Civiltà e barbarie

CIVILTA’ E BARBARIE

CIVILTA’ E BARBARIE

 Secondo l’allarmato e allarmante appello firmato da Massimo Cacciari ed Enrico Berti e da altri intellettuali, tra i quali spiccano i filosofi Michele Ciliberto, Biagio De Giovanni, Giacomo Marramao, l’artista Mimmo Paladino, i musicisti Maurizio Pollini e Salvatore Sciarrino, uscito sul quotidiano “la Repubblica” del 3 agosto u. s. (ne trascrivo qui solo la parte iniziale): “La situazione dell’Italia si sta avvitando in una spirale distruttiva. L’alleanza di governo Lega – M5S diffonde linguaggi e valori lontani dalla cultura –  europea e occidentale – dell’Italia.

 
Massimo Cacciari ed Enrico Berti

Le politiche progettate sono lontane da qualsivoglia realismo e gravemente demagogiche. Nella mancanza di una seria opposizione, i linguaggi e le pratiche dei partiti di governo stanno configurando una sorta di pensiero unico, intriso di rancore e risentimento. Il popolo è contrapposto alla casta, con una apologia della Rete e della democrazia diretta che si risolve, come è sempre accaduto, nel potere incontrollato dei pochi, dei capi. L’ossessione del problema dei migranti, ingigantito oltre ogni limite, gestito con inaccettabile disumanità, acuisce in modi drammatici una crisi dell’Unione europea che potrebbe essere senza ritorno…” Che, a quanto pare, è esattamente quello che vogliono i cosiddetti sovranisti che si richiamano al popolo, anzi, ai popoli sovrani, dimenticando però che, secondo il dettato del primo articolo della nostra Costituzione: “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Cioè non direttamente ma tramite organismi elettivi come il Parlamento, che, a sua volta, elegge in seduta comune e insieme a tre delegati per ogni regione – salvo uno per la Valle  d’Aosta – il Presidente della Repubblica. 


Di Maio, Salvini e Moscovici

 Non per niente l’art. 93 stabilisce che Il Presidente del Consiglio dei ministri e i ministri, prima di assumere le loro funzioni, prestino il seguente giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica: “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione”. Inoltre il Governo, per assumere la pienezza dei suoi poteri deve prima ricevere la fiducia dal Parlamento, non dal popolo; ed è il Parlamento  che ha il potere di fare le leggi, non il Governo; il quale non può, in un regime democratico liberale e rappresentativo, appellarsi direttamente ai suoi elettori (che, tra l’altro, non sono tutto il popolo, ma solo una parte, sia pure maggioritaria) quando sorge un conflitto con la magistratura, come se il fatto di essere stato eletto lo ponesse al di sopra della legge; anche i ministri, come ha ricordato recentemente il Presidente della Repubblica a Matteo Salvini, sono soggetti alla legge e l’esecutivo non è legibus solutus come ai tempi del Re Sole (o nei regimi totalitari). Ecco, basterebbe questo richiamo presidenziale al Ministro dell’Interno, nonché vicepremier, per dare la misura della crisi di sistema in cui ci troviamo e per comprendere il motivo dell’accorato appello dei filosofi Cacciari e Berti. In questo appello si fa riferimento anche alla diffusione di linguaggi “lontani dalla cultura – europea e occidentale – dell’Italia”; di che linguaggi si tratta? Evidentemente gli autori dell’appello si riferiscono al malcostume da tempo dilagante di parlare alla pancia degli elettori anziché al loro intelletto, di ricorrere a slogan di facile presa e finanche all’insulto contro gli avversari politici invece che a controargomentazioni motivate e fattuali per convincere circa la bontà delle proprie ragioni.


