Cosa rende meno intelligenti gli umani il potere o l’agiatezza?
Infatti si dice: se i genitori hanno prodotto molta ricchezza, e quindi hanno “maturato” i figli al sole del benessere o peggio del lusso, poi quei figli, (salvo rare e illustrissime eccezioni) potranno solo distruggere l’eredità e persino indebitarsi.Ecco perché la generazione dei novantenni e ottantenni ha fatto dell’Italia devastata dalla guerra, una potenza industriale; quella dei loro figli cinquanta sessantenni “laureati e masterizzati”, a colpi di benessere e consumi crescenti l’ha predisposta alla distruzione, e quella dei trentenni (dovendo cavare dal fuoco la patata bollente di uno Stato indebitato e un popolo immaturo) potrebbe sferrarle il colpo di grazia.Il mondo della cultura ci inietta goccia a goccia da secoli e forse millenni il pregiudizio immodificabile che sbagliati siano solo i governanti.
E così i popoli sono indotti a votare e cambiarsi i governi come fossero mutande, senza riuscire a cavare un ragno dal buco e aggiungendo debito a debito, danno a danno.
Invece, salvo rarissime e illustrissime eccezioni, nasciamo in massa tutti difettosi. Tutti allergici al disagio del lavoro e sensibili all’agiatezza del salario garantito (meglio se pubblico) e del profitto crescente, che, (quanto e più del potere politico e finanziario) ci rendono miopi e superficiali anche da lauriati.
Platone diceva:
“Coloro che sono capaci di vedere oltre le ombre e le bugie della propria cultura non saranno mai capiti, tanto meno creduti, dalle masse.”
Perciò, se ci fossero, servirebbero pensatori liberi capaci di vedere oltre le ombre della cultura comunista e liberista che almeno da un secolo stanno occultando e deformando la realtà italiana, europea e mondiale; per reinventare una forma di civiltà, dove la scienza, col suo potere incontestabile (decisamente superiore alla politica) non sia sempre e solo al servizio di strozzini e guerrafondai, ma dei popoli pacifici onestamente produttivi, prima che sia tardi per tutti.
Un giorno chiesero a Giovanni Giolitti: “è difficile governare gli italiani?” e lui rispose fulminante, “no è inutile“.
Franco Luceri da il rebus della cultura