Chi pretende eroismo dai potenti è un povero illuso

Le quattro parole sinonimo di buona politica iniziano tutte con la “P”: Prevenzione, Produzione, Perequazione e Protezione.
Fuori da queste salvifiche finalità democratiche, i sistemi sociali deragliano dall’ordine al caos, dalla sicurezza al rischio, dalla pace alla guerra, dalla civiltà alla barbarie.
Se i soggetti che hanno il potere e il dovere di governare e amministrare uno Stato, non possono operare in assoluta sicurezza personale e familiare, smettono di rischiare; e alla lunga anche la sicurezza dei cittadini diventa improbabile; perché lo Stato indebolito dal mal governo o dal non governo è sempre forte con i deboli e debole con i forti.
Salvo illustrissime eccezioni, nessun professore, giornalista, burocrate, politico o giudice esercita da eroe il potere, se operando per il bene della collettività, lui e la famiglia sono in pericolo invece di essere protetti.

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Perciò quando vediamo qualche potente della cultura, della burocrazia, delle professioni, della politica, della giustizia, del mercato o della finanza commettere qualche inspiegabile bestialità; prima di condannarlo a bruciapelo come matto o farabutto, cerchiamo di capire se quel comportamento anomalo non è un tentativo estremo di legittima difesa.

Moro, Falcone e Borsellino (ma in Italia la lista delle vittime dell’insicurezza è chilometrica) ci insegnano che i potenti che operano con responsabilità e coraggio, non sono mai tutti e sempre al sicuro. Attaccarli mentre sono già minacciati da qualche potere criminale che ha interesse a renderli inoffensivi, non è un buon servizio per la collettività, ma per chi consolida il proprio potere criminale indebolendo lo Stato di diritto.
Il mondo è pieno di potenti che si sono suicidati o che hanno subito un attentato. Un potente che vive in condizione di pericolo è probabile che nell’estremo tentativo di difendersi reagisca a danno della collettività. Ma se lo combatti invece di sostenerlo, esponi la collettività ad un rischio e ad un danno maggiore o insanabile.
In uno Stato democratico il potere pubblico è la “diga del Vajont” che protegge gli onesti dai farabutti.
Se invece di garantire sostegno per consolidarla, gli dai una spallata; non guasti né il sonno né l’appetito ai farabutti che vogliono abbatterla, ma da utile idiota li aiuti ad abusarsi della collettività, gli rendi più facile e ricca la stagione di caccia.
Anche nella migliore democrazia del mondo possono infiltrarsi dei farabutti al potere. Ma combattere senza distinguo, Buoni e Cattivi, rende, anche il migliore Stato di diritto, un Inferno per i buoni e un Paradiso per i cattivi.
Che commossi ringraziano!

Franco Luceri da il rebus della cultura

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