L’imbarbarimento del linguaggio è sintomo del degrado culturale che caratterizza questa cosiddetta “terza repubblica”; prendiamo l’accanimento, soprattutto da parte degli utenti sovranisti o dichiaratamente neofascisti dei social network, nei confronti di esponenti politici o di personaggi pubblici a loro invisi. Alt! Da questo malcostume non sono esenti  quegli utenti dei social di estrema sinistra che credono di contrastare gli avversari scendendo sul loro stesso terreno, secondo la logica primitiva e nefasta dell’occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, ecc. La violenza verbale degli uni non assolve la violenza verbale degli altri: la barbarie è sempre tale, da qualunque parte venga.  Nondimeno non si potrà negare il vero e proprio odio che da anni viene manifestato via internet nei confronti, per esempio, dell’ex ministra Elsa Fornero o del giornalista e scrittore Corrado Augias o del deputato del Partito democratico Emanuele Fiano o dello scrittore Roberto Saviano o, recentemente, del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio. Sintomatico è anche l’ “avvertimento” vocale che il portavoce del Presidente del Consiglio, Rocco Casalino, ha pensato bene di far arrivare nei giorni scorsi ai tecnici del Ministero del Tesoro tramite un giornalista di Huffington Post. Mi pare fuori di dubbio, però, che la persona più odiata dai militanti leghisti, grillini  e sovranisti  sia la ex presidente della Camera Laura Boldrini: si va dal famoso post sul blog di Grillo “Cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina” alla bambola gonfiabile con le fattezze della Presidente della Camera esibita da Salvini in un comizio a sollazzo degli astanti, alle invettive di Vittorio Sgarbi contro la Boldrina ignorante e capra, al fotomontaggio diffuso su Facebook dal capogruppo della Lega in Municipio 7 a Milano, Christian Casciano, in cui le si dà dell’handicappata, alla  bufala messa in rete sulla “Boldrini che soffia il posto a un disabile” in aereo sul volo Roma- Genova del 16 settembre …Ma vorrei ora soffermarmi sul caso del sindaco leghista di Pontinvrea, Matteo Camiciottoli, che ha fatto un certo scalpore l’anno scorso.


La Boldrini a Savona

Questo sindaco, commentando a tempo perso lo stupro perpetrato da quattro immigrati sulla spiaggia di Rimini, aveva proposto sulla sua pagina Facebook di dar loro gli arresti domiciliari “a casa della Boldrini, magari le mettono il sorriso”. Laura Boldrini ha reagito con una querela. E così lunedì 17 settembre 2018 è cominciato il processo contro il sindaco Camiciottoli presso il tribunale di Savona. “In aula erano presenti – cito dalla cronaca locale della Stampa di martedì 18 settembre – sia l’imputato sia Laura Boldrini, ma per il momento nessuno dei due è stato ascoltato. Nell’udienza di ieri il giudice si è limitato a valutare le richieste di costituzione come parti civili di sei associazioni che difendono i diritti delle donne…All’uscita dall’aula, Laura Boldrini ha motivato così la scelta di querelare Camiciottoli: ‘La cosa più sconcertante è che un messaggio così violento e truculento sia stato lanciato da un sindaco, che ha  responsabilità pubbliche e politiche. Ho voluto essere presente per stigmatizzare questo modo di fare politica. Non si può arrivare al punto di augurare lo stupro a un’avversaria politica: l’ho visto solo in contesti di guerra, in una democrazia è inaccettabile’ “. Per la verità lo stupro non è mai accettabile né giustificabile, in nessun contesto; in questo caso più che una questione di democrazia è una questione di civiltà. E Camiciottoli che cosa ha da dire? La sua autodifesa fa solo pena: “Intendevo solo dire che se le mandavamo gli immigrati a casa era contenta perché li vuole tutti in Italia . Sono dispiaciuto per il fatto che si sia tentato di far passare il messaggio che ho incitato allo stupro di qualcuno. Contestavo, invece, e contesto tuttora, il modo di fare politica dell’onorevole Boldrini verso l’immigrazione che secondo me non ha senso. Se si fosse chiamato Pietro Boldrini avrei adottato lo stesso atteggiamento. Io non distinguo uomo e donna in politica. Distinguo le linee politiche”. In Veneto si direbbe peso el tacon del buso ; se questo è il livello culturale della nuova classe politica sovranista, che Dio  protegga l’Italia e gli italiani!

FULVIO SGUERSO 

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