CINEMA: I segreti di Osage County

RUBRICA SETTIMANALE DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
In sala in provincia di Savona
I segreti di Osage County

RUBRICA SETTIMANALE DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO

In sala in provincia di Savona
I segreti di Osage County

Titolo Originale: AUGUST: OSAGE COUNTY

Regia: John Wells
Interpreti: Julia Roberts, Meryl Streep, Andrea Riseborough, Benedict Cumberbatch, Ewan McGregor, Abigail Breslin, Juliette Lewis, Dermot Mulroney, Chris Cooper, Margo Martindale, Julianne Nicholson, Sam Shepard
Durata: 119 minuti
Nazionalità: USA 2013
Genere: commedia
Al cinema nel Gennaio 2014
Recensione di Biagio Giordano
In sala nella provincia di Savona 
 

  Oklahoma. Una famiglia americana il cui nucleo si è da tempo trasferito in diverse città degli Stati Uniti dando vita a  nuove formazioni parentali, si ritrova riunita  nella originaria casa paterna per una improvvisa tragedia: la morte del capofamiglia, un anziano uomo di cultura, poeta e intellettuale, sospettato di essersi suicidato.

 


Il funerale e la provvisoria doverosa permanenza nella casa di origine saranno per tutti loro l’occasione  per riaprire la partita dei ricordi familiari, quelli più intensi e ossessivi, spesso passionali. Ricordi inestinguibili intesi come finestre aperte sui conflitti, legati in qualche modo alle vicende delle loro relazioni di un tempo vissute attraverso i classici ruoli sociali parentali, resesi ormai obsoleti e fragili in termini di autorevolezza e potenzialità autoidentificative per via di un passato che appare sempre più remoto.

Il coatto viaggio a ritroso della memoria sarà anche l’occasione, di fronte al defunto assunto un po’ a immagine espiatrice di misteriosi peccati, di confessioni segrete dal sapore catartico, liberatorio, tendenti in un certo senso alla purificazione da oscure e antiche colpe inconsce.

Ispirato da un’opera teatrale di successo ricca di un certo spessore letterario soprattutto nella sceneggiatura, questo film tenta, con un buono risultato finale, di fondere o tradurre alcuni codici estetici tipici del narrare teatrale con quelli cinematografici più comuni.


L’autore John Well riduce, quasi dimezzandola, la densità verbale-sonora dei dialoghi teatrali sostituendola con il linguaggio tipico dell’immagine fotografica, cioè dando vita a numerosi primi piani con modulazioni espressive dei volti molto raffinate, giocando inoltre sui rilievi di particolari che si prestano visivamente ad imprimere alle scene un alta espressività e significatività sopratutto sfocandone lo sfondo. Da sottolineare anche, in merito, come  John Well riesca a dar vita ad una abbondanza ragguardevole di immagini metafore intese come condensazioni di significato e eventi (in una accezione psicanalitica), e come ricerchi con grande impegno la metonimia (in una accezione cinematografica) dell’ immagine in funzione di un rafforzamento di attenzione di alcuni dettagli facenti parte di una condizione scenica più vasta, quest’ultima potrebbe essere portatrice di un senso che in altri modi  apparirebbe  scarsamente in risalto rischiando la degradazione dell’interesse.


 Nonostante ciò, la persistente, leggera, prevalenza verbale in questo film sugli  altri codici espressivi in esso presenti rimane ineludibile, viene resa tollerabile allo spettatore da un alternarsi prolungato e intramezzato nei dialoghi di composizioni fotografiche panoramiche o di alleggerimento svagato spesso in controluce di notevole effetto estetico. Aspetti quest’ultimi sempre pertinenti al racconto, che rafforzano la costruzione ambientalistica delle scene di un valore di luci e colori ben sincronizzato col contesto emotivo più profondo in gioco.

Tutto in questo film funziona a meraviglia, in particolare il ritmo narrativo altissimo che riesce a tenere, fatto, più che di scorrimento fluido dei significati, di lenta ma costante cattura dell’attenzione,  oggi assai raro al cinema per un film-teatro, ad esso hanno contributo le ottime recitazioni fornite da attori di tutto rispetto: un cast tanto in gran forma da superare ogni aspettativa.


Le numerose stroncature di questo film su internet e sui giornali nazionali, testimoniano come il gusto possa condizionare fortemente nei critici la capacità di esprimere un giudizio obiettivo sull’opera filmica. Infatti questo film, che a suo modo tiene ottimamente una posizione formale chiara basata sull’espressività teatrale costruita sui tempi lenti variandone solo i mezzi di comunicazione visivo-verbale,  non può che essere  gustato e apprezzato soprattutto dagli amanti del genere culturale-teatrale. 

Ma criticare un film, stroncandolo, perché semplicemente non si è in grado di provare empatia per il mondo di sentimenti e emozioni che racchiude o per mancanza di immedesimazione estetica astratta con un certo gusto altro da sé, appare un errore e una deficienza culturale grossolane, forse anche questo è un segno di realtà socio-culturali sul cinema che scompaiono e di cui i  protagonisti che muoiono non trovano alcuna continuità nel nuovo culturale dell’attuale cinema.

Sempre più numerosi critici sembrano rimanere indifferenti nei loro scritti al vasto studio prodotto sul genere filmico teatrale,  con i suoi contenuti storici, letterari, artistici che il cinema ha suscitato in tutto l’occidente negli ultimi novant’anni. 

 

 BIAGIO GIORDANO
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Recensione di 20 film tra i migliori del 2012 e del 2013 tratti dalla rivista settimanale on-line Trucioli savonesi, film recensiti con una particolare attenzione alla fotografia e agli aspetti letterari e psicanalitici della pellicola.

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