Cosa rende meno intelligenti gli umani il potere o l’agiatezza?

Non ho certezze, ma consentitemi questa ipotesi. Forse Dio ha creato il Mondo talmente perfetto da funzionare anche se gli umani sono così immaturi da volersi sterminare attentando all’equilibrio ambientale o sociale come l’attuale comunità europea e mondiale falcidiata da improduttività cronica, guerre sanguinose e sconvolgimenti climatici impagabili e insanabili.
Infatti, un popolo che vive nell’agiatezza devastando il pianeta o derubando il prossimo, in pochi decenni genera figli “immaturi” che non conoscendo i disagi del lavoro e il valore del denaro, sperperano invece di produrre, fino a convertire l’agiatezza ereditata in debiti insanabili.
Mentre chi ha la “disgrazia” di subire un disagio economico, evita di vivere a danno della natura o del prossimo, sapendo bene che quella è la giusta dieta culturale che ti ingrassa il portafoglio, ma ti dimagrisce il cervello.

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Infatti si dice: se i genitori hanno prodotto molta ricchezza, e quindi hanno “maturato” i figli al sole del benessere o peggio del lusso, poi quei figli, (salvo rare e illustrissime eccezioni) potranno solo distruggere l’eredità e persino indebitarsi.Ecco perché la generazione dei novantenni e ottantenni ha fatto dell’Italia devastata dalla guerra, una potenza industriale; quella dei loro figli cinquanta sessantenni “laureati e masterizzati”, a colpi di benessere e consumi crescenti l’ha predisposta alla distruzione, e quella dei trentenni (dovendo cavare dal fuoco la patata bollente di uno Stato indebitato e un popolo immaturo) potrebbe sferrarle il colpo di grazia.Il mondo della cultura ci inietta goccia a goccia da secoli e forse millenni il pregiudizio immodificabile che sbagliati siano solo i governanti.

Se dispongono di un potere incontrollato e incontrastato tendono a regredire ad una mentalità infantile“.

E così i popoli sono indotti a votare e cambiarsi i governi come fossero mutande, senza riuscire a cavare un ragno dal buco e aggiungendo debito a debito, danno a danno.

Invece, salvo rarissime e illustrissime eccezioni, nasciamo in massa tutti difettosi. Tutti allergici al disagio del lavoro e sensibili all’agiatezza del salario garantito (meglio se pubblico) e del profitto crescente, che, (quanto e più del potere politico e finanziario) ci rendono miopi e superficiali anche da lauriati.

Platone diceva:
Coloro che sono capaci di vedere oltre le ombre e le bugie della propria cultura non saranno mai capiti, tanto meno creduti, dalle masse.”

Perciò, se ci fossero, servirebbero pensatori liberi capaci di vedere oltre le ombre della cultura comunista e liberista che almeno da un secolo stanno occultando e deformando la realtà italiana, europea e mondiale; per reinventare una forma di civiltà, dove la scienza, col suo potere incontestabile (decisamente superiore alla politica) non sia sempre e solo al servizio di strozzini e guerrafondai, ma dei popoli pacifici onestamente produttivi, prima che sia tardi per tutti.

Un giorno chiesero a Giovanni Giolitti: “è difficile governare gli italiani?” e lui rispose fulminante,no è inutile“.

E “inutile” continua ad esserlo, perché la politica non ha mai sanato e mai sanerà i guasti sociali e ambientali generati dalla cattiva cultura, che solo la buona, se mai esistesse, forse sanerebbe.

Franco Luceri da il rebus della cultura

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