Cinema: Shining (The Shining)

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO

Shining (The Shining)

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO

 Shining (The Shining)

Shining (The Shining) è un film del 1980 diretto da Stanley Kubrick, liberamente ispirato al romanzo (con lo stesso titolo) scritto da Stephen King nel 1977.

Shining (La luccicanza, secondo l’uso fatto dal film del termine Shining) è una proprietà particolare del cervello umano di qualcuno, (ancora lontana da ogni dimostrazione scientifica ma non per questo da sottovalutare), che porta alla coscienza dei dotati, in luoghi dove sono stati commessi efferati omicidi, le spaventose immagini protagoniste di quelli eventi neri.

Shining è un film di genere nuovo, tra l’horror, il paranormale da spettacolo, il thriller fantastico, dove la musica si conquista uno spazio comunicativo sorprendente divenendo un vero e proprio linguaggio: che non solo introduce le scene spaventose ma le descrive e le concettualizza accentuandone la drammaticità.

Un film costruito con grande sicurezza e disinvoltura fotografica, con codici visivi-letterari del tutto originali che fanno, (proprio in virtù di ciò), di Kubrick un artista cinematografico di altissimo livello, sia tecnico che di intelligenza e fantasia inventiva.

Montaggio da orologeria svizzera, angolazioni fotografiche di ripresa studiatissimi sia negli interni che negli esterni, luci e colori disposti in modo da comporre un poema, (essi dicono in modo simile alle parole), allora non solo nulla è casuale in questo film ma la composizione risultante di tutti i linguaggi artistici che lo animano è simile ad un’orchestra appena nata, originale e di grande effetto, che solo il cinema poteva dare.

Ciò è sfuggito a tutti.

Poco è stato detto di teorico e storico su questo film, forse perché l’opera appare immaginificamente sequestrata in un altrove chiuso, conservatore, dove approfondire con lo scritto e la parola può rompere l’efficacissimo incantesimo mistico creato da Kubrick.

Grande successo di critica e di popolarità, e tanta ovvietà percepita, del gusto proposto col film (che il genio intuisce e sviluppa con la sua opera nuova), da paralizzare i sensi, una ovvietà divenuta cadaverica, tale cioè che il film pur rivedendolo sempre in TV non ha più effetti di studio.

     Biagio Giordano

BIAGIO GIORDANO A “VETRINE D’ARTISTA”

Inaugurazione: 5 marzo 2018 ore 10

Curatela: Silvia Bottaro, presidente Associazione “Renzo Aiolfi

Se ne parla…QUI….QUI….QUI

 

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