Cinema: Femme fatale di Brian de Palma

Femme fatale, di Brian de Palma, con Rebecca Romijn-Stamos, Antonio Banderas, produzione Francia, 2002, thriller, durata 112 minuti

Locandina tratta da amazon.it che vende il film

Una donna vede morire la sua bimba di pochi anni. Sconvolta, ha una serie di incubi e sogni premonitori sul proprio futuro, e  immagina ossessivamente che l’unica via di uscita dalla atroce sofferenza in cui si trova, non possa essere che la propria morte.

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Ma il lavoro notturno dell’inconscio le fa immaginare  una possibile altra via, che  potrebbe crearsi trasgredendo l’ordine sociale, ossia, rubando. Ciò potrebbe avvenire con la complicità della sua amica amante. Un colpo da 10 milioni, sostituendo con un falso, un prezioso gioiello detto “Il serpente” presente al palazzo del cinema di Cannes durante l’inaugurazione del festival. Così si creerebbe  una vita nuova, giocata sulla violenza, il male, l’egoismo, con pericoli di ogni genere, del tutto avventurosa, ma ricca di vitalità.

Cosa sceglierà?

La storia, comprensiva del lungo sogno, è facile da seguire, sopratutto se si cerca in essa qualcosa di razionale capace di darle un senso propenso a giungere a contenuti univoci.

 De Palma  mette su tra i personaggi un gioco desiderante complicato che sembra vanificare ogni logica di soddisfazione reale a vantaggio di una sua crescita  esponenziale fantastica che ne rafforza l’intensità. Domina una logica il cui  linguaggio è altamente figurativo, ossia di chiara matrice inconscia, ma che sfocia concretamente in una ricerca di cambiamento di vita  nella protagonista affetta da un gravissimo lutto.

Un inconscio in conflitto con l’Io, quest’ultimo depresso dal lutto, che si mostra come risorsa e agisce in quanto aperto da angosce di diversa origine, quest’ultime cercano attraverso metafore, metonimie, spostamenti, condensazioni, soluzioni quasi impossibili …

Un film di altissimo valore figurativo, sontuoso ma esteticamente non datato …

Biagio Giordano (fotografo coordinatore della sezione fotografia dell’Associazione culturale no profit Renzo Aiolfi di Savona)

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