoriscono i peggiori e indeboliscono le lotte di chi combatte isolato contro i tanti moloch che ci circondano. E così l’ambiente stesso si avvia al punto di non ritorno.

  Milena Debenedetti  Consigliera del Movimento 5 stelle


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