Considerazioni e interrogativi su un articolo di Marco Pellifroni
Caro Marco, nell’ultima parte del tuo articolo “Libere elezioni” pubblicato su questa rivista domenica 25 settembre 2022, scrivi:
“Non è che io mi aspetti le storiche ‘magnifiche sorti e progressive’ dal futuro governo di destra, ma un paio di eventi me li aspetto, pena la più totale disillusione”.
E il primo evento che indichi è “l’alt agli arrembaggi delle nostre coste di orde di gente non voluta e non necessaria, anzi deleteria per tutte le implicazioni che la loro incontrollata propagazione sul nostro territorio comporta”.
A questa affermazione devo muovere alcune critiche che esulano dalla questione morale, e che si incentrano invece sulla fattibilità di quanto viene detto.
In altre parole la mia forte perplessità consiste nel vedere in una simile richiesta (e nelle due che la seguono di cui dirò) più uno sfogo che l’esposizione di una soluzione realistica.
Che si debba far fronte al problema degli sbarchi è evidente e urgente, per tante ragioni; non ultima quella rappresentata da chi sostiene che per motivi politici, economici, sanitari, bellici ecc., è stato costretto a tentare la via del mare, quando la sua finalità era di tutt’altro tipo, come fare soldi facili attraverso attività illecite, in proprio o condivise con gruppi delinquenziali più o meno numerosi e strutturati.
Orbene, qual è il problema più grande? Sembra proprio che sia quello di distinguere il “grano dal loglio”, cioè di trovare un filtro in grado di adottare le necessarie contromisure al fine di agire politicamente nella maniera più giusta e razionale.
Infatti sul bisogno di intervenire per far sì che non vi siano sbarchi (faccio notare però che una fetta consistente di migranti si sposta via terra, in particolare seguendo la cosiddetta “rotta balcanica”) dato che un’immigrazione indiscriminata e ingiustificata risulta molto problematica per l’Italia, già in difficoltà di suo, si sia d’accordo un po’ tutti.
E’ chiaro insomma, e forse è addirittura superfluo rimarcarlo, che l’ideale è quello di istituire un meccanismo che permetta di conciliare l’aiuto sociale con la sicurezza, i diritti umani con la sostenibilità economica.
Fatta questa premessa, sottolineo che nell’articolo di cui sopra, ciò che manca è sostanzialmente il modo.
Tu scrivi: alt agli arrembaggi delle nostre coste di gente non voluta e non necessaria.
Devo intendere che di quei disperati (parlo dei disperati per davvero, non dei disperati per finta) i quali partono sapendo di affrontare un viaggio che qualche volta li fa arrivare e qualche altra li fa annegare, salveresti quelli necessari e abbandoneresti i restanti?
Io non credo tu intendessi questo. Però dal tuo discorso, concedimi, un po’ troppo stringato e semplificato, così appare.
Invece (e purtroppo) le cose sono più complesse. Tanto che nessuno fra coloro che in passato ha avuto responsabilità di Governo, è riuscito a risolvere in modo soddisfacente il problema; né ci riusciranno coloro che le responsabilità di Governo le stanno per assumere, a meno che non trovino strategie alternative a quelle sostenute in campagna elettorale.
Non la esponi, e perciò non so se tu abbia in mente una strategia tua nel momento in cui solleciti l’alt agli arrembaggi delle nostre coste. Sarebbe stata una cosa essenziale per dare credibilità al tuo discorso. Senza, sono portato a pensare che tu ti rifaccia a una delle modalità proposte da chi ha contestato le strategie in atto e le vuole sostituire con le proprie quando il nuovo esecutivo entrerà ufficialmente in carica.
Sono tre e fanno capo ai tre principali partiti della coalizione di centrodestra.
Il Programma di tale coalizione è inevitabilmente un compromesso tra la riedizione dei Decreti
Sicurezza rilanciata da Matteo Salvini, il cosiddetto “Piano Marshall” proposto da Silvio Berlusconi e il Blocco Navale voluto da Giorgia Meloni. Non mancano certo criticità. Ma è un compromesso, e di fronte a un fenomeno così complesso, è normale che ci siano.
Tuttavia non è su queste criticità che mi soffermo. Il nocciolo della questione è un altro (tutto interno al blocco di centrodestra, che ha vinto e del quale pertanto è più importante discutere). Esso, infatti, si configura come un escamotage potenzialmente ingannevole.
