Da GUGLIELMO BOCCANEGRA a …..Burlando
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Da GUGLIELMO BOCCANEGRA a …… Burlando La ministra Kyenge ha affermato che l’Italia è un paese meticcio. Io certamente non ce l’ho con i meticci, ma obbiettivamente non sono un meticcio, mio figlio non è un meticcio, per ora la stragrande maggioranza di italiani non é meticcia; certamente se gli italiani continueranno a votare le Kyenge di turno è probabile che fra 50/100 anni la speranza della ministra si avvererà; quali saranno poi le conseguenze sarà una delizia (o un problema) dei posteri, per ora accontentiamoci dei nugoli di mendicanti disseminati in tutti gli angoli delle nostre città, oltre quello che ci illustra la cronaca giornaliera. Io mi sento orgogliosamente ligure, come si sentono orgogliosamente liguri anche gli abitanti della Costa Azzurra, che hanno mantenuto le scritte in ligure oltre al francese, su tutte le insegne toponomastiche delle varie cittadine del dipartimento “ des Alpes Maritimes” Mi sento orgogliosamente ligure perché sono legato alla mia terra, perché sono legato alle tradizioni della mia gente, tradizioni di fierezza, parsimonia, solidarietà vera e non pelosa. (vedi “Il potere dei più buoni” di Giorgio Gaber) La repubblica di Genova, che comprendeva un territorio che si estendeva dal fiume Var fino alla Toscana, è durata otto secoli ed è stata arbitrariamente annessa al Regno di Sardegna dalla restaurazione voluta dal congresso di Vienna dopo la caduta di Napoleone Ottocento anni sono tanti; se pensiamo che l’Italia esiste da circa 150 anni, si può ben dire che il comune sentire dei veri liguri sia molto più forte di quello italiano, perché forgiato in tanti anni di tradizioni e comune filosofia di vita tramandata da padre in figlio. Giorni or sono, ho partecipato a una conviviale tenutasi a Genova nello storico palazzo Imperiale in Piazza Campetto e nell’ammirare questo palazzo meraviglioso, con le sue sculture e i suoi affreschi non potevo non ricollegarmi alla superba storia della mia terra, che per così tanti anni ha dominato il ” Mare Nostrum”, ha arricchito con i commerci se stessa, lasciandoci un patrimonio inestimabile, ma ha anche aiutato tanti popoli a sviluppare le loro produzioni, fornendo sbocchi nuovi alle loro economie locali e ha pure finanziato i più potenti i Stati di allora alla conquista dei nuovi mondi, attraverso le proprie banche, con banchieri onesti ma soprattutto capaci. La Croce di San Giorgio battuta dalle navi della Repubblica marinara di Genova incuteva rispetto e rappresentava una sorta di immunità per chi solcava i mari del Mediterraneo infestati dai pirati . Per questo gli inglesi chiesero di poter usare tale vessillo per le loro navi in navigazione nel Mediterraneo e per tale privilegio si accordarono di pagare un contributo annuale alla Superba. Si dice che Genova sia la città con i palazzi più belli di tutto il continente e questa ricchezza è derivata esclusivamente dalle capacità, dal lavoro ma soprattutto dalla onestà intellettuale di chi ha amministrato la Repubblica, che per i tempi di allora, era un esempio di democrazia partecipata. (Compagna Communis) Lo spirito di tale istinto positivo è continuato anche dopo l’unificazione d’Italia e ha tenuto sempre la Liguria unita alle regioni della Padania produttiva . (il mitico triangolo industriale) In Liguria fra le tante eccellenze industriali hanno primeggiato la cantieristica, la siderurgia e la meccanica, il nucleare, che con l’Ansaldo era all’avanguardia mondiale, ma soprattutto la marineria mercantile era il fiore all’occhiello in continuazione con l’antica tradizione. La flotta ligure era la prima in assoluto nel Mediterraneo, in termini di numero e qualità; il primo nastro azzurro italiano fu conquistato nel 1933 dalla turbonave REX , costruita nei cantieri di Sestri Ponente , comandata dal ligure Francesco Tarabocchia; nelle sale ufficiali delle navi Costa si parlava solo ligure e i Comandanti genovesi prendevano bonariamente in giro noi ufficiali del Ponente ligure per il nostro accento “rivierasco”; il