Cinema: Operazione San Gennaro

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Operazione San Gennaro

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO

Operazione San Gennaro

 

Operazione San Gennaroè un film commedia, colossal, del 1966 diretto da Dino Risi, con Totò, Nino Manfredi, Senta Berger, Harry Guardino, Mario Adorf e Dante Maggio. 

Napoli. Jack, Maggie e Frank sono tre esperti ladri statunitensi che hanno in mente di rubare il tesoro di San Gennaro, composto in prevalenza da donazioni di fedeli fatte di ori e gioielli di grande valore: all’epoca si poteva stimare che il tesoro avesse un valore di circa 30 miliardi di vecchie lire (15 milioni di euro circa). 

I tre hanno un piano tutto sommato credibile, a lungo studiato, e strumenti tecnologici statunitensi all’avanguardia tali da rendere l’impresa fattibile come ad esempio la macchina laser portatile in grado di tagliare le spesse lamiere presenti sulle porte più vicine al tesoro.  

Ma per mettere in pratica il loro progetto i tre hanno bisogno anche di conoscere tante cose tenute quasi segrete, come  ad esempio: i metodi con cui viene fatta la vigilanza di quel tesoro. Anche per questo, senza le giuste collaborazioni da parte di opportuni personaggi del posto, ossia di persone influenti operanti in diversi campi amministrativi, l’impresa diventerebbe impossibile.

Jack, Maggie (una sfavillante Senta Berger) e Frank chiedono quindi aiuto a un potente personaggio in pensione della Napoli noir, don Vincenzo detto “il fenomeno”, che però pur interessato alla cosa gli riesce difficile accettare di collaborare all’impresa in quanto detenuto da tempo nel carcere di Poggioreale. 

Egli però vuol aiutare i tre ladri, è fa loro il nome di Armanduccio Girasole, detto “Dudù” un personaggio che stima, affermatosi con pieni meriti nel campo della Napoli più trasgressiva nonostante fosse a capo di una banda non proprio all’altezza. 

Contattato, Dudù dopo diverse meditazioni su quanto riferitogli sta al gioco e mette a disposizione la sua banda seppur poco affidabile, composta da Sciascillo, suo assistente personale, il “Barone”, un uomo che dice con orgoglio di avere il cuore a destra e vive come fenomeno da studiare in aule universitarie e congressi internazionali di medicina, poi il becchino “Agonia” e il “Capitano”, capo ultras del Napoli e presunto “tecnico” tutto fare della banda. 

L’impresa, superate molte diffidenze da ambo le parti, a un certo punto si avvia, essa vede i due gruppi all’opera: uno statunitense e l’altro napoletano, e molte saranno le situazioni divertenti, tese, comiche e paradossali generate lungo il cammino della pellicola dal regista di talento Dino Risi.

L’arte del film. Eccezionale scenografia calata sul reale delle vie di Napoli, infinite trovate a sorpresa nello sciogliere i nodi narrativi creati nella prima parte, ritmo incalzante, dialoghi efficaci banali solo in apparenza con esiti finali tipo effetto freddura (Woody Allen docet?) ben studiati.

Capolavoro incompreso di Dino Risi che trasmette al pubblico la vita più intensa e affascinante, esplosiva a volte, della Napoli misteriosa, quella incorniciata da enigmi seduttivi, che invitano lo spettatore a conoscerne tutti i segreti che racchiudono.
Fotografia eccezionale, avvolgente con i suoi colori caldi e saturi…

Senta Berger straordinaria per la credibilità che dà al personaggio con il compito di sedurre, Nino Manfredi sopra le righe in una delle sue parti forse più riuscite…

    Biagio Giordano

 

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