Cinema. Brevi recensioni
RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Brevi recensioni
Il dubbio (Doubt) e Fuocoammare
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RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Brevi recensioni
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Il dubbio (Doubt)
Il dubbio (Doubt) è un film indipendente del 2008 scritto e diretto da John Patrick Shanley, adattamento cinematografico del suo omonimo dramma teatrale, vincitore del Premio Pulitzer nel 2005. Film di grande coinvolgimento emotivo ed etico. Un film dallo stile teatrale che lascia il segno, proponendo con formule semplici ma estremamente convincenti profondi interrogativi etici sui possibili rapporti d’amore, dalle forme infinite, tra insegnanti religiosi e alunni adolescenti in particolare nelle scuole private cattoliche. Di questi rapporti d’amore, a volte molto sottili o resi sofferenti da empatie vergognose, a volte repressi o scadenti in atti di libido, cosa è punibile, cosa è da evitare, cosa è accettabile e da proteggere? Una complessità che a partire dal 1964, data dell’ambientazione del film, trova la politica e le istituzioni giudiziarie dell’occidente del tutto impreparate. Come film indipendente Il dubbio è senz’altro un capolavoro. Biagio Giordano
Fuocoammare
Fuocoammare, 2016. Un film di Gianfranco Rosi con Samuele Pucillo, Mattias Cucina, Samuele Caruana, Pietro Bartolo, Palma d’oro a Cannes, candidato all’Oscar 2017 Capolavoro per la drammaticità che suscita e le atmosfere psicologiche primordiali che evoca, un film che immette prepotentemente dentro la corazza di un presente ancora troppo esorcizzato, ricordandoci l’inutilità delle guerre soprattutto per la maggior parte delle popolazioni umili a cui certi conflitti, a differenza delle classi agiate detentrici spesso di qualche ombrello di potere, tolgono ogni futuro e speranza. Biagio Giordano
Volto di donna (A Woman’s Face)
Volto di donna (A Woman’s Face) è un film in bianco e nero del 1941 diretto da George Cukor. Il soggetto del film è tratto dal dramma Il était une fois di Francis de Croisset… Il film: Il male, legato alla propria bruttezza fisica, all’insoddisfazione che ne deriva, un male che suscita negli altri repulsione costringendo ad odiare e a fare del male… Si può cambiare se un evento scientifico medico riporta a un certo punto la bellezza perduta? Film di grande comunicazione empatica, con una trasmissione dei valori impregnati di sentimento e passione etica che è indubbiamente sopra le righe, aspetti oggi impensabili su certi temi cinematografici. Un film che riesce ad esaltare la funzione del cinema commozione, quello teso al bene, con delle recitazioni e riprese fotografiche magistrali, impressionanti nei tempi scenici del bene e del male, dirette da un regista assai acuto nel raccontare e nel creare tensioni drammatiche in crescendo, quale era George Cukor. Joan Crawford insuperabile. Biagio Giordano
Velluto blu (Blue Velvet)
Velluto blu (Blue Velvet) è un film del 1986 scritto e diretto da David Lynch
L’altra faccia del civile, del normale, del comportamento bene: il male della perversione sessuale violenta, della maniacalità incontrollata e devastante di sè e degli altri, un male che certamente nel sociale e nel privato esiste nella sua pratica reale, e sfocia nel delinquenziale più orrido, ma che come parte oscura di sé può essere anche solo, da tutti, semplicemente desiderato, fantasticato, metaforizzato. sognato, negato, attraverso le complesse vie repressive del civile rimanendo per certi aspetti controllato per altri no. Un male anche subdolo, che può prendere in ciascuno, attraverso la potenza del desiderio, vie diverse di scarica, lungo un gioco di spostamenti delle mete pulsionali tali da portare pericolosamente sul bordo del civile, sul suo confine più ambiguo… David Lynch è attratto dal male sessuale in quanto questione che non riguarda solo i nevrotici ma per altre vie il mondo oscuro e ipocrita dei socialmente integrati e garantiti: ignari per eccesso di pudore del proprio inconscio più problematico… Forse il film più coinvolgente di David Lynch, autentico poeta visivo, che fa del dramma estremo, esposto nei sui dettagli più raccapriccianti, uno specchio insinuante teso a interrogare l’inconscio dello spettatore inquieto e di quello per bene attratto dai desideri perversi degli altri… Dennis Hopper eccezionale, indimenticabile nella parte del bordeline bisessuale… Biagio Giordano Margin Call (Margine di salvezza)
Margin Call (Margine di salvezza) è un film del 2011 scritto e diretto da J. C. Chandor ed interpretato da Kevin Spacey, Jeremy Irons, Zachary Quinto e Simon Baker Film thriller finanziario. Le 24 ore che precedono l’inizio della grande bolla finanziaria americana del 2007. Grazie alle previsioni di un attento e talentuoso giovane dipendente di una grande azienda finanziaria, che con opportuni modelli matematici proietta nell’immediato futuro le conseguenze di ciò che sta vedendo nei grafici dello schermo del computer, ossia strani e significativi dettagli di un immediato crollo della domanda dei titoli di proprietà dell’azienda, la casa finanziaria in cui lavora si salverà, con perdite però quasi catastrofiche. La perdita anche solo del 25% dei valori dei titoli in mutui dell’azienda, cosa ipotizzata dal giovane dipendente osservando in modo geniale il tipo di andamento del mercato sul computer, avrebbe distrutto definitivamente l’azienda. Vendendo quasi tutti i titoli, a valori minimi e in poche ore, l’azienda non fallirà… Film asciutto, essenziale, concentrato tutto sulle assurdità e i paradossi della grande finanza americana, le cui gigantesche bolle create nell’economia reale nel 2007, verranno sgonfiate gradualmente dalla banca centrale americana con l’immissione di una gigantesca massa di nuova moneta a sostegno dei titoli in precipizio. Aspetto quest’ultimo che l’Europa, invasa dai titoli tossici americani, non potrà fare a causa dei suoi vincoli bancari tra nazioni diverse: con grave danno al sostegno della domanda verso la nostra industria… Film di grandi emozioni, recitato con una eccezionale immedesimazione degli attori nei personaggi che incarnano…
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