Come si diventa estremisti

COME SI DIVENTA “ESTREMISTI”

COME SI DIVENTA “ESTREMISTI”

Attraverso le facili comunicazioni e le quasi automatiche aggregazioni per interessi comuni rese possibili dai social media, il fenomeno degli estremismi ha subito una forte accelerazione: ciascuno dietro il proprio schermo, del PC o del cellulare, è in grado di approfondire le cause dietro un avvenimento o una notizia che lo ha particolarmente scosso. Di lì in poi gli si schiude e infine spalanca un orizzonte a tutto campo, o per meglio dire una lente di ingrandimento su fatti e opinioni che replicano quell’avvenimento o quella notizia originari.


VIDEO – Questi sarebbero “normali” processi produttivi; estremisti invece chi li denuncia

Personalmente sono un ecologista della prima leva, e ho sperimentato su me stesso questo meccanismo di cooptazione in un’idea, che spesso tracima in ideologia, ossia nella visione del mondo solo attraverso quella lente e quella chiave di lettura. Mi accorgo di ciò quando mi confronto con altri ecologisti, che tali sono diventati in base a quanto li ha sconvolti in un particolare settore dell’ambientalismo. Ho parecchi amici, e specialmente amiche, che ho visto percorrere la strada dell’estremismo animalista, circoscrivendo il loro interesse, la loro empatia, al campo animale. Pur condividendo l’avversione per ogni maltrattamento, sia gratuito che “giustificato” dal fatto di servire alla nutrizione umana, mi sono accorto di avere solo un pallido riflesso del sentimento che provano queste mie amiche, gradualmente trasformatesi in accanite vegetariane e, ultimamente, vegane. Lo stesso penso sia accaduto ai componenti della folta schiera di NO-TAV, bollati anch’essi come estremisti.

Tutto ciò, di cui ho citato solo un paio di esempi, mi ha portato a riflettere sul percorso analogo che ho seguito e che mi ha portato a focalizzarmi dapprima sull’inquinamento in generale e, successivamente, su quella che ho drammaticamente scoperto esserne la matrigna, e cioè la colossale truffa dell’attuale sistema banco-centrico. Se le mie amiche sono diventate animaliste 24 ore al giorno, lo stesso è accaduto a me, che vedo nelle banche e nella moneta privata gran parte delle cause che portano alle odierne storture, all’interno di una cultura che identifica valore e denaro.

Aprendo il giornale, cartaceo o online, ogni giorno i miei occhi si soffermano perlopiù su ciò che ha attinenza con la distruzione dell’ambiente, amplificata dalle guerre incessanti, nonché sui soprusi che ci tocca subire per saziare l’avidità delle banche. I recenti episodi delle 4 banche dissestate, ad esempio, non hanno fatto che accentuare le mie preoccupazioni per l’attuale campagna contro i contanti, col plauso di tanti cittadini che vedono ingenuamente nella loro estinzione la misura più efficace contro l’evasione fiscale. Il martellamento dei media, al servizio dei banchieri, sull’equivalenza [no contanti = no evasione = meno tasse] ha fatto breccia in tanti, che non sembrano essersi accorti che il contante è già sparito, poiché negli ultimi decenni il 92% s’è trasformato in valuta elettronica, immateriale. Tuttavia, ciò non ha minimamente frenato né l’evasione né il lievitare delle tasse. Eppure si continua a sperare che l’eliminazione del residuo 8% farebbe il miracolo che il 92% non è riuscito a fare.  


Moneta fisica: 8% del totale. Di cui 92% privata (cartacea) e 8% pubblica (monete)
 
Ma perché sono partito, nel mio ragionamento, dalle 4 banche in profondo rosso? Perché dal 1° gennaio scorso è partito quel bail in di cui tutti oggi parlano, ma che su Trucioli savonesi denuncio da anni. L’imposizione congiunta del bail in e dei contanti zero toglierà a chiunque la possibilità di salvare il proprio gruzzoletto: pensate se quei risparmiatori che hanno visto volatilizzare le proprie obbligazioni si fossero tenuti sotto il famoso materasso l’equipollente in banconote. Non avrebbero perso nulla e le banche in dissesto non avrebbero potuto limitare le perdite coi loro soldi. Elementare Watson: i contanti sono l’ultima spiaggia per la difesa dei nostri sudati risparmi. In loro assenza le banche potranno banchettare liberamente a nostre spese. Fine della corsa agli sportelli, che tanto angustia i banchieri. Non avremo più nulla in mano, sarà tutto sui computer bancari; vietato l‘accesso.

