Cinema: The life of David Gale (La vita di David Gale)

The life of David Gale (La vita di David Gale), di Alan Parker, con Kevin Spacey, Kate Winslet, paese Usa, anno 2003, Drammatico, 130 minuti, pellicola a colori.

Locandina tratta Amazon.it che vende il film

Docente di filosofia (Kevin Spacey), lacaniano, è impegnato pubblicamente contro la pena di morte, di cui documenta alle istituzioni tutte la sue assurdità etiche e le nefaste correlazioni pratiche che si porta dietro, compresi i tempi per provare l’innocenza nei casi dubbi: non previsti da un protocollo che rimane rigido incapace di discernere il valore giuridico delle varie tipologie di prove fra caso e caso, cosa che non dà la certezza in certi processi, seppur molto particolari, di aver condannato il colpevole.
Durante una festa universitaria il docente viene assalito da una fascinosa studentessa che lo obbliga, dapprima contro il suo volere, e poi consenziente a un rapporto sessuale fugace e illecito.
Sarà la sua rovina, la studentessa lo denuncia per stupro e anche se poi ritirerà l’accusa, sul docente (divenuto famoso per le sue battaglie politiche) peserà sempre l’ombra di aver commesso un gravissimo reato. L’uomo perderà il lavoro e si darà all’alcool, ma con una sua cara amica di lotte politiche, malata di leucemia, nascerà un amore irrefrenabile che continuerà a dare senso alla sua vita e alla lotta per la causa politica contro la pena di morte.

PUBBLICITA’

Dalla intimità molto confidenziale, solidale, ricca di complicità di pensiero con la propria amata, nascerà un progetto tanto geniale quanto eroico, che darà un duro colpo alle istituzioni giudiziarie, sostenute politicamente nel Texas dai favorevoli alla pena di morte e che sono appena maggioritari.
Consisterà in un sacrificio del proprio sangue, con nobili finalità, studiato nei minimi dettagli, con notevole intelligenza e cura etica, un progetto che riuscirà pienamente nei suoi intenti, e farà saltare molte poltrone governative, rimettendo in discussione anche l’equilibrio elettorale tra gli elettori favorevoli alla pena di morte e quelli contrari.
Film di spessore, con una sceneggiatura che abbinata a una fotografia di ottima composizione drammatica (primi piani ripetuti e dettagliatissimi nel dare risalto alla modulazione dei volti) esalta la capacità narrativa del cinema facendola diventare un’estetica autonoma dal libro.
Grandissima recitazione dei tre protagonisti del film. Il regista Parker lascia il segno, arricchendo la semiologia iconica del cinema di nuove idee fotografiche, di nuovi modi nel dar ritmo (scorrevolezza del significato) alle scene…

Biagio Giordano (fotografo coordinatore della sezione fotografia
dell’Associazione culturale no profit Renzo Aiolfi di Savona)

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.