Cinema: Oltre le colline

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Oltre le colline

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO

Oltre le colline

 

Regia: Cristian Mungiu

Interpreti: Cosmina StratanCristina FluturValeriu AndriutaDana Tapalaga

Durata: h 2.30
Nazionalità:  Romania 2012
Genere: drammatico
Al cinema nell’Ottobre 2012

Recensione di Biagio Giordano

Premessa. Il film è ispirato a una vicenda di cronaca apparsa nei primi anni 2000, che descriveva come nel convento della Santa Trinità di Tanaco, nella Romania orientale, una giovane suora di nome Irina,  a seguito di un suo strano comportamento, fosse stata  messa sopra una croce,  subendo un esorcismo. 

Trama del filmLa giovane Alina, di origini rumene, dopo aver lavorato per un certo tempo in Germania, ritorna al suo paese. Il suo principale desiderio è rivedere  l’amica Voichita e restare accanto a lei. Le unisce un amore irrefrenabile che affonda le sue radici in  un trascorso comune in orfanotrofio. 

Alina in precedenza viveva con dei genitori adottivi con i quali a un certo punto non riusciva ad andare più d’accordo e Voichita  durante l’assenza per lavoro della sua amica aveva preso i voti cristiani andando poi a vivere  in un monastero ortodosso situato in una zona  situata al di là della collina del  suo paese rumeno. 

Alina, su suggerimento di Voichita, è ritornata in Romania per andare a vivere con l’amica in quel convento, ma viene accettata con riserva dal prete responsabile, anche perché nulla sapeva prima di quell’arrivo.

 Il prete, capo spirituale del convento,  vuole che la ragazza metta Cristo al primo posto nel suo cuore. Il prete segue rigidamente le principali regole scritte nel vangelo che prescrivono la formazione di comunità cristiane basate esclusivamente su una  fede autentica. 

La disuguaglianza di trattamento tra lei e le altre sorelle è perciò evidente, ma non è una vera e propria discriminazione, in quanto la disuguaglianza appare provvisoria, legata com’è semplicemente al fatto che si aspetta pazientemente  una  confessione di fede  da parte della nuova venuta. 

Una confessione che però tarda ad arrivare.

 Il sospetto generale che Alina  desideri vivere nel convento soprattutto per stare insieme a Voichita, con la quale ha  il trasporto affettivo più importante della sua vita, prende nell’ambiente, via via, sempre più consistenza, e quando Voichita rifiuta di trasferirsi con Alina in Germania per vivere finalmente insieme a lei come aveva promesso, scoppia in Alina un moto di angoscia,  che si trasformerà in un profondo  risentimento di gelosia. 

Da quel momento la sua posizione in Convento si farà sempre più difficile, non avendo fede,  Alina non riesce a sublimare i rancori che la pervadono, e per debolezza psichica finisce quindi per cadere in un grave stato clinico: isterico-depressivo. 

Alina  pensa che Voichita menta, che in realtà non voglia partire con lei perché essa è innamorata del prete, cosa che l’amica non smentisce, e ciò porta Alina ad un comportamento ripetutamente violento, dissacrante, offensivo verso le icone cristiane, annichilendo tutti i facenti parte dell’ambiente  del monastero, e costringendo il prete, che non può espellere la donna in quanto priva di  dimora, a prendere provvedimenti drastici, drammatici, legati al rituale esorcistico, che, nei vangeli era praticato dallo stesso Gesù senza rituali particolari. Il prete rumeno cerca di risolvere i gravi problemi di Alina espellendo il male che è in lei, semplificato e inteso come potere del demonio.

Riuscirà Alina a ritrovare la serenità e la fede che le manca?

Commento. Oltre le colline (Dupa dealuri) è un film del 2012  diretto da Cristian Mungiu. La pellicola è stata presentata in concorso al Festival di Cannes 2012, dove ha vinto il Prix du scénario e il Prix d’interprétation féminine alle attrici Cosmina Stratan e Cristina Flutur. 

Contrariamente a come questo film è stato spesso giudicato, cioè audace e fedele  specchio di una realtà degradante dominata da pregiudizi e arretratezze di ogni genere presenti in alcuni ambienti ecclesiastici ortodossi della Romania, l’opera di Mungiu si impone per come riesca a svelare con buona credibilità  le positive logiche della fede cristiana, che sono comunemente prive di disumanità, secondi fini, o corollari di violenza gratuita. 

Nel film per quanto riguarda le responsabilità sui mali che accadono, appare vincente la chiesa e perdente le istituzioni pubbliche rumene di una certa zona del territorio. Precisamente, appaiono irresponsabili le istituzioni sanitarie, di protezione sociale, e quelle poliziesche, tutte invischiate passivamente nella povertà del paese e con un personale cinico, arrogante, sospettoso, del tutto privo di quella necessaria empatia e intelligenza per migliorare i risultati di una  ricerca della verità, della giustizia e delle condizioni di cura dei pazienti più sventurati. 

Tutti i mali presenti in questo film vengono scaricati dalle istituzioni pubbliche sulla Chiesa, la quale sa per coerenza di fede, che non può respingerli, sopratutto  se si tratta di condizioni umane miserevoli. 

E se il male, complesso, dell’organismo psichico, non analizzato a fondo in precedenza dalle istituzioni sanitarie, la Chiesa se lo trova violentemente davanti e non riesce a comprenderlo e cerca quindi di porre rimedio ad esso con l’esorcismo, inteso quest’ultimo quasi come ultima chance per l’umano, finendo per trovarsi poi morta la donna interessata, per  motivi che quando era viva le istituzioni pubbliche dovevano  comprendere e  curarne gli effetti negativi, ecco che si fanno vive le istituzioni giudiziarie rumene formulando al prete l’accusa di omicidio e ipotizzando una pena, assurda, di 20 anni di carcere.

    Biagio Giordano 

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