Se infatti si sapeva che gli argomenti portati da ciascuna componente non avevano una direzione del tutto univoca ed era necessario accordarsi per un compromesso, cosa di per sé in generale legittima, pur di giungere ad attuarlo si è lasciato intendere che “Blocco navale” e “Blocco degli sbarchi” esprimessero lo stesso concetto, mentre il primo è solo un caso particolare del secondo.
Il Programma della coalizione del centrodestra, denominato “Per l’Italia”, alla questione dei flussi migratori dedica solo due paragrafi, che riporto:
– Difesa dei confini nazionali ed europei come richiesto dall’UE con il nuovo Patto per la migrazione e l’asilo, con controllo delle frontiere e blocco degli sbarchi per fermare, in accordo con le autorità del nord Africa, la tratta degli esseri umani.
– Creazione di hot-spot nei territori extraeuropei, gestiti dall’Unione europea, per valutare le richieste d’asilo.
Allora, dato ciò che si è detto, è doveroso segnalare che la dicitura “Blocco degli sbarchi” del succitato Programma, può sembrare un sinonimo di “Blocco navale“, vale a dire quello patrocinato da Giorgia Meloni prima e durante la sua campagna elettorale, mentre è ben altra cosa.
Col Blocco navale si controlla ed eventualmente impedisce la partenza di natanti (grandi o piccoli) dalle coste nord africane, e si è, con tutto ciò che comporta in termini logistici, economici e giuridici, in acque extraterritoriali; col Blocco degli sbarchi invece si controlla ed eventualmente impedisce l’arrivo di natanti (grandi o piccoli) sulle coste italiane, e si è in acque territoriali.
E il Blocco navale, Lega e Forza Italia è un’opzione che non sponsorizzano.
Riguardo la creazione di hot-spot, si può obiettare che solleverebbe ostacoli forse insormontabili relativi sia alla legislazione nazionale che internazionale. Infatti la richiesta di asilo da esse è prevista come una richiesta da avanzare nel paese nel quale ci si intende rifugiare quando vi si giunge, e non in quello dal quale si vuole fuggire.
Gli hot-spot tuttavia, all’interno del Programma “Per l’Italia”, non rappresentano una contraddizione, in quanto tutti e tre i partiti li accreditano.
Non altrettanto si può dire per l’idea di un vero Blocco navale.
Tra le altre cose (cito le più macroscopiche e le limito alla Libia, che è la nazione più problematica) esso può risultare efficace soltanto se implica per pattugliare i 1770 chilometri di costa (tanto per dare un’idea da Roma a Milano in linea d’aria ce ne sono 477) come minimo:
L’impiego di tutte le 53 navi della nostra Marina Militare
La disponibilità di almeno 40.000 marinai
La Dichiarazione di guerra alla Libia (art. 42 Carta dell’ONU) previo consenso degli altri 26 Paesi dell’UE. Tale Dichiarazione, anche se intesa come pura formalità, comunque comporterebbe non pochi problemi, non ultimo quello, tra il paradossale e il comico, di non sapere a chi consegnarla, visto che attualmente in Libia i Governi che pretendono di essere titolari e titolati sono almeno due, naturalmente in contrasto tra loro, e il dilemma sarebbe se indirizzarla a Tripoli o a Tobruk, con la conseguenza che se consegnata a Tripoli i migranti salperebbero dalla Cirenaica, e se consegnata a Tobruk salperebbero dalla Tripolitania…
Siccome è stata Giorgia Meloni a prevalere, e di molto, sugli altri, ciò che ci si dovrebbe aspettare è che per coerenza si attivi per rendere operativo, e al più presto poiché lo ha sempre definito urgente, il suo piano di (vero) Blocco Navale. Molto probabilmente diverrà Presidente del Consiglio, e quindi avrà maggior potere per far prevalere quanto al riguardo ha sempre sostenuto.
Ebbene, nonostante ciò, anticipo cosa credo che succederà: per un motivo o per l’altro il Blocco Navale, questa strategia che per la sua radicalità più delle altre dovrebbe, appunto, risolvere il problema alla radice, non verrà attuato.
Non ho necessità di motivare più a lungo la mia convinzione per renderla convincente. La scrivo. Scripta manent. Mi sbagliassi, non avrò scuse.
Riguardo il conflitto in Ucraina, di nuovo, affermi ma non spieghi.
