Cinema. Brevi recensioni
RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Brevi recensioni
Point Break e Gli spietati
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Point Break
Un film d’azione del 2015 diretto da Ericson Core
Il film è il remake dell’omonimo film del 1991 diretto da Kathryn Bigelow
Al cinema, sala 4 Diana Savona Molto diverso dal primo film del 1991, che forse filosofeggiava un po’ troppo, andando con ciò a discapito dell’azione, questo remake si presenta soprattutto come un’esplosione di movimenti, di operazioni umane dirompenti, straordinarie, dal ritmo vertiginoso, sempre sullo sfondo di location da favola.
Molto osteggiato dalla critica che vorrebbe vedere sempre realizzato un felice, quanto impossibile, connubio tra pensieri, dialoghi, e azione, questo film di Erison Core prova invece a dare all’azione quel mutismo dei dialoghi verbali necessario a far emergere una lingua altra, che fa tutt’uno col movimento, più autentica, che è quella della natura: un idioma quest’ultimo particolare che sembra a volte poter ritornare in vita, seppur in una forma paradossale, partendo proprio da un punto oscuro ricercato, identificabile ma reso nebuloso da quanto la civiltà reprime e relega nell’inconscio lasciando che sia l’arte a ridarle vita.
Una natura che nel film giganteggia con bellezze sconvolgenti e passionali, e in cui i desideri umani dei protagonisti con le loro pieghe violente o sentimentali paiono fondersi, configurando una misteriosa simbologia spirituale a sfondo religioso e miticizzante, dotata di un’energia enigmatica, che evolve verso un’apoteosi mistica in grado di sfociare in un altrove incommensurabile, visionario: qualcosa che ha il potere di sconfiggere, nelle menti umane che lo compongono, la paura della morte e l’ossessione del tempo, semplicemente andando loro incontro a testa alta, accompagnati dalla musica che rilascia un tempo di vita breve simile a quello di una farfalla…
Gli spietati (Unforgiven)
è un film western del 1992 diretto e interpretato da Clint Eastwood. Filosofia del film. Tema:la seconda vita che si incontra quando il futuro non lascia intravedere più possibili scenari desiderati. Allora la pulsione di morte tiene ancorati a un presente sempre più dominato dalla violenza biologica della sopravvivenza. E’ un altrove assoluto, anche poetico però perché privo di paure, si osa intraprendere infatti con un coraggio senza più confini precisi, imprese di giustizia e di immaginazione fuori dal comune… |
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