Chi è Andrea Speziali. L’intervista

Andrea Speziali durante una visita a villa Zanelli

Fisico asciutto e un metro e ottanta di altezza, capelli corti castano chiari dello stesso colore degli occhi, la cui vivacità non  è appannata dalle lenti di un paio di occhialini Cartier, abbigliamento classico-sportivo: sneakers ai piedi, jeans, camicia e giacca dal cui taschino spunta l’inseparabile  iPhone con un nutrito e invidiabile  elenco di contatti, tra cui spiccano alcuni nomi di personalità di rilievo con cui è entrato in relazione per i suoi eclettici interessi, la sua curiosità prorompente e una sconfinata passione per l’arte Liberty, Art Nouveau più precisamente.

Lui è Andrea Speziali, classe 1988, originario di Riccione, che, grazie ai suoi articoli, post con foto e video girati all’interno di luoghi seriamente danneggiati dal tempo, abbandonati o poco noti, ma tutti preziosi scrigni di affreschi, decorazioni o qualche impronta del Liberty in Italia, ma non solo, conta quasi 1 milione di follower e oltre 280 milioni di visualizzazioni ampiamente certificate tra tutte le sue pagine social: Facebook, Instagram, Twitter e TikTok.
Lo sanno bene le agenzie di web agency e i giurati allo storico premio “Rimini-Europa in the World” che, oltre a verificare l’autenticità dei numeri, riconobbero nel 2020 all’autore l’onorificenza per l’impegno nel divulgare la cultura Art Nouveau online e per essere riuscito a censire oltre mille edifici Liberty italiani sul sito www.italialiberty.it dell’associazione che ha fondato e presiede tuttora.

Con un proprio stile alquanto originale il giovane critico d’arte riesce a infiltrarsi nei meandri più intimi di quelle dimore storiche sorte tra fine Ottocento e primi Novecento, riuscendo a sedurre anche i proprietari più riservati e a farsi autorizzare la divulgazione di private storie di famiglia, inediti documenti e immagini di antiche meraviglie attraverso i suoi canali social, come attesta lo straordinario mondo di “The world Art Nouveau”.
Proprio la pagina Facebook @theworldartnouveau con tanto di badge blu – profilo verificato – gli dette nel 2015 l’opportunità di sensibilizzare il popolo ligure sull’urgenza di salvare villa Zanelli a Savona. Se a breve la si potrà vedere rinascere come una fenice dalle sue ceneri si deve  anche al fatto che una foto della villa in avanzato stato di degrado  postata sul web in un quarto d’ora raggiunse quasi mezzo milione di utenti, scatenando un fiume di commenti negativi per quello stato conservativo di un bene di proprietà pubblica che, proprio a giudizio di Speziali, è uno degli esempi più belli dell’arte Liberty italiana e porta la firma di due nomi illustri, Pietro Fenoglio e Gottardo Gussoni.

Andrea Speziali Un sogno una villa, olio su tela

Andrea Speziali. Il mare e la Villa

Il fiuto, la cura investigativa e l’ostinazione hanno permesso al critico romagnolo di scovare anche i disegni progettuali di quell’edificio, che molti ormai davano per persi e che invece andranno a far parte del nutrito materiale espositivo del primo Museo del Liberty. Anche questo è un ambizioso progetto che Speziali ha coltivato per molti anni e che a breve si concretizzerà: egli stesso inaugurerà il museo a Sarnico il prossimo luglio, in occasione dell’Art Nouveau week.

Per descrivere una persona vulcanica come Andrea Speziali ci vorrebbero centinaia di pagine: la creatività e l’eclettismo che lo contraddistinguono lo portano a concepire contemporaneamente mille progetti, tuttavia la sua scrupolosità lo induce a concretizzarne uno alla volta. Con questo metodo ha già centrato parecchi obiettivi e allo scadere  della mezzanotte del 28 settembre 2022, quando ha compiuto trentaquattro anni, l’enfant prodige o “il golden boy della Romagna”, come recitava l’articolo di copertina sulla Voce, ha potuto sicuramente stilare un bilancio positivo della sua carriera: oltre trenta mostre d’arte curate, una quindicina di libri pubblicati con grandi editori quali Maggioli, Silvana editoriale o CartaCanta, numerosi articoli pubblicati su quotidiani nazionali, dal Sole 24 Ore al Resto del Carlino e Avvenire, fino alle riviste scientifiche come Abitare del Corriere della Sera o Agorà e Abitare la Terra.
Nomi di spicco della cultura italiana, da Portoghesi a Daverio fino a Sgarbi o Cecchi Paone, in più occasioni si affiancano a quello del massimo esperto d’arte Liberty perchè con lui hanno curato mostre, o sono stati padrini delle sue avventure artistiche che gli hanno permesso di partecipare perfino alla 54esima edizione della Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, dove ha esposto al Padiglione Italia, o alla Biennale Internazionale di Fotografia.
Capiamo un po ‘meglio…

