Cinema: Life – non oltrepassare il limite

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Life – non oltrepassare il limite

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Life – non oltrepassare il limite

 Life – non oltrepassare il limite, di Daniel Espinosa, con Jake Gyllenhaal, Rebecca Ferguson, anno 2017, paese Usa, genere fantascienza, durata 104 minuti.

  L’equipaggio della Stazione spaziale internazionale, salva dalla distruzione certa una sonda proveniente da Marte, che vagava senza alcun controllo nello spazio. Il team di astronauti della stazione, è composto dal biologo Hugh Derry, dall’ufficiale Miranda North, dal comandante Ekaterina Golovkina, dal tecnico Sho Murakami, dall’ingegnere Rory Adams e dal dottor David Jordan. Il team studia con grande interesse il materiale trovato all’interno della sonda nella speranza di trovare forme di vita extraterrestre.

E’ stata reperita al suo interno una cellula atipica, che appare subito biologicamente molto interessante. Approfondendo la ricerca si scoprirà che in essa c’è vita, seppur provvisoriamente assopita.

 Essa viene posta in un piccolo laboratorio vetrato, asettico e sigillato su cui è possibile intervenire solo dall’esterno infilando le mani negli appositi guanti fissi che danno verso l’interno. 

La cellula esce dall’assopimento a seguito sia della creazione di un’atmosfera con parametri diversi da quelli usuali nella astronave, che per l’aggiunta di glucosio. 

Essa si riproduce velocemente e diventa in breve tempo organismo. La sua struttura multicellulare reagisce agli stimoli dati dall’uomo. L’organismo appare costituito da cellule muscolari, cellule nervose e cellule oculari. E viene battezzato «Calvin» dai telespettatori terrestri che hanno seguito il tutto in diretta. 

 Calvin però, a seguito di uno stimolo datogli dall’uomo con una scossa elettrica diventa improvvisamente aggressivo, afferra violentemente la mano coperta da un guanto di un astronauta deformandola, terrorizzando l’intero equipaggio. 

 Calvin è intelligente, agisce con degli scopi, uccide un topo – una cavia da laboratorio – cosa che gli permette, divorandolo, di crescere in dimensione e peso, e in seguito attacca sistematicamente l’uomo, cercando di succhiarne il sangue cosa che gli permetterebbe di continuare a crescere. Calvin ingaggerà contro gli astronauti una vera e propria lotta all’ultimo sangue, mettendo seriamente a rischio tutta la missione interplanetaria.

Film che ricorda Alien, il capolavoro di Ridley Scott e di tutta la sua serie, ma che sa mantenere con sagacia narrativa il passo dei tempi di oggi, mostrando un’architettura scenica originale sorretta da un linguaggio fotografico ad alta ingegneria digitale impensabile ai tempi di Alien (1979).

Un messaggio sapienziale presente nel film potrebbe essere questo: mai proiettare i nostri schemi di sapere su forme di vita che non conosciamo, perché quest’ultime potrebbero essere del tutto altro, con potenzialità malefiche inimmaginabili.

  Biagio Giordano  

  

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