CINEMA: La caduta degli Dei

 
RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
La caduta degli Dei
Reperibile in DVD o in vari passaggi televisivi

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO

La caduta degli Dei

 
Titolo Originale: LA CADUTA DEGLI DEI
Regia: Luchino Visconti
Interpreti: Dirk Bogarde, Ingrid Thulin, Helmut Griem, Helmut Berger, Umberto Orsini, Renaud Verley
Durata: h 2.35
Nazionalità: Italia, Svizzera, Germania 1969
Genere: drammatico
Al cinema nel Settembre 1969
Recensore Biagio Giordano
Reperibile in DVD o in vari passaggi televisivi
 Germania, la sera del 27 febbraio del 1933, nei pressi di Oberhausen, 30 km a nord di Düsseldorf nella Renania Settentrionale, si trova riunita la famiglia dei von Essenbeck per onorare il compleanno del nobile suo patriarca Joachim, un anziano imprenditore che ha avuto nella vita un grosso successo nel campo dell’acciaio. Joachim è riuscito a creare diverse aziende che grazie alla qualità del prodotto sono state in grado di conquistare il mercato mantenendovi per lungo tempo una posizione di rilievo.

 


Ma il successo imprenditoriale di Joachim è dovuto  anche alle sue capacità nel tessere rapporti con la politica, la sua dote principale infatti è la diplomazia, ed è ciò che lo ha portato, in situazioni anche difficili, come quelle rappresentate dalle straordinarie turbolenze economiche e sociali presentatisi nel periodo pre e post bellico, a partecipare all’elaborazione di  piani industriali con i governi stessi, contribuendo spesso, a volte al salvataggio,  a volte al rafforzamento, dell’economia della nazione.

La sontuosa cena di compleanno del 27 febbraio del 1933 è preceduta da uno spettacolo musicale assai provocatorio, protagonista è il giovane e bel nipote di Joachim, Martin (Helmut Berger), un ragazzo dal genere sessuale ambiguo, che si esibisce nel bel mezzo della festa travestito da donna, in una scena che ne fa venire in mente un’altra simile, quella recitata da Marlen Dietrich nel famoso film L’angelo azzurro. Martin mette al centro del suo monologo cantato  l’esaltazione dell’amore, il suo mistero, l’incanto e la passione che l’innamoramento può creare sgorgando non necessariamente da aprioristiche  attrazioni tipo legate ad esempio alla ricchezza o alla notorietà.


 Lo spettacolo di Martin però non viene apprezzato nel suo aspetto più qualitativo e  suscita nei presenti solo imbarazzo e inquietudine,  di esso viene per lo più  percepito un certo sarcasmo di fondo, che per gran parte di loro risulterà particolarmente irritante.

La recita di Martin avrà sui presenti l’effetto di  una provocazione,  favorirà l’esternazione di tutti i più oscuri retro pensieri, soprattutto di quella parte di essi più offensiva trattenuta a lungo per pudore. Lo spettacolo sembra perciò voler annunciare l’imminente violenta messa in campo  dei maggiori conflitti costituitisi col tempo nella famiglia Essenbeck. La recita   di Martin diventa quindi una sorta di  preludio annunciatorio a una serata che sarà esplosiva.

Ed infatti le conversazioni degli invitati assumeranno via via toni sempre più accesi, diventando delle vere e proprie dispute; nasceranno forti contrasti di opinione sia sul costume che sul comportamento ipocrita dei componenti familiari, nonché liti furibonde sulla ripartizione e gestione di alcuni beni di famiglia alla luce dei nuovi eventi storici.

Durante lo spettacolo musicale improvvisamente arriva la notizia dell’incendio del Reichstag (Parlamento tedesco), la cosa stupisce gli invitati. Indigna e preoccupa i più interessati sostenitori di Hitler e rallegra, seppur con qualche riserva, coloro che vi si oppongono. Per gli amici del nuovo regime politico che si sta formando, il gesto verrà considerato un atto di eversione comunista compiuto contro lo sviluppo dittatoriale  che vede protagonista Hitler, una politica quella del Fhurer  messa su col partito nazista per contrastare l’avanzata democratica del comunismo-operaio che nella repubblica di Weimar era sempre più dilagante.


 

L’atto terroristico del Reichstag porta il patriarca Joachim alla decisione di rimuovere dalla vicepresidenza delle acciaierie Herbert Thallman (Umberto Orsini), coniuge della nipote Elisabeth, considerato non più idoneo per quell’incarico a causa dei suoi ideali troppo democratici.

Joachim  nomina al suo posto il nipote Konstantin (Reinhard Kolldeh), un prestigioso membro delle SA (squadre di assalto governative) che ha buoni rapporti con il suo capo Ernest Röhm fiduciario  di Hitler, la scelta è dettata da un forte timore per la politica futura del Fuhrer.  La famiglia Essenbeck vuole dare chiari segni di approvazione all’ascesa politica di Hitler. Joachim vuol vedere lontano, ossia cercare di  salvaguardare con gli appoggi politici futuri i grandi interessi industriali degli Essenbeck.

Herbert, una volta inteso il senso della drastica decisione del patriarca Joachim, sentendosi del tutto escluso, dal potere, va fuori di sé e abbandona  la festa con l’intenzione di lasciare subito la Germania prima che gli eventi politici precipitino a suo sfavore; egli vuole ingaggiare dall’esterno una lotta contro il nascente regime.