Innanzitutto ricordiamo il suo blog all’interno del portale Exibart dove già nel 2008 scrivevi di arte Liberty raccontando storie interessanti di ville, palazzi e castelli. Molto apprezzate quanto le fotografie e i video che pubblicavi. In rete compare uno screenshot che mostrava quasi 2 milioni di letture al tuo blog fino al periodo della chiusura della sezione, quanti contenuti erano?
<<Quel blog intitolato “Il notiziario di Andrea Speziali” come mi assegnarono, oggi è cancellato come quelli dei miei colleghi che erano presenti all’interno di Exibart – il sito numero uno in Italia per l’arte –   Godevo di uno spazio in homepage e quindi per la visibilità non c’è da stupirsi delle così tante visualizzazioni. Se dobbiamo confrontare il sito www.italialiberty.it che in dieci anni ha raggiunto 3 milioni di accessi con all’interno più di novecento articoli svelato il mistero. è noto a tutti che il SEO per l’indicizzazione web è importante ed ha lo scopo di comparire tra i primi risultati di una ricerca. Grazie a valide persone come Laura Novak o Mattia Deavi che sanno fare il loro mestiere hanno permesso a Google di leggere correttamente i contenuti pubblicati con wordpress. Gli articoli ricordo erano tantissimi nel blog di Exibart, circa 200. Poi si capisce che tra una condivisione e l’altra sulla rete dei social i numeri aumentano. Anche i blog di altri autori selezionati a partecipare al progetto godevano quasi delle mie stesse views. Tutto dipendeva dall’interesse dei contenuti e quello che postavi. Ho viaggiato in lungo e in largo scattando e registrando video di quelle curiosità artistiche dimenticate.>>

villa Haydeè a Rimini

Ha mai sentito parlare du Urbex ?
<<Penso si riferisca all’articolo che ho scritto su villa Haydeè a Rimini  perchè girò l’Italia e fece ottenere all’immobile un vincolo da parte della sovrintendenza dei Beni Culturali . Feci delle foto assai suggestive, ma a rendere magica l’atmosfera del villino in degrado erano le decorazioni e la straordinaria vista che si godeva dal balcone affacciato sul mare. In generale conosco l’Urbex e me ne  dissocio completamente perchè dalle mie indagini risulta che talvolta si spacciano per ‘fotografi urbex’ –  persone che praticano la violazione di proprietà privata, entrando senza permesso con finalità poco lecite. Spiego meglio: ho visto in rete video in cui questi soggetti rompono catene per entrare in abitazioni. Premesso che ci può essere una regia dietro tutto ciò, ma da quello che ho letto nei commenti e post in gruppi social c’è di tutto e di più. Basta chiedersi quanti tra i sedicenti appassionati di foto di opere d’arte, prima di entrare in un luogo chiedano il permesso e poi davanti a opere di valore si limitino a lasciarle lì. Per le mie ricerche sul Liberty mi sono imbattuto in questi individui in più occasioni, ma a differenza loro, grazie alle forze speciali ho individuato e promosso la tutela di alcuni edifici come villa Zanelli a Savona, villa I Cipressi a Gambassi Terme, al cui interno ho individuato affreschi di Chini e De Carolis, o villa Cattini a Correggio, che conserva pitture di E. Hurtrè. So che persone che si sono presentate come inviate di Urbex hanno fotografato le Terme Berzieri a Salsomaggiore,con opere di Galileo Chini, quando l’area era inaccessibile anche alle autorità>>.