Comandante dell’Andrea Doria, il genovese Calamari, dopo la collisione in mezzo all’Atlantico, salvò tutti i passeggeri e fu portato via con la forza, perché voleva inabissarsi con la sua nave: questi erano i veri marinai. Poi è arrivato il 68 (che delusione per un sessantottino come il sottoscritto!), in seguito sono arrivati gli anni 70; Il referendum sul nucleare ha distrutto un notevole patrimonio di conoscenze scientifiche dell’Ansaldo, che era la più importante azienda del settore a livello mondiale; la delocalizzazione della siderurgia verso il Sud e la colonizzazione attraverso le partecipazioni statali della maggior parte delle industrie tecnologiche, insomma è arrivata la statalizzazione che, con i centri direzionali a Roma, ha fatto sì che i settori industriali diventassero carrozzoni clientelari nelle mani dei politici romano centrici, per poi essere svenduti o lasciati morire e creare cassa integrati e pre-pensionati, molto spesso di lusso. (lo zoccolo duro dei partiti di sinistra) e a rappresentare la nostra marineria non sono più i Tarabocchia o i Calamari ma più semplicemente gli Schettino. Le conseguenze le possiamo verificare constatando il fatto che man mano la Liguria si è sempre di più allontanata dalla parte più produttiva del paese per diventare una regione sempre più assistita. La crisi è generale e lo sappiamo bene, ma in Liguria va peggio che nelle altre regioni del Nord del Paese, tutti i dati economici sono sempre più negativi , specialmente da quando si è instaurato a Palazzo Fieschi, ormai da più di 10 anni , l’attuale governatore, che è riuscito a portare la nostra cara regione a essere ormai una regione con caratteristiche meridionali, dove le performance produttive sono bassissime e dove, per contro, i problemi ambientali, pur in presenza di una economia in agonia, sono maggiori che in altre regioni del Nord dove l’economia è più attiva. Unica economia in continua ascesa è l’economia burocratica e clientelare , infatti negli Uffici della Regione in questi ultimi anni vi è stato uno sviluppo di carriere, tanto da fare drizzare le orecchie anche alla sonnolenta Corte dei Conti, che sta contestando al nostro governatore parecchie anomalie. In Regione Liguria vi sono 1130 dipendenti, 450 dei quali sono funzionari, più un centinaio dirigenti, in pratica per ogni impiegato ve ne è uno che gli dà gli ordini, in piena linea con la Regione Sicilia, ormai unico punto di riferimento della classe dirigente nostrana. A parte le varie inchieste sulle spese dei consiglieri che hanno costretto alle dimissioni il Presidente della Giunta (che non è un ligure), grande alleato del Governatore, (e su questo v’è da dire che la Liguria è in buona compagnia…..), il nostro Governatore avrà anche lui un piccolo spazio nella storia della nostra terra come il primo dei suoi grandi predecessori al governo della Liguria, naturalmente per ”meriti“ in campi diametralmente diversi. Il primo governatore (Capitano del Popolo) della Repubblica di Genova Guglielmo Boccanegra viene ricordato negli archivi storici non solo per le grandi opere lasciateci, dalle fortificazioni di Aigues Mortes, sino a quelle cittadine sulle alture di Castelletto, ma anche per un grande contrasto agli abusi delle oligarchie e burocrazie del tempo; al contrario il nostro attuale Governatore sarà ricordato negli archivi del Gabibbo, non solo per aver guidato in contromano in autostrada ma soprattutto per un invenzione burocratica inedita, credo unica al mondo: “ l’indennità di sopportazione”. Sembra una barzelletta ma purtroppo è vero e da vero ligure, la cosa mi riempie di sdegno: alla Regione Liguria si sono inventati l’indennità di sopportazione, cioè una indennità a favore di funzionari che nell’ambito della loro funzione sono sottoposti a emotività individuale, che può stressarli, indennità quantificata in € 13,2 al giorno. Ma a quanto potrà essere quantificata la indennità di sopportazione dei Liguri per dover sopportare questo signore che i sta governando in tal malo modo da oltre 10 anni la nostra amata e storica terra? Silvio Rossi LEGA NORD |