Cinema. Brevi recensioni: Totò le Mokò

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO

Brevi recensioni
TOTO’ LE MOKO?

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Brevi recensioni

 

 Totò le Mokò

Totò le Mokò è un film del 1949 diretto da Carlo Ludovico Bragaglia. La pellicola cita il film Il bandito della Casbah (Pépé le Moko) del 1937 di Julien Duvivier …

Uno dei migliori film di Totò. Una pellicola che consente al grande attore comico, tramite il suo efficace protagonismo in numerose gag irresistibili ed originali, di dimostrare tutto il suo talento.

Con questo film si capisce come Totò non fosse solo una maschera ben caratterizzata su Napoli, ma un vero artista e poeta, e perciò dotato di una spiritualità di portata universale.

Totò viveva sullo schermo, lavorando, e si riposava nella vita privata: affettivamente tranquilla e fertile di idee sempre nuove.

La comicità scaturiva dalle forme non solo paradossali, mimetiche, elaborate prima del film e per il film, ma da un suo vero e proprio stato semidelirante, rapito, ricco di trance, presente durante le riprese, che come avviene con l’effetto di certe droghe, ne esaltava la creatività: sia nel gioco linguistico che in quello facciale-corporale.

Un genio indimenticabile, anche buono e giusto, così come appare da alcune interviste fatte con domande di un certo spessore esistenziale.

Biagio Giordano

 

 

 

 

 RoboCop

 RoboCop è un film del 1987 diretto da Paul Verhoeven, con protagonista Peter Weller.

Capolavoro per il montaggio e l’elaborazione letteraria supplementare impressa alla sceneggiatura di base, inoltre il film ha una grande capacità nel sostenere senza pause le previste tensioni da thriller; film con un ricco e potente linguaggio fotografico che rende quasi inutile la parola in quanto riesce ad esprimersi efficacemente con una corretta sintassi visiva, frutto quest’ultima di un lavoro tecnico, diretto dal regista Paul Verhoeven, immane.

Un mito, segna nel cinema il passaggio della fantascienza informatica, da temi sull’extraterrestre, al nostro sociale, con risultati eccezionali per curiosità, trasmissione credibile di un futuro migliore nell’ordine pubblico , e sorgente immaginativa della presenza di un amore in più: quello per le macchine super informatiche: finalmente amiche senza riserve dell’uomo per bene.

Tante scene con idee superlative sia per originalità che per l’effetto emozionale super spettacolare sullo spettatore…

Film indimenticabile, soprattutto per aver raggiunto un livello di potenza suggestiva altissimo, qualcosa che non si percepiva dai tempi del grande muto drammatico…
Oggi un po’ datato. Andrebbe visto con un tasso di estraniazione dal reale molto alto, quasi delirando.

Biagio Giordano


 

Uomini di parola (Stand Up Guys)

Uomini di parola (Stand Up Guys) è un film thriller statunitense del 2012 diretto da Fisher Stevens e interpretato da Al Pacino, Christopher Walken e Alan Arkin

La guerra tra bande criminali può avere qualcosa di umano, qualcosa che attraverso un punto, una rotella impazzita, fa saltare il meccanismo delle vendette trasversali? Si, quando l’affetto che nasce tra due componenti della banda uno incaricato di uccidere l’altro appena uscito di galera, diventa stima, transfert misterioso, impregnato di ricordi vincenti e umiliazioni.
Film di alto livello emozionale, con una recitazione superlativa in grado di inondare di realismo ogni scena, con effetti sugli spettatori di verosimiglianza straordinaria: portatrice quest’ultima di potenti godimenti regressivi in grado i mettere provvisoriamente tra parentesi ogni tendenza critica…

  Biagio Giordano

 

Prisoners

Prisoners è un film thriller del 2013 diretto da Denis Villeneuve e interpretato da Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal.

Vero capolavoro di Villeneuve che azzecca praticamente tutto, scelta degli attori, sceneggiatura, tono fotografico in rapporto alle varie scene, sorprese finali del tutto spiazzanti, intensità del suspense da rapimento inconscio, nonché le tensioni crescenti alimentate da un solido e costante meccanismo di base che vive emotivamente del contrasto sulla percezione del mondo da parte del binomio bambino-adulto, uomo bianco e uomo nero, normalità psichica degli integrati nel sociale e anormalità patologia psichica nelle persone indotta dal disagio sociale.

Un film di grande credibilità drammatica, che abbatte ogni barriera tra schermo e spettatore ipnotizzando quest’ultimo nel modo più efficace affinché la finzione venga vissuta come realtà scorrevole davanti ai propri occhi, tutto ciò in uno spazio tempo altro, ben sorretto dalla regressione critica dell’Io che lascia spazio e tempo al divenire del preconscio foriero di emozioni inedite di forte rilievo…

Un film sui confini del male, sull’ambiguità delle sue origini, sul senso dell’odio sociale che porta a uccidere che non appare legato al libero arbitrio ma al tipo di società che stiamo vivendo, che produce spazzatura umana come resto del processo produttivo capitalista ormai mondiale finalizzato esclusivamente alla valorizzazione del capitale…

Biagio Giordano

 

Kakkientruppen

Kakkientruppen è un film del 1977 diretto dal regista Marino Girolami. Il film è una parodia di Sturmtruppen, la pellicola di Salvatore Samperi nata dall’omonimo fumetto di Bonvi.