Che avventura!
<<Io non la trovo affatto un’avventura. Forse sarò all’antica ma preferisco entrare nelle case con tanto di permesso e accompagnato dai proprietari. Sarò sciocco a credere nei ‘fantasmi’ o entità che abitano questi luoghi incustoditi ma c’è sempre una verità dietro tutto ciò. Pensi che alcuni proprietari di sontuose dimore abbandonate, in cui si vociferava di strane presenze, più volte mi hanno chiesto di entrarvi per stimare beni in qualità di perito ma mi sono sempre rifiutato per una paura che di certo non mi fa onore, e mi sono limitato a mandare fotografi collaboratori o colleghi.>>


Quali sono le grandi mostre che ha curato ?

<<S’intitola “Giuseppe Sommaruga. Un protagonista del Liberty italiano” la mostra del 2017, accompagnata da una doverosa monografia sull’architetto celebrato nel centocinquantesimo dalla nascita e centenario dalla morte. Ricordo di aver bussato alla porta giusta facendomi aprire il Grand Hotel di Varese, chiuso da oltre cinque decenni, per una giusta causa come l’allestimento di quell’evento che si avvaleva anche degli spazi dell’Archivio di Stato e di Palazzo Lombardia,  per valorizzare su scala internazionale Sommaruga. In quell’occasione ho avuto l’onore diavvalermi della collaborazione dell’amico Vittorio Sgarbi come co-curatore. Altre come “Grafica Liberty” a Cervia o “Liberty. Uno stile per l’Italia moderna”, seppure di rilievo, non mi hanno emozionato tanto quanto quella varesina>>.

La sua città Art Nouveau preferita ?
<<Potrei dire Pesaro per le maioliche di Molaroni o il villino Ruggeri che ho ampiamente visitato e di proprietà di amici, ma non sarei del tutto corretto, seppure la villa definita ai tempi della Belle Epoque la più chic d’Europa è qualcosa di straordinario. Dico Barcelona e non la confondete con Barcellona Pozzo di Gotto, che comunque vanta un edificio Liberty che fortunatamente l’amministrazione comunale ha saputo valorizzare con un restauro conservativo.
La terra spagnola con tutto il suo modernismo catalano resta e resterà nel mio cuore. L’ufficio comunale addetto alla Cultura nel 2016 mi invitò al convegno internazionale sul tema dell’Art Nouveau e in quei gloriosi giorni carico di emozioni e con gli occhi ammaliati dall’affollata platea con nomi d’èlite di ogni paese,la mia mente si è  aperta a nuove idee. Al mio rientro in patria progettai la Settimana internazionale del Liberty>>.

Come nasce l’Art Nouveau week?
<<Appunto dal modo di fare turismo culturale in Spagna. Mi chiesi perchè non si potessero aprire al pubblico 150 ville Liberty italiane. Così dopo una progettazione durata più di un anno nel 2019 ho dato l’avvio  alla prima edizione di ANW. Penso che ancora si ricordino le suggestive riprese degli interni di villa Ducloz a Lucca, dove portai la troupe del TG1 o il servizio del TG2 dedicato ai decoratissimi interni di villa Ximenes a Roma.
I miei studi sul tema sono così approfonditi che ho perfino scoperto che dall’8 al 14 luglio ricorrono gli anniversari dei più importanti nomi del movimento artistico. Per citarne alcuni Otto Wagner, Giovanni Michelazzi, Salvatore Gregorietti, Giuseppe Sommaruga, Gustav Klimt o Alphonse Mucha, morto il 14 luglio, lo stesso giorno che venne alla luce il protagonista della Secessione viennese.>

Il mondo accademico definisce Andrea Speziali come uno, se non il massimo esperto d’arte Liberty che c’è in Italia. Viene da chiedere quali siano i suoi studi.
<<A 34 anni continuo ad informarmi e ad approfondire con la stessa passione e caparbietà di studioso e instancabile ricercatore di quando avevo diciott’anni, quando inizia ad interessarmi del Liberty dopo una lezione di Storia dell’Arte del mio mentore, il prof. Gresta, al Liceo Volta-Fellini che allora frequentavo  come studente e dove ora insegno. Anche dopo la laurea all’Accademia di Belle Arti di Urbino nel 2014 ho continuato a portare avanti gli studi. Mi sono affiancato a grandi critici d’arte e ad antiquari per apprendenre i segreti del mestiere fino a scovare anche quello che non c’è sui libri e mai forse ci sarà,  perchè  la gelosia che molti collezionisti nutrono per le  opere d’arte che possiedono  è così grande da spingerli ad impedirne  impedendo un’auspicabile divulgazione.>>

