Crescent 2, speculazioni edilizie, orrori architettonici, inciviltà amministrativa, consumo di suolo e la lezione magistrale di Giovanni Impastato.

CRESCENT 2, SPECULAZIONI EDILIZIE, ORRORI ARCHITETTONICI, INCIVILTA’ AMMINISTRATIVA, CONSUMO DI SUOLO E LA LEZIONE MAGISTRALE DI GIOVANNI IMPASTATO.

CRESCENT 2, SPECULAZIONI EDILIZIE, ORRORI ARCHITETTONICI, INCIVILTA’ AMMINISTRATIVA, CONSUMO DI SUOLO E LA LEZIONE MAGISTRALE DI GIOVANNI IMPASTATO.

 Non ne siamo sorpresi, è arrivato l’OK da parte di Giunta e Consiglio Comunale di Savona alla costruzione del Crescent 2.

L’agenda del Sindaco Berruti e dell’assessore Di Tullio sta compiendosi com’era nelle previsioni.

Gli accordi presi sulle nuove costruzioni nella città di Savona, fronte mare e porto compresi, sono stati rispettati. I privati ringraziano, considerato il loro guadagno dall’operazione notevolmente superiore a quello dell’amministrazione pubblica.


Sotto l’abusato ombrello della “riqualificazione” si è approvata l’ennesima, inutile, deturpante cementificazione: metri e metri cubi di cemento, dove l’architetto avrà occasione di lasciare la sua non sempre qualificata e apprezzabile traccia.

In una città  dove si sono realizzati edifici per nulla innovativi, dove si è cancellato ogni minimo spazio consumando suolo in nome di una crescita dall’unico sapore speculativo.

Paradossalmente a Savona questi saranno i palazzi del potere.

 Paradossalmente a Savona il nuovo senso di direzione, tanto propagandato dai “renziani” di cui il Sindaco è rappresentante indiscusso, ha continuato ad avere lo stesso verso: quello di una maggioranza compatta, renziani e no capace, come sostiene la Pongiglione di Noi per Savona, di continuare a perseguire “un regime di “urbanistica contrattata” che vede il pubblico, di fatto, soggiacere agli interessi di pochi privati, in luogo di programmare la gestione del territorio con lungimiranza, nel rispetto delle reali necessità dei cittadini”.


Paradossalmente dalla Leopolda dove si parla di cambiamenti radicali, di nuove politiche territoriali, nuova trasparenza di azioni amministrative e onestà politica, Berruti e i suoi tornando a Savona, continuano ad essere lo specchio del modo meno nobile di fare  politica.

Tensione in Commissione, tensione in Consiglio Comunale perché la contestazione della pratica da parte dei Cinque Stelle, Sel, Rifondazione comunista, Noi per Savona, del consigliere Aschiero di Api e qualche consigliere della Lega, parte da lontano e durata anni soprattutto sulla variante.

Questa vede la trasformazione dei volumi da residenza turistico- alberghiera a cinquanta alloggi di lusso (come d’altronde era nell’intenzione della giunta e dei privati, Orsa 200 di Delle Piane, sin dall’inizio).

L’opposizione è stata dura anche sui media, ma numericamente inefficace, perché la maggioranza sapeva dell’appoggio sicuro di Forza Italia, tra cui Santi, Bracco, Frumento e dei socialisti come De Montis.

La maggioranza sapeva già che, per frutto di un Nazareno tutto savonese, l’ennesimo progetto, dal sapore speculativo, regalo alle pretese dei privati, sarebbe passato senza intoppi, ( 22 consiglieri a favore su 29) quasi con somma urgenza.

Con buona pace di chi si prepara a rottamare, il futuro “nuovo”, tanto decantato dal Presidente del Consiglio, a Savona si permetterà ancora che i privati decidano delle sorti della città, continuando a trarre profitto vantaggioso da una volgare cementificazione senza fine.

Tutti favorevoli dalla lista del Sindaco (PD) al PD di Di Tullio, tutti automi che obbediscono agli ordini di scuderia.

Ma una lezione è arrivata da lontano, da Giovanni Impastato, fratello di Peppino, che nel 1978 fu vittima di un attentato mafioso, oggi simbolo, insieme a tanti altri, della lotta alla criminalità organizzata.


