Circoncisione [Il Flessibile]
San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, dal prossimo anno potrà riavere la sua giornata.
Le Istituzioni hanno accolto la proposta di Davide Rondoni (presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni per l’ottavo centenario della morte del Poverello d’Assisi) e portato a termine l’iter parlamentare: dunque il 4 ottobre ritornerà dopo cinquant’anni ad essere festa nazionale.
Francesco è sicuramente un esempio per ciascuno di noi.
Ha abbracciato la minorità come stile di vita e l’ha esaltata con azioni rivoluzionarie, oggi diremmo attraverso gesti mediaticamente potenti.

PUBBLICITA’
È anche vero però che noi non siamo in grado di comprendere fino in fondo, l’uomo moderno non ne ha le capacità e neppure la possibilità; il teologo Domenico Paoletti, frate minore e studioso francescano, parla infatti di attualità inattuale della minorità proprio a significare l’inadeguatezza dei princìpi del Santo rispetto all’insaziabile desiderio di affermazione di sé, di centralità e visibilità, di successo.
Sabato scorso – 4 ottobre – ho partecipato alla messa celebrata presso la Chiesa dei Cappuccini della mia città.
La seconda lettura era la lettera di Paolo ai Gàlati e un passo di questa (6,15) mi ha fatto riflettere:
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura.
E a seguire (6,16) la conclusione che Paolo offre all’uditorio:
E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
Ecco, mi sono sentito chiamato in causa non solo come cristiano ma anche e soprattutto come cittadino del mondo.
Ciò che viviamo oggi, oltre a non avere nulla della minorità francescana, non ha nulla neppure della pace e della misericordia predicata dal Nuovo Testamento; se sulla semplicità ciascuno di noi può lavorarci, sulla pace e sulla misericordia la sfida è diventata troppo grande.
Per circoncisi e non.
