Cinema: Welcome
Welcome, regia di Philippe Lioret, drammatico
Calais, Francia, punto cruciale dell’immigrazione, pene severe per chi aiuta in qualche modo gli irregolari. L’obiettivo per molti clandestini è di imbarcarsi per Dover, rimanendo nascosti, e sperare, in Inghilterra, di avere un diverso trattamento.

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Un giovane iracheno, minorenne, venuto a piedi dall’Iraq, vuole andare in Inghilterra per incontrare la ragazza che ama. Il suo amore, corrisposto, sembra dargli la forza necessaria per superare i tanti ostacoli che si frappongono tra lui e lei.
Il ragazzo è deciso ad attraversare lo stretto di mare, che separa la Francia dall’Inghilterra, muovendosi a nuoto, ciò nonostante le correnti, le navi che incrocerebbe ogni 10 minuti, gli squali, e le motovedetta della polizia che lo porterebbero direttamente in prigione.
Per compiere tale impresa è indispensabile per lui saper nuotare veloce. L’iracheno è quindi costretto a prendere numerose lezioni in piscina. Il suo maestro di nuoto, empatico, si prenderà cura di lui anche privatamente, ciò nonostante i contrasti che lui sa nascerebbero inevitabilmente tra loro, che saranno molto forti, non ultimo causati dai tentativi di furto del ragazzo nella stessa abitazione del Maestro.
Riuscirà il giovane clandestino a portare a termine la sua disperata impresa? E che senso assumerà via via il suo rapporto col Maestro di nuoto?
Il film.
Andamento letterario, sulla scia della ormai numerosa uscita di buoni libri sulla immigrazione.
La drammatizzazione funziona a meraviglia, grazie anche a una assenza di sconti per quanto riguarda il profilo psicologico e la situazione, disperata, in cui si muove il clandestino protagonista del film…
Film etico, di fatto mette in luce come il razzismo verbale del cittadino medio europeo, possa, attraverso la conoscenza più approfondita dell’immigrato, trasformarsi in una forma di apprezzabile e attiva solidarietà…
Biagio Giordano (fotografo coordinatore della sezione fotografia dell’Associazione culturale no profit Renzo Aiolfi di Savona)