Per esempio, da dove derivi che quella attuale sia una “posizione di chiusura diplomatica totale con la Russia”?
Pensa che c’è chi sostiene il contrario, ovvero che, per esempio Macron, non avrebbe dovuto umiliarsi a tentare e ritentare, per telefono o al fondo di un tavolo lungo 4 o 5 metri, di convincere Putin a rinunciare a quella “Operazione Militare Speciale” che solo due giorni prima dell’inizio dell’invasione il suo ministro degli esteri Lavrov ha negato e classificato come un sospetto dettato dall’isteria occidentale.
Premesso che non deve demordere e anzi deve sfruttare tutte le occasioni e tutti gli spiragli che si presentassero, la diplomazia italiana, europea, mondiale, poteva fare di più?
Draghi, Borrell, Guterres, il Papa, potevano fare di più?
Può darsi. Io non lo so. Ma tu come lo sai?
Certo, se intendi per chiusura diplomatica il rifiuto di accettare le condizioni di una nazione che non ha mai neanche voluto dire, al fine di tenersi le mani libere a seconda di come si fossero messe le cose, qual è il concreto oggetto del contendere (il Donbass? iI Donbass e la striscia costiera fino a Odessa? Il Donbass e la striscia di confine fino a Kiev? Tutta l’Ucraina? Tutta l’Ucraina e la Moldova? Tutta l’Ucraina, la Moldova e gli Stati Baltici, e magari la Finlandia che non per nulla s’è affrettata a richiedere di essere ammessa nella NATO pur di non rischiare di essere annessa alla Russia?), è un po’ difficile sperare in qualche risultato, ed è altrettanto difficile trovare, poiché sostieni che non bisogna “esacerbare le imprevedibili reazioni dell’ ‘orso russo’ “, una soluzione che vada al di là di queste due:
– non ostacolare la Russia mentre sta vincendo affinché non ci impieghi troppo a vincere prolungando la durata della guerra, con tutti i disastri e i lutti che comporta;
– soccorrere la Russia mentre sta perdendo affinché, disperata, non reagisca in modo disperato.
Al che le domande sono:
1) Esiste un caso in cui alla Russia si può dire di no, oppure bisogna sempre e comunque dirle di sì?
2) Se la tua risposta fosse che bisogna sempre e comunque dirle di sì, come la concilieresti con la sollecitazione che fai all’apertura diplomatica? Nel senso: quale sarebbe la convenienza di Putin di ottenere quello che vuole dopo una trattativa diplomatica sapendo che lo ottiene anche senza?
La terza cosa che tu speri dal nuovo Governo è
“un condono sostanziale di tutte le pendenze con il fisco, soprattutto delle PMI, accumulate in anni di difficoltà di ogni sorta, dal Covid (ma anche prima) all’attuale situazione di inflazione galoppante e bollette fuori controllo”
Al riguardo immagina di aver esposto quanto sopra a un qualsiasi Signor X che a un certo punto ti dicesse: “Vede, io facendo notevoli sacrifici ho sempre pagato in toto e in tempo tutto quello che c’era da pagare: bollo auto, tasse, multe etc. So di essere stato stupido perché con un Condono sostanziale (tombale?) di anni (2,3,4,5,10, oltre?) non avrei dovuto rinunciare, per dirne una tra le tante, alla visita privata dallo specialista dovuta a una mia questione seria di salute, e ripiegare di conseguenza su una visita con la Mutua in Ospedale dopo un’attesa di mesi.
Con questo Condono certo molti capiranno, e non si sogneranno più di commettere il mio errore… Pertanto sono d’accordo con Lei. Ma, s’intende, solo se Lei si impegna a restituirmi, in contemporanea alla cancellazione degli altrui pagamenti mancati, i miei pagamenti effettuati.
Si impegna?”
