Cinema: Taxi driver
Taxi driver, 1976, Usa, regia di Martin Scorsese, con Robert De Niro, drammatico.

Locandina tratta da amazon.it che vende il film
Ambientato dopo la guerra nel Vietnam, a New York negli anni ’60, il film ha per protagonista un militare reduce dal Vietnam, Travis (Robert De Niro), che vive solitario con problemi di insonnia in una modestissima casa.

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Travis, di umili origini, nonostante abbia trovato un lavoro da taxista ben remunerativo, ha molte difficoltà a inserirsi nel tessuto sociale in cui risiede, l’esperienza di guerra l’ha reso asociale, duro e crudo nei modi di fare, soprattutto nei confronti di rapporti che potrebbero essergli utili.
Travis è particolarmente invadente e offensivo negli approcci con le donne, in particolare con quelle che lo colpiscono per la bellezza. Sarà proprio la delusione patita con una donna che ammirava per le sue grazie, e che non ne voleva sapere di aprirsi con lui, a portarlo sulla strada del protagonismo patologico.
Travis, moralista senza mezzi termini, compierà una impresa clamorosa, si scontrerà armato contro i responsabili di una casa di prostituzione, che utilizzano, per fare maggiori affari, ragazze minorenni…
Capolavoro di Martin Scorsese, che mette a nudo l’altro volto dell’America del benessere, quello dove la violenza esercitata dagli emarginati di New York si somma con la violenza dei moralisti interclassisti bianchi inclini a dare la colpa del degrado ai poveri di colore e ai miserabili in solitudine, con conseguenze nei confronti dei più deboli di gravi umiliazioni e abolizione di ogni diritto. Tutto ciò abilmente strumentalizzato dalla politica conservatrice…
Biagio Giordano (fotografo coordinatore della sezione fotografia dell’Associazione culturale no profit Renzo Aiolfi di Savona)