Cinema: Professione reporter
Professione reporter, 1975, regia di Michelangelo Antonioni, Italia, drammatico.

Locandina tratta da Amazon.it che vende il film
David Locke, noto giornalista televisivo statunitense, fa servizi in Africa. Nel suo lavoro cerca di capire il perché delle ribellioni armate che si svolgono contro governi di alcuni Stati considerati illegittimi.

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Un giorno, in Albergo, David Locke decide di abbandonare la sua professione e l’abituale modo di vivere. Lo fa sostituendosi ad un certo David Robertson, venditore di armi, che gli assomiglia moltissimo e di cui, accidentalmente, trova il cadavere in una stanza dell’Albergo vicina alla sua (una morte dovuta a un infarto).
Film sul senso di un’epoca, sul suo inconscio collettivo inteso come depositario operativo di desideri rimossi, fantasmi, volontà ferite che cercano un riscatto, un mondo che rimanda all’interiore umano più profondo, alla cui formazione ha contribuito un civile non ancora in grado di domare con le proprie istituzioni certe pulsioni ataviche.
Uno dei film più difficili per il pubblico di Michelangelo Antonioni, che poco concede allo spettacolo, concentrandosi su problematiche esistenziali tipiche degli anni ’70, come ad esempio le crisi di identità dei cittadini, malesseri legati a un mondo occidentale in forte espansione economica, un mondo che sembrava voler mettere da parte ogni ragione etica del vivere e del lavorare, puntando tutto sulla cinica competizione, ossia su qualcosa che per definizione è privo di ogni aspetto etico …
Biagio Giordano (fotografo coordinatore della sezione fotografia dell’Associazione culturale no profit Renzo Aiolfi di Savona)