Al leggere questa minuziosa disamina del mio recente articolo, sembra ch’io cada in contraddizione su tutti i fronti. Insomma, non ne avrei azzeccata una. Non posso controbattere punto per punto le argomentazioni di Baldoino, perché ciò ci impegnerebbe probabilmente in un duello di mesi, dove ciascuno resterebbe ancor più arroccato sulle sue posizioni. Mi limito qui ad esporre due succinte risposte ad altrettanti quesiti: 1) non facendo niente, secondo lo stile Lamorgese, sul fronte sbarchi (e sulla rotta terrestre) non faremmo che consegnare l’Italia alle più diverse etnie, per la gioia dei fautori del multi culturalismo etnico. Sarebbe una sorta di flagello di sapore biblico per ciò che abbiamo fatto nei secoli alle popolazioni africane (per quelle asiatiche si tratta semplicemente di tracimazione dovuta all’incontrollata bomba demografica; che vale anche per certe aree africane, come la Nigeria). La soluzione salomonica sarebbe la nostra rinuncia al nostro livello di vita, specie tecnologico, che si fonda soprattutto sulla nostra incessante rapina dei territori di provenienza dei migranti, pressoché in toto economici: il nostro superfluo è causa della loro miseria; 2) circa il pagare/non pagare le tasse, ci sono categorie più esposte di altre all’aleatorietà del reddito, tanto da dover scegliere cosa pagare e cosa no per sopravvivere. Il discorso di Baldoino è infatti sulla bocca delle categorie a reddito fisso (dipendenti e pensionati), che non sgarrano semplicemente perché non sono in grado di farlo. Ma non soffrono le criticità di chi alza una serranda la mattina e non sa se l’abbasserà la sera in utile o in perdita. Problemi che né Baldoino né io stesso abbiamo, ma che io conosco molto bene per via indiretta. Non li conosciamo oggi da pensionati, come non dovevamo affrontarli ieri come dipendenti, pubblici o privati. Consiglio Baldoino di riandare ai tempi in cui si praticava la cancellazione dei debiti, per liberare la schiena dei più, oberati dai debiti verso i “meno”, con l’istituzione dell’anno giubilare. Del resto, non recita così anche il Pater Noster: rimetti a noi i nostri debiti…? Il prof. Michael Hudson ha scritto negli anni paper esemplari sul tema del debito; cito ad es. il più recente https://michael-hudson.com/2018/04/jesus-the-economic-activist/. Ultima riflessione: tutto il mondo è debitore verso il mondo bancario. Verso di esso si ripropone il dilemma se sia giusto pagare chi ti presta aria fritta ma pretende di essere ripagato col tuo lavoro? E lo Stato, con le sue tasse usurarie, quanto ne rende ai cittadini?
Non hai da controbattere sulle contraddizioni che ti avrei addebitato, perché… non te ne ho addebitate (altrimenti dimmi dove).
Il mio rilievo, relativo a tutte e tre le questioni di cui hai scritto nell’ultima parte del tuo articolo “Libere elezioni” del 25/9/22, era esclusivamente sul fatto che non dicevi COME erano da affrontare: se “come” lo ho scritto in grassetto (puoi andare a controllare se è davvero così) è perché voleva garantire una risposta in questo senso.
Vedo che non è bastato. Quindi non è per evitare un “duello di mesi”, ma perché se non è bastato così, non vedo, continuando a discutere, come potrei riuscire a farlo bastare.
Ora io non so a che scopo tu mi abbia scritto un “Commento”, visto che anche nel commento COME giustificare e realizzare quanto proponi nelle ultime 8 righe del tuo articolo, dedicate
-agli sbarchi degli immigrati
-alla guerra russo-ucraina
-al Condono,
di nuovo non lo dici (altrimenti dimmi dove).
E’ una tua scelta. Ma non rovesciarla su di me: io non ti ho accusato di nessuna contraddizione, né, riguardo ciò che affermi, mi sono espresso per darti ragione o torto (altrimenti dimmi dove).
In particolare riguardo il Condono, la domanda che ponevo era impostata sotto forma di dialogo con un signore che se ho chiamato X era proprio perché fosse chiaro che doveva rappresentare una persona QUALSIASI, indipendentemente dall’essere pensionato o lavoratore e, se lavoratore, indipendentemente dal tipo di lavoro.
Un signore che avrebbe voluto sentirsi rispondere a tu per tu come appunto si fa in un dialogo (perché a parlare in generale magari rimandando agli scritti di Michael Hudson le criticità si dribblano facilmente senza oltretutto dare propriamente una risposta), per quale motivo non dovrebbe sentirsi discriminato dall’aver pagato quello che ad altri viene condonato.
Tu mi hai dato un consiglio. Te ne do uno anch’io: un’altra volta magari leggi con più attenzione quello che leggi. Ciao.
Quelle del professor Baldoino mi sembrano le classiche argomentazioni di un intellettuale, intelligente, colto ma al di fuori della realtà.
