Crudelia è viva! [Il Flessibile]

Alcune sere fa, mentre mi dilettavo a fare zapping in giro per i cento canali televisivi, mi sono soffermato sulla replica di Ballando con le Stelle.
Sono stati sufficienti pochi minuti per comprendere che l’ennesima edizione porta con sé il seme dell’odio moderno.


La concorrente – prima della performance – racconta di un gravissimo lutto familiare patito e mette in piazza il proprio dolore.
A questo punto uno dei componenti della giuria comincia a dileggiarla, sbeffeggiandone il vissuto.
E la conduttrice non interviene.
Si aggiungano a questa narrazione gli ostentati primi piani che amplificano la derisione dell’uno e la sofferenza dell’altra.

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Cambio canale.
Mi si affollano in testa alcune riflessioni.
Il format televisivo si chiama così proprio perché rappresenta un modello di contenitore che prevede stereotipi attraverso i quali la storia va avanti con annunciati colpi di scena.
Queste tipologie di programmi hanno il preciso scopo di non spaventare lo spettatore, anzi di assopirlo come assistesse ad una partita di tennis bolsa ed iniqua.
La crudeltà reiterata però, per quanto preparata e costruita, mi ha disturbato: lo spettatore mediamente non cambia canale ma anzi affonda il coltello nella ferita altrui, fiction o realtà che sia.
Esiste un godimento inconsapevole nel mors tua vita mea che richiama l’atteggiamento dell’antico gladiatore, il nemico è fragile e disarmato quindi la vittoria è facile e vigliacca.

Al fianco di questi comportamenti che, pur malati, rappresentano la normalità, esiste un uso strumentale della gentilezza a completamento del mondo circostante.
Vedete, c’è chi è gentile per facciata e chi per comodo; nel primo caso prima o poi sarai pugnalato alla schiena, nel secondo sarai usato come un qualsiasi utile idiota.

Un monito si leva nel cielo: Crudelia più che mai è viva!
Facciamo attenzione, siamo circondati e l’unica salvezza è l’oblio.

Dario B. Caruso da Corriere AL

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