Tra queste opere cosa ricorda ?
<<Non si può rivelare, posso solo dire che ci sono opere di autori assai conosciuti, ma preferirei evitare di entrare nello specifico. Capisco che in certi casi si tratta di collezioni davvero inestimabili, ma disapprovo una custodia tanto gelosa, che considero una sorta di  furto perpetrato ai danni dell’umanità, privata della contemplazione di tanta bellezza.>>

Abbiamo letto il suo curriculum ricco di titoli alcuni incoerenti con l’arte. Ce ne parli?
<<La ricchezza non ha fine e misurarla riesce sempre discutibile, penso che non ci sia mai una consona unità di misura. Riconosco di aver fatto tanto come conseguire il PhD, quattro master, una laurea e due abilitazioni all’insegnamento oltre a un patentino da agente immobiliare e da accompagnatore turistico. Se in questi ultimi due il lettore non trova un senso logico, può invece trovarlo  chi ha avuto modo di conoscermi. L’eclettismo mi distoglie dalla monotonia.Tornando al patentino da agente immobiliare serviva per il ruolo di Perito e CTU al Tribunale di Rimini, dove tuttora sono iscritto, così anche all’albo dei Periti ed Esperti d’Arte della Camera di Commercio della Romagna. Ebbene stimo anche immobili, anche se non ho avuto fino ad oggi esperienza diretta come agente immobiliare, ma conosco bene quel mondo che non esito a definire una giungla che può riservare parecchie sorprese, perchè vi operano anche pseudoprofessionisti senza titolo.Mi gratifica invece molto l’idea di fare l’accompagnatore turistico: mi piacerebbe accompagnare in giro per il mondo un gruppo a cui spiegarne le bellezze. Di certo non mi manca la conoscenza delle mete!>>

Villa Antolini a Riccione

Ha mai conosciuto l’amore oltre a quello per il Liberty?
<<Forse si o forse no. Sicuramente l’ ho provato in forma passeggera per poche persone. Anche se non escludo la possibilità di cambiare idea, sono ancora convinto che una compagna a vita sia  sinonimo di noia quanto mangiare la stessa pasta tutti i giorni; ma siamo nel secolo delle coppie aperte o sbaglio? Anche con l’avvento di Onlyfans prevedo un incentivo al libero amore. Associo il fenomeno agli nft, una bolla più che rivelata dove chi non sapeva dove stesse di casa o cosa fosse l’arte alla creazione di un token era già un artista sul mercato in quotazione, così su onlyfans sono tutti attori nati e affermati solo in cerca di  followers. Così di certo l’amore non si trova manco con l’immaginazione!
Beh… tornando a noi… C’è una foto superstite tra le migliaia cancellate, che mi ritrae assieme a una modella bolognese davanti al cancello d’ingresso di villa Antolini a Riccione. All’epoca quando ero un bagnino di salvataggio dal carattere garibaldino riscuotevo grande successo di fama e numeri non tanto per i follower quanto per altro…! Alessandra, si chiamava così, sono riuscito a conquistarla con la storia di quella villa, frutto delle mie prime ricerche, scoprendo in me una insospettata dote di oratore che ai tempi del liceo non era emersa per la mia eccessiva timidezza. questa stessa dote balzò agli occhi del Grande Oriente d’Italia che con la richiesta di contributi scientifici mi avvicinò alla Gran Loggia. Quella dimora del 1923 progettata da Vucetich catturò il mio cuore, accese la passione per il mondo dell’arte e mi ha ispirato a distanza di quindici anni una storia ormai pronta per diventare romanzo>>.

Speziali con Sgarbi

Un riassunto di questa storia?
<<Come storico dell’arte anticipo che mi rimane difficile la sintesi e adoro romanzare.
Diciamo che un conte vicentino, Franco Tomaso proprietario di un imponente palazzo a Vicenza con tanto di affreschi di Tiepolo, vedendomi folgorato da villa Antolini e dalla genialità del suo architetto, Mirko Vucetich, mi regalò il disegno inedito del progetto della dimora  e mi permise l’ acquisto di quasi mille disegni anche di altri autori che aveva collezionato nel tempo. Nulla era di grande valore sul mercato,ma per me simboleggiavano il premio delle mie prime fatiche di ricercatore. lascio il seguito della storia al mio futuro romanzo, concludendo che oggi potrei maledire questa vicenda che mi vede raggirato da astute persone che si sono fatte gioco di me. Ma  ho fede  e sono certo che il parco divertimenti all’inferno sia quasi pronto per qualcuno>>.