Le Contraddizioni del professor Pellifroni proprio non le vedo, descrive purtroppo la triste situazione dell’Italia
Buonasera,
La informo, casomai le interessasse una mia risposta, che può trovarla in quella che ho appena dato a Marco Pellifroni.
Saluti.
Signor Mauro, le faccio notare che il prof. Baldoino non rileva le “contraddizioni” in cui sarebbe incorso Pellifroni nel suo articolo ironicamente intitotolato “Libere elezioni”, ma la mancanza di un’argomentazione convincente a sostegno delle sue affermazioni polemiche contro la politica (mi rifiuto di chiamarla gestione) o megkio l’assenza della medesima riguardo ai flussi migratori ai quali la nostra Penisola è particolarmente esposta a causa della sua posizione geografica. Pellifroni indica più gli effetti che le cause del fenomeno che coinvolge tutto l’Occidente che fino a ieri potevamo definire ricco, ma che oggi sta attraversando non una ma diverse crisi: da quella economica a quella ambientale, da quella pandemica a quella climatica, da quella demografica a quella devastante della guerra (definita da Papa Francesco senza mezzi termini “terza guerra mondiale”). E’ chiaro a chiunque che tutte queste crisi sono all’origine delle massicce migrazioni di popolazioni intere che si spostano da oriente a occidente e da sud a nord del Pianeta, in cerca di una vita migliore (come d’altronde è sempre successo nella storia, con la differenza che oggi la popolazione globale è cresciuta enormemente, oltre i limiti naturali necessari per l’equilibrio ecologico della specie). Per questo c’è chi rimpiange i tempi in cui le guerre falcidiavano le popolazioni…Ma questo è un altro discorso. Quanto alla guerra in corso, non vedo quale argomentazione sensata si possa contrapporre a quella esposta dal prof. Baldoino; perché i pacifisti integrali chiedono sostanzialmente agli ucraini di arrendersi per porre fine alla guerra dato che i russi sono più forti; ora che sono più forti gli ucraini (almeno sul terreno) i pacifisti chiedono loro di ritirarsi per non esasperare l’orso russo. Insomma, in ogni caso ,, per i pacifisti (non per tutti sia chiaro ma anche quelli in buona fede che cosa possono chiedere di diverso, dal momento che Putin, o perché sta vincendo, o perché sta perdendo, non ha nessuna intenzione di trattare?)., gli ucraini hanno sempre torto e i russi sempre ragione.
Scusate se scrivo anche su questo articolo ma mi è arrivata una vostra email in cui mi chiedete di specificare nei prossimi commenti il mio cognome per evitare di fare confusione tra Fulvio. Sono sincero sono rimasto allibito nonostante la email avesse un tono gentile. Per curiosità sono venuto a leggere i commenti e mi sono accorto che c’è stata la sommossa perchè non ho messo il cognome. Addirittura vengo accusato di essere entusiasta di un articolo. Due Fulvio specificano di non essere loro gli autori, manco avessi offeso qualcuno. Uno, schifato, finisce la frase con un arrogante PUNTO.
In Italia ci sono circa 37.769 persone che si chiamano Fulvio probabilmente i Fulvio che scrivono qui si sentono UNICI.
Sarò cauto nel commentare nuovamente qualche vostro articolo. Leggo volentieri e apprezzo molto Pellifroni, Lisorini, Della Luna, Cosmai, Luceri.
Per la cronaca mi chiamo Fulvio Gemma
Noto che l’amico Baldoino (continuo a chiamarlo amico, perché ne conosco e apprezzo la cultura, al pari dell’altro Fulvio, Sguerso) mi ha investito con una veemenza pari a quella usata da Sguerso contro Lisorini. Non intendo continuare oltre lungo questo percorso, che ha il sapore delle diatribe di cui sono stato testimone all’epoca delle contestazioni studentesche, perché le ritengo sterili, in quanto ciascuno rimane delle proprie idee. Quindi, ciascuno le esponga su queste pagine, parlando ad un proprio uditorio, senza pretendere di convincere, o peggio, mettere alla berlina, quello di diverso parere.
Anch’io continuo a chiamarti amico. Ci mancherebbe altro! Ma quando mi si fa dire cose che non ho detto, non c’è amico che tenga e replico come ritengo giusto.
