Ci scrive l’avvocato Massimo Ottolenghi

Ci scrive l’avvocato Massimo Ottolenghi 
Notizie infondate, errate  se non intenzionalmente falsate
 su l’ex sindaco Carlo Gambetta

Ci scrive l’avvocato Massimo Ottolenghi 
Notizie infondate, errate  se non intenzionalmente falsate
 su l’ex sindaco Carlo Gambetta

Leggendo “trucioli savonesi” ho avuto motivo di indignarmi per la diffusione di infondate affermazioni basate su notizie errate – se non intenzionalmente falsate,  come induce a pensare l’anonimicità del “Gruppo Noli 2011” – relative a fatti e vicende di cui ho conoscenza diretta.

Ritengo pertanto mi si imponga il dovere di intervenire nel rispetto della verità storica e per l’onorabilità delle persone.

L’affermazione “…. in quegli anni per far cassa e sbandierare l’esigenza di tutelare il patrimonio di Noli, furono annullati 211 licenze edilizie, imponendo ai proprietari una sanatoria onerosa” è gratuita oltre che diffamatoria nei confronti degli Amministratori dell’epoca. Come tale deve essere smentita.

L’Amministrazione di Noli, in allora, con la presenza di 250 costruzioni residenziali spacciate per agricole nel retroterra collinare – prive di fognature, di servizi e della più elementare urbanizzazione – fu posta di fronte ad un ultimatum della Regione Liguria. L’alternativa era, o intervenire direttamente e immediatamente a sensi di legge, o lasciare via libera all’azione surrogatoria della Regione, con acquisizione da parte di quest’ultima del provento, delle sanzioni e dei provvedimenti in sanatoria. Nonostante il rischio di impopolarità  e di probabile conseguenze elettorali negative, l’Amministrazione in allora, ritenendo prevalente l’interesse pubblico su quello personale, decise l’intervento diretto proprio per assicurare al Comune la disponibilità (ricavato degli oltre 211 ricorsi conclusi in sanatoria) necessaria per trasformare e risanare una zona igienicamente malsana, fetida e non facilmente praticabile, in quella che è la perla turistica e paesistica del Comune di Noli.

La popolazione grata in allora, al Sindaco Comandante Carlo Gambetta e alla sua Amministrazione, riconobbe il merito con la riconferma elettorale.

A smentire altra malevola insinuazione, fu ancora questa Amministrazione ad intervenire perché lo breccia abusivamente aperta nel muro del Castello Monte Ursino fosse sanata, prima col rifiuto dell’apertura di passaggio carraio e poi con ordinanza di ripristino, che venne impugnata avanti al TAR Liguria.

In fede.

Torino, 21 ottobre 2011

Avv. Massimo Ottolenghi

 

 

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