Cinema: La battaglia della Neretva

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
La battaglia della Neretva

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La battaglia della Neretva

 

La battaglia della Neretva è un film di guerra di Veljko Bulajić, del 1969 ispirato dagli eventi della battaglia della Narenta (In croato Neretva). 

Fu candidato all’Oscar come miglior film straniero nel ’70, ed ottenne il terzo posto. 

Trama. Nel 1943 i tedeschi ritengono probabile uno sbarco degli Alleati (occidentali del fronte antinazista) nei Balcani, decidono quindi di indebolire la forte ed estesa organizzazione partigiana jugoslava ivi presente per rendere più facile un eventuale respingimento dell’attacco . 

I tedeschi investono molto sull’impresa, sia in mezzi militari che uomini, ed il gioco sembra fatto. Ma i partigiani, prima sconfiggono una divisione italiana, poi si scontrano sul fiume Narenta, nel sud bosniaco, con gli ustascia ed i cetnici alleati dell’asse con gravi perdite ma con una efficace tenuta.

La battaglia si svolse tra gennaio e aprile 1943 in Erzegovina: all’epoca facente parte della Jugoslavia occupata dalla Germania. 

La battaglia fu denominata in codice “Fall Weiss”.  L’operazione però è anche nota col nome di “quarta offensiva antipartigiana”. 

La battaglia fu combattuta in modo estremamente aspro coinvolgendo tutti i reparti operativi degli eserciti in campo e fu caratterizzata da situazioni di grande equilibrio che ne aumentava i morti e i feriti, l’esito infatti rimase incerto per lungo tempo.

La battaglia si concluse con un successo dei partigiani jugoslavi di Tito che pur in inferiorità sia numerica che di mezzi e nonostante le ingenti perdite, riuscirono, in virtù di una migliore intelligenza tattica, tipica delle mosse decisive del comandante Tito, a sfuggire al maglio circolare tedesco e ad arrecare una sonora sconfitta a diversi reparti dell’esercito italiano e dei cetnici. 

I tedeschi puntavano anche ad annientare il comando centrale dei partigiani e l’importante ospedale ivi presente. 

L’Asse mise in campo nove divisioni: sei tedesche, tre italiane, due croate e diverse formazioni di Cetnici ed Ustascia ma pagò cara la migliore organizzazione e presenza territoriale dei partigiani, la loro più forte motivazione psicologica nella guerra, e la facilità che essi dimostravano, pur con numerosi feriti, negli spostamenti tra i luoghi assai ben conosciuti.

Film colossal sottovalutato dalla critica italiana, che non ha apprezzato la brevità dei profili dei personaggi, ritenuti molto sfuocati. In realtà la drammatizzazione, vera anima narrativa per questo genere di film funziona benissimo tant’è che il film godeva dei pronostici per l’ottenimento del premio Oscar come miglior film straniero… Regia di grande cuore e immedesimazione nei fatti, ma con anche una professionalità non da poco. Fotografia eccelsa, di grande studio e cura della sceneggiatura, senza limiti di spesa… 

     Biagio Giordano

 

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