Alla cena sono presenti anche Aschenbach (Helmut Griem), un cugino degli Essenbeck, e  Friedrich Bruckmann (Dirk Bogart), suo stimato amico, un uomo che dal nulla è riuscito a diventare dirigente delle acciaierie. Friedrich ha una relazione con Sophie (Ingrid Thulin), vedova dell’unico figlio del patriarca, ufficiale caduto durante la prima guerra mondiale.  Sophie è  madre di Martin.

Aschenbach è un ufficiale delle SS, ed è un uomo influente in seno alla Gestapo, conosce le origini umili di Friedrich, e ne interpreta restrittivamente il  legame sentimentale che ha con la dominante Sophie, egli interpreta quel rapporto sopratutto come occasione per Friedrich di migliorare la propria condizione di status sociale; è per questo che gli propone un piano per uccidere il patriarca, un delitto che consentirebbe di non correre eccessivi rischi, grazie alla possibilità di far ricadere facilmente la colpa sull’escluso di famiglia e fuggiasco Herbert.


 

L’omicidio dell’anziano Presidente delle acciaierie Joachim, serve in realtà a fare sì che Martin, assuefatto dalla madre e  divenuto il maggior detentore delle azioni della società perché unico discendente diretto di Joachim,  nomini Friedrich alla Presidenza delle acciaierie, incarico che annullerebbe la possibilità per Konstantin, funzionario delle SA e Vicepresidente appena eletto da Joachim, di passare Presidente.

Konstantin  ha la prova dell’avvenuto complotto durante  un’assemblea presieduta dallo stesso Friedrich, in quella occasione alcuni ufficiali dello Stato Maggiore Tedesco fanno chiaramente intendere che per volere di Hitler i compiti istituzionali delle SA andranno rivisti, e che nessuna delle armi pesanti che usciranno dalle fabbriche tedesche verranno concesse alle camicie brune di Röhm.

Hitler ormai non si fida più delle SA, la cui forza, nel frattempo è cresciuta molto, e preferisce investire fiducia e risorse nell’esercito.

Gli avvenimenti sembrano disporsi a favore di Friedrich, finché non accade un fatto tragico: Martin, posseduto da desideri sessuali  perversi, tra cui alcune irrefrenabili inclinazioni verso la pedofilia,  si reca un giorno nell’appartamento di Olga, una donna che ama ogni tanto frequentare, e rimane invischiato in un desiderio proibito. Olga non c’è, ma Martin fa conoscenza, osservando in giro, con una  bambina, momentaneamente sola col fratellino in una camera lasciata con la porta aperta dalla sua famiglia ebrea,  Martin appare turbato, fa subito amicizia con la piccola regalandole un giocattolo e trattandola con molto garbo e affetto, la bambina appare gratificata dai gesti di Martin ma successivamente viene cinicamente violentata.


 

La povera bambina, presa da sensi di colpa e da una forte angoscia da trauma, appare sconvolta, riesce a trovare poi il modo di impiccarsi. Nella fuga Martin lascia il suo portasigarette nell’appartamento cosa che consentirà alla polizia di identificarlo come colpevole.

Quali sviluppi avrà per Martin questo tragico evento, e come influenzerà la vita futura di tutti gli Essenbeck?

Le riprese del film si sono svolte da luglio a settembre del 1968, in Austria, in Germania ovest  e Italia (Terni e Cinecittà).

La prima del film si è svolta a Roma nell’ottobre del 1969 ed è stato distribuito nelle sale del territorio nazionale sempre ad ottobre dello stesso anno.

La caduta degli Dei è il primo (1969) dei tre film sulla storia e cultura tedesca, seguiranno Morte a Venezia (1971) tratto dall’autore tedesco Thomas Mann e Ludwig  (1973) storia, ambientata nella metà del ‘800, del giovane re di Baviera Ludwig Wittelsbach.

In questa prima opera, indubbiamente tra le più riuscite di Visconti soprattutto sul piano raffigurativo, il regista riesce a comunicare efficacemente, a volte magistralmente grazie a un uso innovativo del modo di riprendere, passioni e orrori, ideali e decadenza, cinismo e piaceri, facenti parte di un certo ambiente nobile-borghese legato al mondo industriale tedesco, alla vigilia dell’insediamento nazista al governo della Germania.


 

 

Ne esce un quadro devastante dove la mentalità aristocratico-borghese pare dominata da una concezione dell’uomo aberrante, frutto di narcisismi criminosi, una concezione con alla base i mancati riconoscimenti agli sconfitti sociali di ogni diritto e rispetto umano. Ne esce un quadro dell’uomo inteso come animale predatorio appartenente a specie diverse, alcune superiori ad altre, un uomo dedito alla soddisfazione del bisogno familiare e da clan e dominato dalla ricerca del piacere individuale costi quel costi anche in termini di uso e sacrificio dell’altro.

 

Un film schierato, che il comunista Visconti ha donato alla cultura di sinistra italiana e del mondo per ulteriori riflessioni, in un epoca quella fine anni ’60 esplosiva di ideologie nuove commiste a desideri di cambiare il mondo con una attenzione alla giustizia sociale più che all’economia, considerata quest’ultima spesso di rapina e a vantaggio di pochi corrotti e intelligenti furbastri.

 

Biagio Giordano

    
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