Combattere i nazisti di fantasia per coprire i nazisti veri

e cercare l’antisemitismo nel posto sbagliato

Tanto rumore sull’inchiesta  di Fanpage sull’organizzazione giovanile di FdI.  La chiamo inchiesta anche se del giornalismo d’inchiesta non ha nulla: con un metodo mutuato dall’Ovra o dal KGB,  armati di un solido pregiudizio strabico e preoccupati della tenuta della nostra democrazia,  i responsabili della testata online hanno infiltrato  una “giornalista” in una  riunione privata per filmare cori, braccia tese, saluti al Duce e canzoni del Ventennio.

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E sai che rischio per l’ordine democratico. Mi verrebbe da dire che per fortuna ci sono ragazzi che conoscono un po’ di  storia  e rivendicano un passato che è nostro, di tutti noi. Poi però, girando qua e là col suo registratore occultato, l’infiltrata ha fatto il colpo grosso: è riuscita a captare la frase di una giovane militante contro una deputata del suo stesso partito, che si sarebbe a suo dire avvantaggiata dal fatto di essere ebrea e di appartenere pertanto ad una categoria protetta, soprattutto a destra. Apriti cielo! abbiamo un problema! Il governo è nelle mani di un partito che alleva  giovani fascisti, antisemiti e nazisti.  Già anche nazisti, perché pare che qualcuno dei virgulti di FdI si sarebbe avventurato in un “Sieg heil!”
Non c’era bisogno di guardare dal buco della serratura: giovani – e meno giovani  – incuriositi, attratti o affascinati dal Ventennio ce ne sono tanti  e molti di loro pensano che il loro luogo naturale di aggregazione sia il partito della Meloni. Personalmente sono convinto che in questo modo contribuiscano a dare spessore  a un partito che non ce l’ha e non l’ha mai avuto nemmeno nelle sue precedenti versioni. Nel merito:  non ho niente contro il rimpianto di un passato colpevolmente rimosso ma la politica non si fa con la nostalgia e gli ideali, quelli autentici, devono proiettarci verso il futuro, sono la stella polare per guardare avanti e non per volgersi indietro. Se poi  si ha il legittimo sospetto di un ritorno di antisemitismo si fa bene a essere preoccupati ma cercarlo a destra  con la bacchetta del rabdomante fra i ragazzi  che sognano un’Italia di cui essere orgogliosi  quando è spiattellato, urlato, oscenamente esibito nelle piazze della sinistra è un’operazione di una stupidità sconcertante o di sfacciata ipocrisia. E siccome è poco probabile  che i o le depositarie della memoria della Shoah siano degli o delle sprovvedute non resta che pensare che siano persone che di quella memoria hanno fatto una rendita personale.

E torniamo al Sieg Heil, saluto alla vittoria, che non è precisamente Heil Hitler, smaccatamente nazista, ma una formula di saluto adottata dal regime  nazista. I partigiani del Führer, che avevano un senso dell’umorismo paragonabile a quello dei compagni, non sarebbero stati contenti nel sentire il loro grido di battaglia ridotto in burletta. Se questo è neonazismo siamo alle comiche finali.  Ma i media occidentali, con la compiaciuta approvazione dei nostri compagni e il supporto dei maîtres à penser hanno fatto anche di peggio: ostracismo ad  Alternative für Deutschland perché il suo leader ha osato affermare che non tutti quelli che avevano indossato la divisa delle SS erano criminali.  Ricordo sommessamente che AfD è il partito europeo più esplicitamente contrario agli aiuti militari all’Ucraina e l’unico che fin dall’inizio dell’operazione militare speciale si è rifiutato di condividere la tesi di una immotivata aggressione russa all’Ucraina.

Tanto nostalgici del nazismo evidentemente quei Kameraden  non lo sono se, a differenza della Meloni e dei suoi scagnozzi, non sembrano simpatizzare per i neonazi dichiarati che rivendicano la continuità con i patrioti che accolsero i tedeschi come liberatori e si impegnarono fattivamente a ripulire l’Ucraina dagli ebrei e dai polacchi. Noi, giustamente, abbiamo scolpito nel bronzo le stragi tedesche e le connivenze – per altro controverse – della Rsi: in Ucraina celebrano come eroi nazionali gli autori di stragi  mille volte più orrende di quelle delle fosse ardeatine o di Marzabotto (bastino per tutte Katyn e lo sterminio di un milione e mezzo di ebrei). In un Paese così compromesso  con l’Olocausto dovrebbe ripugnare la vista di uniformi, tatuaggi e vessilli che spudoratamente si richiamano al nazismo  e non dovrebbe essere tollerata la presenza  di figuri che ne hanno ripetuto la stupida ferocia ai danni delle popolazioni russofone (e non mi riferisco solo al battaglione Azov).

Insomma a farla breve: come si giustifica la caccia alle streghe  contro gli inesistenti neonazisti italiani o tedeschi   quando i veri nazisti del nord Europa russofobo e i veri e dichiarati nazisti ucraini non vengono neppure sfiorati? E, fatte le dovute proporzioni, con che animo Liliana Segre dichiara di voler lasciare l’Italia infestata dai ragazzotti dell’ex Fronte della Gioventù dopo aver assistito in rassegnato silenzio allo sventolare nelle nostre strade delle bandiere dei terroristi di  Hamas e al moltiplicarsi di episodi di antisemitismo nelle nostre università, nelle quali da parte dei collettivi rossi il confine fra la protesta contro Israele e la caccia all’ebreo è stato  ampiamente superato.

Post scriptum

Qualcuno dovrebbe suggerire al Cognato che le parole del Capo dello Stato  possono essere  ascoltate, lette e anche criticate.  Ma forse rimpiange il carisma di una infallibile Guida Suprema.

Pierfranco Lisorini

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