Cinema: Il buio nell’anima
RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Il buio nell’anima
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Il buio nell’anima |
Il buio nell’anima, di Neil Jordan, con Jodie Foster, Terrence Howard, Nicky Katt, anno 2007, genere thriller, paese Australia, durata121 minuti. Erica (Jodie Foster) viene aggredita e malmenata a Manhattan da un gruppo di teppisti, appena all’uscita da un tunnel, durante una passeggiata notturna. Il suo fidanzato viene ucciso, e le viene rubato anche il cane che li accompagnava. Animata da un sentimento di vendetta, scettica sul buon funzionamento delle forze dell’ordine, stordita dalla paura rilasciatagli da quel momento drammatico appena vissuto, la donna si arma di un revolver abusivo comprato al mercato nero e comincia a uccidere, con convinzione e una freddezza di tipo professionale i criminali che incontra girando per la città. Dapprima fa fuori in un supermercato un uomo che aveva appena ammazzato la cassiera e si era accorto della sua presenza. Dopo Erica non si fermerà più, ucciderà altri teppisti in metropolitana e cinici sfruttatori di donne, finché non troverà gli assassini del suo fidanzato e li farà fuori con la pietosa complicità di un ispettore di polizia che aveva inteso il suo dramma e ne era pienamente solidale, solo quelle morti finali e l’umanità dimostrata dalla polizia nei suoi confronti la placheranno. Film dal ritmo incalzante, con un racconto sempre teso e eticamente avvolgente, che apparentemente nulla della violenza notturna di New York vuol giustificare, salvo poi lasciar intendere, alla fine, che neanche la vendetta paga e che forse è necessario prevenire certi drammi, magari cercando di capire, sociologicamente, l’origine delle radici dell’odio, anche quello più banale, (perché fine a se stesso), che anima i teppisti e cercare di porvi rimedio. Jodie Foster bravissima nell’immedesimarsi nella parte di vittima, nessuna attrice è meglio di lei nelle parti drammatiche, in quanto è dotata di una capacità straordinaria nel saper fondere la finzione attoriale con la realtà, facendo dimenticare allo spettatore per quasi due ore che trattasi di un film… Commento nuovo del 14 giugno 2020
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