Forse non lo fai apposta, ma non tieni conto di ciò che ti viene fatto notare. E lo confermi anche con questo tuo ultimo commento, in cui insisti ad attribuirmi cose che non mi appartengono e perciò mi costringi ancora a rivolgerti la stessa richiesta, e cioè, visto che scrivi: “…ciascuno [le proprie idee] le esponga su queste pagine, parlando ad un proprio uditorio, senza pretendere di convincere, o peggio, mettere alla berlina, quello di diverso parere”, di indicare DOVE avrei preteso di convincere o mettere alla berlina qualcuno di diverso parere”.
Confido nella tua onestà intellettuale di farmelo sapere.
Pellifroni non ha certo bisogno del mio supporto né credo possa essere messo alla berlina da chicchessia. Tuttavia, nel merito delle questioni sollevate, mi permetto di ricordare che l’invasione massiccia di cosiddetti migranti è un fatto e non un’opinione ed è altresì un fatto che per la vita quotidiana dei cittadini, per il bilancio dello Stato, per la tenuta del sistema sanitario, di quello scolastico e delle carceri è un disastro al quale è già troppo tardi porre rimedio. Per non aggravarlo è necessario intanto bloccare le Ong italiane e straniere, impedire qualunque forma di guadagno sul traffico e la presenza di stranieri irregolari e agire con fermezza sulla microcriminalità. I confini terrestri possono tranquillamente essere controllati, basta volerlo. Per quelli marittimi non sono necessari blocchi navali: è sufficiente che si sappia che non ci sono strutture di accoglienza, non c’è spazio per attività criminali, non ci sono fondi per l’alloggio e il mantenimento dei clandestini: a quel punto le coste italiane diverrebbero meno appetibili. Detto questo, non si sbarca se non si è in regola, e non ci sono bambini, minori non accompagnati, invalidi che tengano. I veri disperati, in Asia come nell’Africa subsahariana non hanno la più remota possibilità di progettare e pagarsi un “viaggio della speranza”, i veri disperati sono saldamente inchiodati nei loro villaggi, nelle loro periferie e nella loro miseria. Quanto all’Ucraina, bisognerebbe che chi ne parla si prendesse la briga di documentarsi sia sulle vicende interne di quello Stato, a petto del quale il peggiore regime latinoamericano diventa un modello di democrazia liberale, sia sulle condizioni nelle quali si sono trovate le regioni russofone sulla carta autonome; vorrei vedere come reagirebbero Austria e Germania se l’Italia impedisse ai sudtirolesi di parlare tedesco o di insegnarlo nelle scuole, facesse saltare per aria i suoi rappresentanti politici e prendesse a cannonate Bolzano o Bressanone. E, infine, mi si consenta: accomunare le parole di Draghi e quelle del Papa, è una bestemmia. Bergoglio si è adoperato con tutte le sue energie per spengere l’incendio mentre Draghi si è affrettato a buttarvi sopra benzina. E anche questo è un fatto, non un’opinione.
A Fulvio Baldoino. Ti concedo di aver usato impropriamente il termine “contraddizione”, visto che non sono entrato in contraddizione con me stesso, ma in dissenso con le tue opinioni su tutti i punti da me toccati nell’articolo. Siamo talmente distanti che non c’è spazio per un dialogo sereno e proficuo. Esiste tra noi lo stesso vallo che divide gli italiani su larga scala e che è ampiamente emerso in queste ultime elezioni. Su scala ridottissima, emerge anche su Trucioli, con me e Lisorini ed altri da una parte e i due Fulvi e qualcun altro dall’altra.
Quanto alle mie contraddizioni, ti indico candidamente la maggiore: quella tra benessere economico -come lo intendiamo in Occidente- e ambiente. Ormai il nostro livello di vita, pur in peggioramento -non per scelta nostra ma per costrizioni esterne- si regge chiaramente sullo sfruttamento del resto del pianeta, popolazioni incluse. Arginarne la tracimazione sul nostro territorio è un espediente, che va visto come di emergenza e non risolutivo, quale sarebbe invece una drastica svolta nel nostro stile di vita, assai meno dipendente dallo sfruttamento suaccennato. Tuttavia, vorrai riconoscere che sul fenomeno migratorio s’è consolidato un business micidiale, in un’alleanza impropria tra ONG e trafficanti. Una situazione tragica, innescata dall’imposizione globalista di matrice finanziaria. Finché sarà la finanza a dominare il pianeta, e non una politica conscia delle nostre contraddizioni (e la destra in procinto di governarci NON lo è, come non lo era la sinistra, addirittura appiattita, direi addirittura genuflessa sulla visione finanziaria), questa contraddizione di fondo non farà che accentuarsi. E su questo punto almeno, penso di trovarti d’accordo. Sul discorso del debito, siamo così distanti, che è inutile cercare di convincerci a vicenda.