 

Giovanni scrive una lettera al Sindaco di Savona, dove contesta l’intitolazione della strada tra il Crescent 1 e il  Crescent 2 proprio a Peppino.

Lo fa con parole dure, ma chiare. “La nostra famiglia, casa Memoria e il Centro Documentazione hanno sempre apprezzato l’intitolazione di una  via, piazza o biblioteca in ricordo di Peppino Impastato che in vita ha sempre lottato contro la mafia e la speculazione, ma non condividiamo l’uso improprio del nome di Peppino.

Nel caso di Savona, dove si è dato il via libera al cambio di destinazione d’uso del secondo edificio del complesso residenziale di fronte al porto, considerato dal mondo dell’associazionismo savonese e da gran parte della cittadinanza una grave speculazione edilizia, la famiglia, Casa Memoria e il Centro sono impegnate con chi si oppone al progetto e vogliono verificare se siano ancora validi i motivi dell’intitolazione di una via a mio fratello alla cui inaugurazione  non sono neppure stati invitati .”

Parole pesanti come macigni, che testimoniano una forte coerenza a cui non siamo più abituati , ma che hanno turbato il sindaco Federico Berruti che dichiara in risposta  «Mi spiace avere letto tali dichiarazioni da parte di Giovanni Impastato e ho intenzione di contattarlo al più presto per poterci  chiarire. Ho già tentato oggi di raggiungerlo telefonicamente, con esiti negativi».

 Il sindaco ci terrebbe a chiarire che c’è differenza fra una questione di urbanistica,” che suscita pur accese diatribe, e altri temi che evocano realtà drammatiche che, per fortuna, nulla hanno da spartire con il Crescent 2”.

Per Berruti il Crescent 2 non va associato a simbologie contrarie ai valori  che Peppino rappresenta.

Inviterà quindi Giovanni Impastato a Savona e gli spiegherà come funziona la realtà savonese  e il motivo per cui si è dedicato la strada a suo fratello: ad esempio il fatto che sia frequentata da molti giovani.

Proprio in conseguenza a questa lezione arrivata da lontana, pari a uno schiaffo dato a tutta una città che ha bisogno di svegliarsi da un torpore sempre più preoccupante, non si può che concordare proprio con lo slogan confezionato per le elezioni regionali liguri, proprio dai renziani, “ ci meritiamo veramente  di meglio”, perché le parole di Impastato che sono il coronamento alle battaglie di chi si è sempre opposto,  ci fanno capire che la realtà savonese è arrivata come quella ligure a un punto di non-ritorno e non sarà da un partito riciclato nelle persone e nei comportamenti, che il meglio potrà venire.


 Se è vero che Cofferati,- il nuovo che avanza- , sostiene che bisogna innovare e cambiare perché la  storia politica  della regione Liguria   sarebbe  arrivata a compimento e quindi sarebbe un errore pensare che il cambiamento possa essere prodotto da chi aveva responsabilità in precedenza proprio perché l’ innovazione sarebbe  anche sull’assunzione di responsabilità, sembra a dir poco curioso che stringa alleanze proprio con un Sindaco che per abbattere un sistema chiamato in un modo, è il rappresentante di uno simile che ne porta un altro.

Ai tempi in cui Lirosi entrò a far parte dei fedelissimi di Renzi, a Savona, e guadagnò una promozione politica, ci fu molto scetticismo tra i suoi. 

I renziani della prima ora, ad esempio, la Nigro  dichiaravano – Se le scelte provengono da un pensiero sincero e convinto, ben venga l’ingresso di Lirosi e di altri ma se le cose non sono così, tale atteggiamento mi lascerebbe l’amaro in bocca».

 E aggiungeva: «Il Pd non può permettersi di non approdare a un cambiamento reale che lo riconduca accanto ai lavoratori, ai cittadini, alle problematiche sociali. Chiunque creda nel cambiamento e, citando il nostro Papa Francesco, si sia “ravveduto”, è ben accetto. Ma si è ravveduto? Certo che un po’ mi viene da sorridere».

Già, ci fa sorridere questa dichiarazione che scomoda persino il Papa, visto come i due hanno votato a favore di questa ennesima operazione di cui né i lavoratori, né i cittadini e né le problematiche sociali savonesi andranno a beneficiare.

  ANTONIA BRIUGLIA

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