Ci risiamo, e non è un caso!

il Consiglio Comunale di Genova ha compiuto un atto grave, che merita non solo la massima riprovazione, ma anche la messa in campo di ogni utile iniziativa volto a contrastarlo.
Ci risiamo, e non è un caso!

Ci risiamo, e non è un caso!

Da tempo è in atto la raccolta di firme promossa dall’Anagrafe Antifascista (una comunità virtuale di valori aperta a tutti coloro che si riconoscono in una serie di principi enunciati nella “Carta di Stazzena”) a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare “Norme contro la propaganda e diffusione di messaggi inneggianti a fascismo e nazismo e la produzione e vendita di oggetti con simboli fascisti e nazisti”, una proposta che si colloca pienamente nel solco del dettato costituzionale.

Nei giorni scorsi il Consiglio Comunale di Genova ha approvato, con il voto favorevole della maggioranza di centrodestra, quello contrario del M5S, l’astensione del PD e della Lista Crivello, un ordine del giorno, presentato da Forza Italia e dalla Lega, volto a “Istituire un’anagrafe virtuale antifascista e anticomunista”. I fautori di tale ordine del giorno puntano espressamente a “Promuovere una proposta di legge di iniziativa popolare contro la propaganda delle ideologie fasciste, naziste, comuniste, eversive e antidemocratica, nonché contro la produzione e la vendita di oggetti e simboli che richiamino tali ideologie”.

Se non si trattasse di un atto politico grave, lo si potrebbe ascrivere alla categoria di una risposta all’insegna del “ma anche”, alla quale una certa idea e pratica della politica, come testimonia lo stesso sindaco di Genova, continua a riferirsi alla ricerca di un consenso trasversale, oppure a quella del “proviamo a scimmiottare l’iniziativa degli altri piegandola ad una visione di parte”. Siamo di fronte ad una scelta parte del processo di revisionismo storico in atto da tempo nel nostro Paese, lo stesso che ha finito con l’equiparare vincitori e vinti in nome di una inesistente esigenza di pacificazione nazionale, con lo sminuire il ruolo della Resistenza nell’affermazione della Repubblica, i valori dell’antifascismo nella Carta Costituzionale, etc.

Un processo che nei giorni scorsi, in occasione della giornata mondiale della memoria, ha reso possibile ad esponenti della destra del Consiglio Comunale di Cogoleto di inneggiare plasticamente al fascismo.

Un processo revisionista che ha trovato ulteriore spinta nel voto espresso poco più di un anno fa al parlamento europeo dai rappresentanti della destra, unitamente al PD, per restare alla rappresentanza parlamentare italiana, “sull’importanza della memoria”, che omettendo e stravolgendo la storia ha messo sullo stesso piano nazismo e comunismo.

Che nel caso in questione il PD si sia astenuto non è un “passo avanti”, ma la conferma dell’essere egli pienamente dentro tale processo.

Ciò che il Consiglio Comunale di Genova ha compiuto è un atto grave, che merita non solo la massima riprovazione, ma anche la messa in campo di ogni utile iniziativa volto a contrastarlo.

Noi, il PCI, ci sentiamo impegnati in tale direzione ed abbiamo le carte in regola per farlo.

Come abbiamo avuto modo di sottolineare a più riprese la storia alla quale ci rifacciamo è quella di una forza politica e culturale che meglio e con maggiore forza ha dato voce al dolore del Paese ed alla aspirazione all’emancipazione delle classi subalterne, un punto di riferimento per la conquista di migliori condizioni di vita, per la difesa del sistema dei diritti democratici, quegli stessi dei quali beneficiano oggi i promotori dell’ordine del giorno.

Essa, nel senso suo più alto, appartiene alla storia d’Italia. 

 

Mauro Alboresi Segretario nazionale PCI

 


 

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