DAL CORPO COME STRUMENTO DI PECCATO ALL’INTEGRAZIONE SOMA-PSICHE.

DAL CORPO COME STRUMENTO DI PECCATO
ALL’INTEGRAZIONE SOMA-PSICHE.

DAL CORPO COME STRUMENTO DI PECCATO

ALL’INTEGRAZIONE SOMA-PSICHE.

Καλοκαγαθία:  questo vocabolo esprime in pieno quella che era la concezione che gli antichi greci avevano della bellezza associata al corpo umano. Ciò che è bello è anche buono, e viceversa. Per i romani il corpo era soprattutto uno strumento, da curare e allenare, poiché attraverso di esso si realizzava pienamente il vigore maschile e la seduzione femminile.
Con l’avvento del cristianesimo il corpo diviene strumento di peccato, da mortificare ed epurare dai propri istinti più peccaminosi. Si viene a creare un conflitto doloroso in quanto l’esistenza dell’essere umano è ineluttabilmente legata al corpo, sebbene tramite la salvezza egli sia “liberato da questo nemico”. Per secoli nel cristianesimo è stato promosso il principio secondo il quale il corpo e tutto quello che è corporeità – gli istinti in primis – va domato, e messo sotto controllo, perché solo cose negative possono sorgere dalla propria corporeità.
Non ti salti in mente  di forarle le orecchie; il suo volto, consacrato a Cristo, non imbrattarlo con cosmetici e rossetto; non gravarle il collo con perle e con oro; non appesantirle il capo di gemme, e non tingerle di rosso i capelli affinché questo fatto non sia un presagio del fuoco della Geenna. Lei possiede perle ben diverse, che potrà vendere per acquistare la perla più preziosa”.
Questo era un messaggio, dalle finalità educative, che San Girolamo rivolge a una madre intorno al 380 d.C.. Il corpo visto come un abominevole involucro dell’anima (San Gregorio Magno), pertanto da mortificare, da non alterare in alcun modo, da non curare in alcun modo. Il medioevo occidentale, in ciò, si contrappone nettamente al mondo greco e romano, dove la cura del corpo era pratica usuale e la sua rappresentazione artistica enfatizza spesso nella nudità la bellezza e o il vigore.
Bisognerà attendere l’epoca rinascimentale, con la nuova consapevolezza che vede l’uomo al centro dell’interesse scientifico e culturale, una riscoperta di una visione olistica (di aristotelica memoria) della dualità soma-psiche. Un interprete sublime di questo nuovo sentire, ancora da considerarsi del tutto rivoluzionario, è Donatello, artista capace di imprimere nelle sue opere tutto il tormento interiore che inevitabilmente si esprime attraverso il corpo.
 Come non osservare il travaglio che trasforma la Maddalena da donna bellissima ed affascinante in creatura scarificata, deprivata nella sua fisicità di qualsiasi attributo oggettivabile come “bello”, ma profondamente espressiva di una psiche estremamente complessa? Aristotele definiva l’anima (la psiche) come “qualcosa del corpo”. In questo modo stabilisce che la vera differenza non è, come aveva detto Platone, tra anima e corpo, ma, come aveva detto Omero, tra corpo vivente impegnato in un mondo ed il cadavere ridotto a cosa del mondo. Eppure, nonostante le affermazioni di Aristotele, l’Occidente perseguirà la via profondamente tracciata da Platone la cui antropologia rimane profondamente ostile ai valori del corpo. Vale la pena ricordare che per Platone, e più in generale per i sofisti, valeva il principio del disprezzo per il corpo e quindi l’inutilità delle cure ad esso riservate in quanto ritenuto in posizione di sudditanza rispetto all’anima ed al pensiero. La psicologia scientifica, disciplina nata e sviluppatasi a partire dalla seconda metà del secolo XIX, ha iniziato la propria emancipazione dal pensiero filosofico, trasformando radicalmente la concezione del corpo, ora visto come lo sfondo di tutti gli eventi psichici. Sarà Freud, attraverso l’intuizione delle pulsioni e delle profonde connessioni tra istanze intrapsichiche e somatizzazioni patologiche, ad aprire la strada agli studi sulla psicosomatica, sino a giungere alla moderna psiconcologia. Oggi il rapporto soma-psiche è visto e studiato come biunivoco e strettamente connesso. Una riscoperta e una valorizzazione del celebre “mens sana in corpore sano”, con un salto nel buio medievale di quasi mille anni…

Alessio Ganci

http://www.ssep.it

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