Cinema: La mummia (The Mummy)

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
La mummia (The Mummy)

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La mummia (The Mummy)

La mummia (The Mummy) è un film horror del 1932, diretto da Karl Freund.

Titolo originale The Mummy

Paese di produzione Stati Uniti d’America

Anno 1932

Durata 73 min

Dati tecnici B/N

Genere orrore

Regia Karl Freund

Casa di produzione Universal Pictures

Fotografia Charles Stumar

Montaggio Milton Carruth

Effetti speciali John P. Fulton

Musiche James Dietrich

Scenografia Willy Pogany

Interpreti e personaggi

Boris Karloff: Imhotep, alias Ardath Bey

Zita Johann: Helen Grosvenor / Principessa Ankh-es-en-Amon

David Manners: Frank Whemple

Arthur Byron: Sir Joseph Whemple

Nel 1921, a Tebe, tre archeologi di una spedizione del British Museum, studiano la storia di un sarcofago dal contenuto particolare: un corpo che, misteriosamente, non è stato sottoposto alla normale procedura di imbalsamazione: la muscolatura non appare rilassata bensì tirata, come se l’internato avesse lottato prima di cedere all’avvolgimento delle bende intorno al suo corpo, cosa che fa pensare che sia rimasto vivo dopo la chiusura del sarcofago.

La mummia, si scoprirà, che altri non é che il sacerdote Imhotep, probabilmente colpevole di aver amato una vestale figlia del Faraone.

Uno degli archeologi, rimasto solo, legge un papiro ritrovato nei pressi della bara, (nonostante un suo collega glielo avesse proibito perché la lettura poteva risvegliare il defunto del Sarcofago con conseguenze nefaste per la loro missione).

Il papiro é il Libro di Thot, che una volta letto riporta effettivamente in vita il millenario sacerdote racchiuso nel sarcofago. 

La mummia, risvegliata, fugge dal laboratorio, molto lentamente, come la sua postura alterata dalle bende strette intorno al corpo gli consente, ha con sé il papiro, e lascia l’archeologo sconvolto, terrorizzato, impietrito dal senso di colpa.

La mummia prenderà le sembianze di Ardath Bey, curatore di musei, con lo scopo di riportare in vita la sua antica amata Ankh-es-en-Amon. Fornisce all’uopo informazioni agli archeologi per ritrovare la tomba di lei.

Casualmente alcuni giorni dopo, al Cairo, il sacerdote vede in Helen Grosvenor, bella compagna di uno degli archeologi in contatto con lui, la reincarnazione di Ankh-es-en-Amon, la donna tanto amata. Coraggiosamente la rapisce. Vuol attuare un rito che prevede un sacrificio mortale di lei ma che dovrebbe donare ad entrambi la vita eterna facendo quindi rivivere il loro grande amore brutalmente stroncato dalle regole della sacralità istituzionalizzata appartenente al loro tempo passato.

Durante la cerimonia rituale, Helen prende coscienza della sua vita passata vissuta come sacerdotessa di Iside, ma dell’amore per Imhotep non c’è ricordo, esso giace rimosso,

Helen allora desidera vivere come già stava vivendo col suo fidanzato in quel momento. Implora la dea Iside presente nelle sembianze di una statua, di fronte a lei, di salvarla dal sacrificio voluto da Imhotep… 

Film in bianco e nero di straordinarie atmosfere procurate dai sguardi deliranti dei protagonisti, il tutto in stretto contatto con l’inconscio dello spettatore che gode, attraverso l’astrattismo vivo rilasciato dalla fotografia delle ombre, l’emozione della paura raffigurata, quella legata alla trasgressione nei personaggi delle regole sacrali dell’antico Egitto.

Capolavoro di Freund per gli aspetti artistici del film, costituiti  da atmosfere ed enigmi molto ben curati con l’immagine e del tutto privi di indizi per  facili comprensioni, in quanto quest’ultime avrebbero banalizzato lo spirito magico, elevatissimo, del film…

    Biagio Giordano  

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