Cinema. Brevi recensioni: Full Metal Jacket
RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Brevi recensioni
Full Metal Jacket
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RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Brevi recensioni
Full Metal Jacket
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Full Metal Jacket è un film di guerra statunitense del 1987 diretto da Stanley Kubrick ed interpretato da Matthew Modine Film sulla guerra e l’impotenza dei deboli costretti per vivere a divenire brutali, disumani, sempre più rozzi; deboli identificabili nei soldati. Film ironico, sarcastico, ma che sa dare anche momenti di alta drammaticità. Film antimilitarista per pragmatismo empirico e non nel senso ideologico, Kubrick sa come sollecitare quei tasti inconsci dello spettatore in grado di suscitare forti emozioni, e lo fa senza ingannare nessuno, rendendo tutto credibile e di probabile vero avvalendosi di una direzione della fotografia che ha dell’eccezionale per cura, invenzioni di codici drammatici e umoristici, verve fantastica nella composizione, nitidezza e giochi di luci ben funzionali alle circostanze significanti previste nelle scene. Una sceneggiatura di gran spessore letterario opportunamente distillata per il cinema tradotta in immagini da Kubrick in maniera egregia tanto da farne un capolavoro approvato anche dal grande pubblico. Luce ancora al naturale analogico, il solco lasciato sulla materia chimica della pellicola dalla luce naturale batte di gran lunga ogni luce tradotta e riprodotta oggi dagli algoritmi in relazione con i sensori digitali moderni: per credibilità visiva, nitidezza realistica, sofficità del vero dei colori. risoluzione delle sue informazioni di scatto. Doppiaggio vocale in italiano, da oscar, soprattutto per il doppiatore del sergente istruttore dei marines nella parte iniziale del film… Biagio Giordano
Furia (Fury)
Furia (Fury) è un film del 1936 diretto da Fritz Lang II film si è spirato a fatti di sangue veri, di linciaggio, atti estremamente ignominiosi molto frequenti in quegli anni negli Stati Uniti, essi colpivano soprattutto la gente di colore (6.000 casi nel solo ’35), e rimanevano in gran parte impuniti a causa dell’omertà delle comunità di paese, bianche, quelle che si definivano civili, per bontà di razza e buona tradizione. Furia è il primo film a sfondo sociale di Lang in America. Il titolo originario del film era Mob Rule, (Il potere della folla) e si ispirava a un libro che riportava fatti di sangue, precisamente di linciaggi, realmente accaduti nel 1931. Rispetto al successivo film sociale “Sono innocente”, Furia appare molto più elaborato nella narratività ricco com’è di situazioni coinvolgenti situate accanto allo scarno filo conduttore. Situazioni spesso tese e drammatiche, ben coordinate, fatte scorrere mirabilmente come intrattenimento noir lungo il difficile binario narrativo principale.
Ne sono un esempio le inquadrature dal basso in alto dei personaggi, pregevoli sia per difficoltà operativa che per fantasia inventiva, capaci di stupire ed impressionare. Tutti questi aspetti danno allo spettatore una sensazione di maggior partecipazione alla narrazione, di essere presenti in qualcosa del racconto che appare sopra tutto in una dimensione realista, e che essendo indubbiamente, nel complesso, di ottimo spessore letterario porta la credibilità fittizia dello spettatore a livelli elevatissimi: con effetti estetici di difficile raggiungimento in molti altri film del genere.
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