Come Elena divenne Sant’Elena

Siccome in occasione del 1700° anno dalla data del primo Concilio di Nicea ( sempre a Nicea poi ve ne fu un altro nel 787 ) che è anche il primo Concilio ecumenico in assoluto, si parlerà inevitabilmente dell’imperatore Costantino il Grande che lo indisse e lo presiedette, è opportuno dedicare almeno un minimo spazio a sua madre Elena ( per esteso, Flavia Giulia Elena, e poi anche Augusta, quando il figlio la eleverà al ruolo di imperatrice ) perché facendolo si potranno tematizzare meglio alcune scelte compiute, nella realtà o nella credenza popolare, dal figlio.
In altre parole, secondo alcuni autori, non si può discorrere di Costantino e del suo supporto alla religione cristiana, senza tenere conto della figura di sua madre.

Di seguito, si portano all’attenzione alcuni punti salienti. Senza pretese di esaurire l’argomento né di diffondersi in commenti, ma solo per palesare che un approfondimento sarebbe finalmente opportuno da parte degli storici specialisti del tardo-antico e della vicenda biografico-politico-religiosa costantiniana.

In ordine sparso:

Elena, nata nel 248 ( ma i dati e le notizie su di lei non sono quasi mai né certi né verificabili, anche perché in larga parte palesemente funzionali al tentativo di costruirne una immagine agiografica ) era stata la concubina ( altri dicono prima moglie ) di Costanzo Cloro, futuro Cesare nominato da Massimiano e padre di Costantino. Morirà a 79 anni, nel 329.
Si reca a Gerusalemme nel 326 o 327, il che significa come il viaggio lo abbia intrapreso all’età di 77 anni, che all’epoca, proporzionandolo alla nostra attuale speranza di vita, significava grossomodo avere almeno un’età corrispondente di 100 anni.
Andò perché spinta, tramandano, dal desiderio di trovare oggetti-reliquia di Gesù, che puntualmente verranno trovati e che le conferiranno la primogenitura di una tipologia di viaggio di grande successo nel medioevo. E forse, aggiungono, non fu estraneo il desiderio di compiere un pellegrinaggio penitenziale per il perdono dei peccati di Costantino che pare avesse ucciso il figlio Crispo e fatta bollire la seconda moglie Fausta, matrigna di quest’ultimo, dopo averla annegata in una vasca.
Ma cosa fa Elena giunta a destinazione? Precisato che storici, apologeti e biografi non sempre forniscono lo stesso elenco e spesso differiscono nei resoconti, ecco cosa al riguardo è più di frequente testimoniato:

-Trova la grotta della natività.

-Trova tre croci sul Golgota e capisce che è di Cristo e non dei due ladroni quell’unica su cui il cadavere di un uomo che vi fu disteso, si rianimò.

-Trova la corona di spine di Cristo ( alcuni dicono solo una parte di essa, altri solo singole spine ).

-Trova la tomba di Cristo.

-Trova i chiodi con cui Cristo fu crocifisso.

-Trova il luogo dell’Ascensione di Cristo.

-Fonda le basiliche sui luoghi santi della Natività, della Passione e della Risurrezione.

Se eventualmente qualcuno, ritenendo gli eventi citati delle leggende, ne derivasse di neppure doverli considerare, bisognerebbe sconsigliarlo. 
In realtà infatti dovrebbero essere considerati ancora più attentamente, in quanto inducono a porsi la serissima domanda su quanto di non storico, essendo a lungo dalla gente creduto storico, abbia finito per fare la storia, e magari ancora la stia facendo.
Sulla scia di questa considerazione, non è difficile interpretare la santificazione di Elena come uno strumento per introdurre alla santificazione di Costantino, il quale parteggiò e favorì in modo decisivo i cristiani.
Tuttavia c’è da dire che questo accadde solo a metà.
Infatti Costantino è oggigiorno santo ( anzi, addirittura tredicesimo apostolo ) per la Chiesa cristiana ortodossa, e non santo per la Chiesa cristiana cattolica.
E questa è di nuovo una bella questione: come qualcuno possa essere insieme santo e non santo. Questione che però, essendo di ambito teologico più che storico, deve essere lasciata alla discussione di abati, vescovi e teologi, magari in un prossimo Concilio ecumenico.

Fulvio Baldoino

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