Cinema: al letto col nemico

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
A letto con il nemico

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A letto con il nemico

 

A letto con il nemico, di Joseph Ruben, con Julia Roberts, Patrick Bergin, paese Usa, anno 1991, genere thriller, durata 96 minuti.

 Una bella e giovane donna (Julia Roberts) sposata con un ricco uomo d’affari, vive col marito  in una splendida villa situata in prossimità del mare. L’uomo da subito mostra nel comportamento verso di lei delle ombre, è affetto da gelosia patologica, appare spesso possessivo e manesco.  Costringe la donna a seguire solo il suo volere.

La donna, per riacquistare la libertà perduta, mette in pratica un piano di fuga a lungo studiato. Si finge morta durante una gita notturna in barca, lasciandosi cadere in acqua e nascondendosi dietro un piccolo natante da lavoro.

Il marito, convinto che sua moglie non sappia nuotare, dopo qualche giorno di ricerca la considera morta. In seguito però verrà a conoscenza della sua presenza in vita, e cercherà di riaverla a tutti i costi. Per far ciò l’uomo si pone violentemente in mezzo tra lei e il suo nuovo amore. 

Da un romanzo di Nancy Price, un thriller da non sottovalutare, sia per le idee che per le invenzioni fotografiche, aspetti entrambi corroborati visivamente da location suggestive che sembrano disporsi nelle inquadrature in modo magico suscitando illusioni dalla forza ipnotica potente.

Il film non è piaciuto alla critica a causa di una presunta carenza di suspense, in realtà l’intensità drammatica che dà normalmente il suspense, è ben presente nel film solo che la si percepisce in tutta la sua forza lungo un arco di tempo medio riscontrabile nella parte finale del film. 

Il film ha per protagoniste, da una parte una mente malata dall’altra una donna che cerca di sfuggire ai suoi effetti devastanti, una donna che fa esperienza della durezza del maschilismo combattendone il potenziale femminicidio con il coraggio elargito dalla disperazione.

 Julia Roberts particolarmente insolita nella sua bellezza. anche se recita con un patrimonio di sguardi un po’ ridotto rispetto a quello che siamo abituati a vedere nella maggior parte dei suoi film.

Regia sicura, promettente.

 

Biagio Giordano   

 

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