Visto oggi può sembrare un film idiota, ma la comicità non va parallela all’intelligenza critica, segue percorsi tortuosi propri, a volte inconsci, che irridono a paradossi etici e morali dell’uomo, alle contraddizioni comportamentali in vista di piaceri inconfessabili, a desideri scissionisti impossibili accennati e non praticati, a ossessioni a stento contenute che scuotono i ruoli di responsabilità più tradizionali, a trasfigurazioni oniriche della realtà che quotidianamente avvengono nel sonno, etc. etc.

Kakkientruppen, fa ridere perché è ricco di gag ben studiate e ottimamente recitate, messe in scena da un cast di spessore, gag calate nell’assurdità delle guerre: che così appaiono agli occhi di un bambino, cioè alla vista di un occhio ingenuo e infantile come quello che voleva essere del bravo regista del film Marini Girolami…

Biagio Giordano

 

La terra dei morti viventi

(Land of the Dead)

La terra dei morti viventi (Land of the Dead) è un film del 2005, diretto da George A. Romero. È un film horror.

Metafora del fantasma di castrazione che anima le società capitaliste dell’occidente. Lo zombi, il morto, vivente a stento, rappresenta la castrazione avvenuta simbolicamente, che annichilisce, umilia, o porta a reazioni violente, anche rivoluzionarie, e rappresenta il popolo misero oppresso dall’economia capitalista che non può, per forza di cose, far star bene tutti.

Indubbiamente il più politico dei film di Romero, certamente il più inquietante, figurativamente tanto potente da lasciare sbigottiti; verosimile, laico, pragmatico e filosoficamente privo di speranza etica, con un Dennis Hopper ancora in forma che dà il contrasto giusto al film tra orda e signorilità ancora dominante nel territori.
Un film da vedere e rivedere…che, sorprendentemente, evoca aspetti tra i più nefasti della politica italiana degli ultimi decenni verso i miseri del nostro paese…

 

All Is Lost

All Is Lost – Tutto è perduto (All Is Lost) è un film del 2013 scritto e diretto da J. C. Chandor. Il film, quasi del tutto privo di dialoghi, vede come unico interprete, in pieno oceano il naufrago Robert Redford.

106 minuti senza annoiarsi, soprattutto per chi apprezza di imparare qualcosa di tecnico sull’emergenza in mare aperto.

Film molto curato esteticamente nel rapporto spazio-fotografia, e nei contenuti è ricco di scene credibili, competenti, soprattutto nelle varie situazioni di disagio specifico relative al naufragio, come ad esempio la desalinizzazione dell’acqua di mare per poterla bere: usando il sole, un foglio di plastica, un recipiente e un bicchiere di raccolta della condensa dolce che andava depositandosi sulla plastica.

Tanti gli effetti visivi in mare coinvolgenti dovuti all’abilità e alle invenzioni nella ripresa fotografica. Film molto scorrevole con un finale originale…
Un Robert Redford più che maturo ma in gran forma atletica…

Grande regia.

 

Collateral

Collateral è un film d’azione del 2004 diretto da Michael Mann. È stato presentato fuori concorso alla 61ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia

Una Los Angeles notturna di rara impressione verista, con una strada pulsante di immediatezze umane misteriose, a volte fatali, lungo azioni ricche di una vitalità troppo allargata nel godimento, che testimoniano la presenza delirante di passioni oscure, spesso mortifere…

Un ritmo raro che sa coinvolgere lo spettatore per scorrevolezza delle scene e empatia verso i profili dei personaggi, quest’ultimi pienamente azzeccati…

Un film che per bravura tecnica-letteraria e recitativa fa credere paurosamente ciò che mette in scena, lungo una verosimiglianza quindi smisurata che alimenta una credibilità sul male con rara efficacia..

La finzione sembra dissolversi nel nulla lasciando il posto a un inconscio primario sollecitato dalle pulsioni di morte più potenti ben rappresentate nel film, un inconscio che chiamato ad emergere fa percepire alla coscienza dello spettatore piaceri oscuri…

Nel suo genere un capolavoro, lasciato cadere nel vuoto dalle istituzioni culturali più conservatrici per i suoi contenuti scabrosi che sembrano irridere a ogni speranza verso una vita per bene in armonia col sociale…

Biagio Giordano

 

ULISSE

Ulisse è un film del 1954 diretto da Mario Camerini, tratto dall’Odissea di Omero

Film molto trascurato e sottovalutato dalla critica italiana, super premiato però dal pubblico che ha apprezzato la grande interpretazione di Kirk Douglas e il carisma trasmesso da un cast di tutto rispetto. Buone le suggestioni emanate dalle scenografie filmiche relative alle parti scritte più note dell’Odissea…

Un inneggiamento ad un eroe che è già civile, moderno, che quindi ci riguarda da vicino. Un eroe caratterizzato dalla pazienza, dal controllo delle proprie pulsioni più mortifere-goderecce, dall’umiltà-esempio cioè non fine a se stessa ma che agevola le relazioni, dal coraggio, dall’intelligenza, dall’amore per l’avventura, dalla saggezza virile, da un buon rapporto con gli Dei etici.
Un film per farci capire dagli extracomunitari, e favorire la loro e la nostra integrazione in un sociale mediterraneo nuovo sempre più multietnico e a rischio di perdita di una nostra multisecolare identità storica di origine greca…

 Biagio Giordano


 
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