Cinema: Undine – Un amore per sempre

Locandina tratta da Amazon.it che vende il film

Undine – Un amore per sempre (Undine), è un film del 2020,  scritto e  diretto da Christian Petzold, con Paula Beer, Franz Rogowski, genere drammatico

Undine Wibeau è una giovane e brillante storica dell’urbanistica della capitale tedesca, presenta e commenta i modelli architettonici e le planimetrie storiche presenti al Senato di Berlino.

PUBBLICITA

La donna ha una relazione complicata con il giovane e fascinoso Johannes, che sembra però deciso a lasciarla. I due si incontrano per qualcosa di importante e decisivo riguardante la loro relazione, e lo fanno in un bar, vicino al posto di lavoro abituale di Undine.

La donna,   con molta freddezza, chiede a Johannes di attenderla per una trentina di minuti perché impegnata in una conferenza,  ma, stranamente, prima di andar via lo minaccia in modo esagerato,  dicendogli che se  al suo ritorno non lo troverà  più in quel Bar, lo ucciderà.

Al suo ritorno, Undine  constata amaramente che Johannes nel Bar non c’è più.

Dentro al locale le viene incontro un uomo, Christoph, che aveva assistito con molto interesse alla sua recente conferenza urbanistica. Egli si fida della donna e ama quindi parlarle, umilmente, lo fa raccotando alcuni aspetti della propria vita: che è quella di un palombaro. In seguito le chiede se vuole prendere un caffè con lui, ma Undine sembra assente, indifferente alla presenza dell’uomo, il suo sguardo porta i segni dello shock appena subito con Johannes,  che è scomparso nel nulla. La donna  a un certo punto lascia cadere inavvertitamente  il suo cellulare.

 Christoph si precipita a raccoglierlo, ma si rialza troppo bruscamente, e non si avvede nelle vicinanze della presenza di un acquario,   finisce per urtarne il basamento su cui è situato,  mandando in frantumi tutti i vetri. Alcune schegge   feriscono Undine. Dopo averle estratte, Christoph dona a Undine una piccola statuina di  palombaro caduta sul pavimento durante il dissolvimento dell’acquario.

Il cameriere del Bar, indispettito per l’incidente, urla ai due di non mettere più piede in quell’esercizio.

Commento
Il film ha numerosi aspetti scenici originali tanto che essi appaiono  a volte anche  strani, e in ciò va dato atto agli autori di un coraggio sperimentale sopra le righe, mi riferisco ad esempio a  quel  brusco “…ti uccido” rivolto  dalla donna al suo uomo nel caso non lo avesse ritrovato nel Bar dopo 30 minuti, una minaccia spropositata che non aveva niente di ironico o simbolico, né scherzoso, tanto da far pensare allo spettatore che la donna avrebbe messo veramente in atto quanto affermato…

Il modo di raccontare del film ha nel complesso una forma coinvolgente, tanto da indurre lo spettatore a seguire il film con un certo interesse, interrogandolo, con forte curiosità, su come si sarebbero potuti sciogliere i difficili nodi costruiti nella prima parte e oltre del film. I due finali poi, che caratterizzano il racconto filmico, sono ben congeniati, perché il primo  non lascia indizi nel suo percorso che possano far pensare a un proseguimento del racconto, e fa quindi  credere    che non esiste un secondo finale.

Ottime recitazioni dei tre giovani protagonisti.

Biagio Giordano (fotografo coordinatore della sezione fotografia dell’Associazione culturale no profit Renzo Aiolfi di Savona)

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.