La mia unica e precisa richiesta, non soddisfatta, del mio ultimo commento dell’11 ottobre 2022 alle 19.10 era di segnalarmi dove avrei preteso, come hai scritto tu “DI CONVINCERE, O PEGGIO, METTERE ALLA BERLINA, QUELLO DI DIVERSO PARERE”. Provo a rivolgertela di nuovo (questa volta la ho scritta in maiuscolo, così si vede meglio).
Per evitare fraintendimenti ti chiedo di virgolettare i passi che lo dimostrerebbero.
Solo questo, non altro. Perché se rispondessi altro, significa che non sai rispondere a questo.
Tutto il tuo articolo mira a sconfessare tutto quello che affermo. Non ho bisogno di virgolettare. Non ne avrei detta una giusta. Certamente cerchi di convincermi, o meglio di “sconvincermi” delle mie idee, elencando con dovizia di particolari le tue visioni alternative. In pratica, mi fai passare quanto meno per superficiale, sprovveduto o perlo meno balzano, uno che fa affermazioni fuori del seminato. Forse non mi hai “messo alla berlina”, termine colorito che ho usato per sintetizzare i tuoi argomenti demolitori delle mie convinzioni, ma certamente hai voluto sminuire tutto ciò che ho detto, emergendo come il portatore del buon senso .
Per questo ritengo non ci sia spazio per un dialogo. Tempo perso. Almeno in campo politico. Non cercherò, a mia volta, di “sconvincerti”.
Pace e bene.
Nell’evitare a tutti i costi di rispondere alla mia richiesta di citare i passi in cui avrei cercato di convincerti e/o “sconvincerti”, cosa che non mi è mai passata per la testa e che oltretutto non potevo fare essendo quelle del mio articolo non dimostrazioni ma domande, ti ingarbugli sempre di più.
Infatti nel tuo ultimo commento sostieni: “Non ho bisogno di virgolettare”. Sperando forse che chi legge questa nostra discussione si lasci confondere.
Non credo accada, ma se ci fosse qualcuno un po’ distratto, faccio notare che NON TI HO CHIESTO DI FAR FRONTE AL TUO BISOGNO DI VIRGOLETTARE.
E’ chiaro che tu non ce l’hai questo bisogno; tant’è che virgolette e relative citazioni cerchi in tutti i modi di scansarle, quando invece sarebbe anche l’unico modo di mostrare INCONFUTABILMENTE e ISTANTANEAMENTE che le cose stanno come dici tu e non come dico io.
E’ un bisogno che però può avere il lettore per vedere a cosa ti riferisci quando affermi che io cercherei “di convincere, o peggio, mettere alla berlina, quello di diverso parere” ( a proposito, vedi che io non ho nessun problema a usare le virgolette? ).
Se una cosa così semplice e chiarificatrice non la vuoi proprio fare, sappi che nei fatti non neghi un favore a me, che so benissimo cosa ho scritto, ma appunto al lettore intellettualmente onesto e interessato all’argomento, il quale, per avere le idee chiare, deve spendere un quarto d’ora del suo tempo per andare a rileggersi il mio articolo. Cosa che comunque confesso mi farebbe piacere. Così se tu intendi che non hai virgolettato singoli brani perché il mio testo è da virgolettare dall’inizio alla fine ( rivolgendoti a me dichiari: “Tutto il tuo articolo mira a sconfessare tutto quello che affermo” ), avrà modo di giudicare come meglio riterrà.
Dici che non c’è spazio per un dialogo? Va bene. Anch’io lo CHIUDO. Quello che dovevo dire l’ho detto, e non mi interessa altro.
Signora Giovanna ho letto il suo commento e sono d’accordo su quello che scrive, ma le chiedo se non è crudeltà accettare tutti questi poveracci per poi sfruttarli farli vivere nella sporcizia e nel degrado arrichendo molti italiani. Sono sicuro che lei avrà soccorso chi dorme per strada come sicuramente avrà fatto l’autore dell’articolo e magari li avrà ospitati in casa sua e per questo la ammiro
Auguri