Pochi sanno che quando depositiamo soldi in banca, anche soltanto sul nostro conto corrente, la banca ne diventa proprietaria a tutti gli effetti di legge e può quindi disporne come meglio crede. Oggi che gli interessi attivi sono a zero o anche meno, l’unico motivo che ci spinge a mettere i soldi in banca è la paura dei ladri. I fatti però dimostrano che i ladri non sono solo i rapinatori col mitra, ma spesso anche distinti dirigenti in doppio petto, che ci rifilano titoli spazzatura per tamponare i loro investimenti sbagliati, le loro speculazioni sui mercati, o semplicemente per arricchirsi in prima persona.


VIDEO – Questo sarebbe il mondo dei “moderati”, denunciato dagli “estremisti” 

Giornali, TV, Internet non fanno che corroborare le convinzioni di quanti i “moderati” bollano come estremisti: le immagini che arrivano da mezzo mondo, sia finanziario che ambientale, portano a chiedersi se gli “estremisti” non siano proprio loro, i sedicenti moderati, per i quali la norma sono invece gli eccessi che hanno fatto passare per normalità, dalla cementificazione alla deforestazione, dall’auto per tutti alla moneta privata, dalle scie chimiche agli zombie col cellulare come appendice inscindibile del corpo.

Quando mi guardo intorno, per cercare di capire chi sono coloro che esprimono idee o ansie simili alle mie, sostituendosi ai miei vecchi compagni di viaggio, e cioè quegli ambientalisti che sono rimasti fermi alla lotta –pur sacrosanta- contro gli scempi locali, senza però risalire alle loro remote cause, mi accorgo allora che una parte di questi –quella che critica il sistema banco-monetario, senza peraltro giungere al punto focale della moneta pubblica- viene etichettata, con disdegno, “estremismo di destra”: dalla Lega a Fratelli d’Italia a Casa Pound. L’astio con cui i moderati di sinistra o di centro criticano questi estremisti è lo stesso che le “democrazie occidentali” degli anni anteguerra riservavano ai regimi dittatoriali, nemici della “plutocrazia”: brandendo la bandiera democratica, riuscirono a sbaragliare, sì, quelle dittature, ma solo per instaurare quella dei signori del denaro, sommergendoci, con provvedimenti graduali e nascosti, di debiti fasulli verso costoro, o meglio verso le loro allegre tipografie. Il mondo è così diventato appannaggio dei creditori virtuali, a cominciare da quella stamperia infinita di dollari che è la Federal Reserve. (leggi questo post)

Insomma, con l’acqua sporca (il totalitarismo) è stato buttato via anche il bambino (la moneta pubblica, senza debito né interessi), e siamo stati gettati nelle braccia dei più esosi capitalisti globali, permettendogli di comprarsi il mondo intero con biglietti colorati e numeri sui computer delle loro banche. Tutto ciò grazie a una classe politica internazionale prostrata servilmente ai piedi di questi tiranni e dei loro laici altari. Mentre i politici che hanno osato opporsi ai bankster sono stati criminalizzati e spazzati via, Craxi in primis. (leggi questo post)

Il 2016 è anno di Giubileo, “della misericordia”, secondo Francesco, il più laico dei papi di Santa Romana Chiesa; il che implicherebbe la remissione dei debiti. Ma di questo atto di riconciliazione neppure il papa secolare ne parla, nonostante la remissione dei debiti sia parte fondante dell’istituto giubilare.

Marco Giacinto Pellifroni             13 gennaio 2016

 

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