CINEMA: Suite francese

 
RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
SUITE FRANCESE
In sala nella provincia di Savona

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO  

Suite francese

  Titolo Originale: SUITE FRANÇAISE

Regia: Saul Dibb
Interpreti: Michelle Williams, Margot Robbie, Matthias Schoenaerts, Kristin Scott Thomas, Sam Riley, Eileen Atkins, Lambert Wilson, Ruth Wilson, Alexandra Maria Lara, Tom Schilling, Harriet Walter, Clare Holman
Durata: h 1.47
Nazionalità: Canada, Francia, Gran Bretagna 2014
Genere: drammatico
Tratto dal libro “Suite francese” di Irène Némirovsky
Al cinema nel Marzo 2015
Recensore Biagio Giordano

In sala nella provincia di Savona

 Suite francese (Suite française) è un film caratterizzato da quella tipologia di racconto che si cala nelle emozioni procurate dal dramma d’amore vissuto in un contesto di guerra.

Uscito nel 2014, la pellicola è diretta da Saul Dibb  ispirato dall’ omonimo romanzo di Irène Némirovsky. Il libro elabora i primi due “movimenti” di quello che avrebbe dovuto diventare un “Poema sinfonico”; il progetto comprendeva  cinque parti: Tempête en juin (Tempesta in giugno), Dolce, Captivité (Prigionia), Batailles? (Battaglie), La Paix? (La Pace).


Irene Nemirovsky ebbe, da un certo punto della sua vita in poi, un’esistenza infelice e tragica. Nel luglio del 1942, dopo aver  scritto i primi due capitoli del progetto, fu improvvisamente fermata e deportata in quanto ebrea, prima a Pithiviers poi ad Auschwitz, dove morì il 19 agosto del 1942 per sospetta febbre tifoide.

Particolarmente emozionante la sua ultima lettera scritta a matita: Giovedì mattina – 14 luglio ’42 – Pithiviers: “Mio amato, mie piccole adorate, credo che partiamo oggi. Coraggio e speranza. Siete nel mio cuore, miei diletti. Che Dio ci aiuti tutti”.

Il libro verrà pubblicato dopo la sua morte, precisamente  nel 2004, e in Italia nel 2005, quindi a più di mezzo secolo dalla sua stesura.


Nel film la trama è incentrata sulla storia d’amore tra una donna francese e un soldato tedesco, avvenuta durante i primi anni della occupazione tedesca della Francia. I personaggi sono interpretati rispettivamente da Michelle Williams e Matthias Schoenaerts. Del cast fanno parte anche  Kristin Scott Thomas, Sam Riley, Ruth Wilson, Lambert Wilson  e Margot Robbie.

Nella trama del film, durante la seconda guerra mondiale, la bella e raffinata Lucille Angellier (Michelle Williams) vive assieme alla prepotente suocera in un piccolo paese della campagna francese. La donna attende notizie del marito partito per la guerra, per il quale non ha mai avvertito dei veri e propri sentimenti d’amore.

Lucille trova consolazione e piacere suonando il pianoforte. Un giorno la vita della tranquilla cittadina viene sconvolta dall’occupazione dei nazisti, affamati di tutto compreso il desiderio vorace di possedere con la forza le donne, e Lucille fa conoscenza con il colto comandante tedesco Bruno von Falk, cui verrà assegnata, per ordini superiori, una stanza comando proprio nella sua abitazione.


 

Il comandante riceve ogni giorno diverse lettere anonime da parte degli abitanti del paese, che mettono a nudo segreti, vizi e ossessivi retro pensieri dei compaesani, il tutto con  grande cattiveria. Tramite queste lettere un giorno Lucille viene a sapere che suo marito  aveva messo in cinta un’altra donna. Delusa dal marito la donna decide di accettare la corte del comandante per cui nutre sentimenti di stima e una forte attrazione erotica. Fra i due   si svilupperà in breve tempo una storia  d’amore infuocata, che sarà tanto appassionata quanto difficile e drammatica: impossibilitata com’è per forza di cose a sfociare verso una convivenza maggiormente appagante.

Parte delle riprese  del film sono state effettuate a Marville, un comune francese di 575 abitanti situato nel dipartimento della Mosa nella regione della Lorena.

 Il film è stato proiettato in anteprima il 5 novembre 2014 all’American Film Market. E nel regno Unito è uscito il 13 marzo 2015, mentre in Italia è in distribuzione dal 12 marzo 2015.


 

Gli autori del film costruiscono bene la prima parte del racconto, creando aspettative e curiosità verso i successivi sviluppi della storia tali da avvincere lo spettatore come raramente accade in questo difficile genere di pellicole.  La parte che si avvia verso il finale però delude, perché la narrazione non trova idee originali per sciogliere i nodi sagacemente costruiti in precedenza.

Tutto rimane prevedibile o spettacolarmente scontato. Gli autori potevano uscire da questa impasse che riguarda soprattutto l’estetica narrativa se solo avessero approfondito i profili dei personaggi protagonisti, dandogli un maggior spessore culturale e mettendo in evidenza i lati più complessi e contraddittori che caratterizzano una psiche soggetta ad innamoramento.

Un dialogo quindi più profondo tra i personaggi, al di là del rischio prolissità, accompagnato e sostenuto da scene prolungate ricche di linguaggio visivo e inspessite nel significato da più numerosi flash back, avrebbe tolto all’autore l’assillo di trovare a tutti i costi soluzioni originali per il finale pena il fallimento del film, riservando al gioco culturale di parole svelatrici di ambiguità raffinate, di sentimenti, di pensieri e responsabilità etiche sulla vita, di introspezioni misteriose, tutto il peso di procurare allo spettatore una soddisfazione  identificativa sia con il complessivo messaggio etico del film che con i personaggi,  inoltre ciò avrebbe procurato importanti emozioni legate al terrore e alla pietà, due termini cardine di questo genere di film e della letteratura teatrale, così come caldeggiate dalle antiche e famose regole Aristoteliche sul racconto teatrale.


E’ sempre più difficile in questo genere di film comporre in un modo che faccia promuovere il film a pieni voti, perché tanto ha già detto su ciò il cinema nella sua storia ormai ultracentenaria, e lo ha detto sia in termini contenutistici che formali (codici visivi).

Occorre rimeditare con studi specifici il tutto e per eventuali nuovi film di questo genere imparare a restare su un piano di approfondimento delle tematiche messe in gioco che sappia sfociare a un certo punto in qualcosa di trasgressivo eticamente e nel costume, ma non banale, mostrando quindi coraggio anticonformistico nel rappresentare ciò che si immagina possa essere ancora trascritto cinematograficamente per il piacere pedagogico dello spettatore di ogni età.

 

Biagio Giordano 

   

I  LIBRI

DI BIAGIO GIORDANO

 PUOI ACQUISTARLI QUI

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.