Si può dire che Andrea Speziali è diviso tra artista italiano visivo e musicale parallelamente alla veste di direttore museale. Quale delle due strade sceglierebbe davanti un bivio?
<<E’ il dilemma di tanti protagonisti del mondo dell’arte. Da un lato c’è la vena istintiva dell’artista, dall’altra il tratto scientifico del critico d’arte, divulgatore o direttore museale. Ora come ora preferirei creare e fare l’artista a tempo pieno ma si sa che non offre uno stipendio sicuro. Gli NFT ad esempio hanno prodotto ingenti volumi di crypto a quegli ‘artisti’ che in verità poco avevano di competenze nel mondo dell’arte ma solo stoffa da influencer quali effettivamente sono. Gli artisti che hanno prodotto e venduto NFT e ho conosciuto di persona ai vari convegni scientifici dove sono intervenuto, da Palazzo Castiglioni a Milano, fino a Bari, Catania e altre città, mi hanno fatto capire che senza follower sui social poco sarebbero contati, anche se quotati in gallerie o in aste di successo, proprio perché sono mondi diversi. L’artista di oggi può ambire solo a raggiungere la Biennale di Venezia o altri grandi contesti per affermarsi.

PUBBLICITA’

Lasciando da parte i sogni, effettivamente di recente ho abbandonato il ruolo di direttore museale di due istituzioni, una a Sogliano e l’altra in Veneto, per dedicarmi al vero amore: Il Museo del Liberty, primo in Italia>>.

Cos’è il Museo del Liberty?
<<Si tratta del primo museo dedicato all’arte Liberty che c’è in Italia. Al suo interno sono esposte opere d’arte di grandi autori italiani e stranieri che sono tuttora un punto di riferimento quando si studia la corrente dell’ Art Nouveau. Mi riferisco ad autori come Alphonse Mucha, Leonardo Bistolfi, Hector Guimard, i famosi vasi di Gallè o Daum, le ceramiche di Ginori “Serpentina”, gli ebanisti Piero e Carlo Zen per citarne alcuni. Non mancano i disegni di Giuseppe Sommaruga, protagonsita della stagione Liberty italiana>>

Villa Liberty di Alassio realizzata dagli stessi autori di villa Zanelli e cioè Gussoni-Fenoglio, ma purtroppo demolita durante la speculazione edilizia degli anni ’70

Quando si inaugura e cosa si troverà al suo interno?
<<va detto prima di tutto che il Museo del Liberty è stato fino a ieri strumento di molti politici per arricchire il proprio programma elettorale e confesso che io stesso  sono stato al gioco per vedere realizzato il mio progetto. Ma, ahimè, nè a villa Zanelli a Savona, nè a Stresa, Laveno e a Palermo fino ad oggi si è fatto nulla per passare dalle promesse ai fatti. Il felice epilogo è arrivato invece a Sarnico, un borgo votato al Liberty per la concentrazione di edifici progettati da Giuseppe Sommaruga, come l’asilo, il mausoleo e le ville tutte per la committenza Faccanoni. Il sindaco Giorgio Bertazzoli, che si è meritato anche la stima di Vittorio Sgarbi, si è rivelato un valido capitano in quest’impresa che ha saputo portare a termine con successo. Venne a conoscenza dell’idea del museo tramite i giornali e quando comprese le potenzialità del progetto mi contattò per coinvolgermi  e mi nominò direttore. Bisogna riconoscere l’abilità del sindaco nell’essere riuscito a trovare 300mila euro di fondi e la location per inaugurare – se tutto va bene – a luglio  questo museo durante il festival “Art Nouveau week”. In veste di direttore ho richiesto la collaborazione di un collezionista amico ed esperto di Arti Decorative del periodo, il torinese Rodolo Caglia, che insieme a un team scientifico che vanta nomi come Fabio Benzi.

Lei è un vulcano di idee. Quali sono i prossimi traguardi?
<<Le chiedo quanto spazio abbia  per poterli annotare tutti, perchè l’elenco è abbastanza folto. Sicuramente per farle capire la passione che mi anima mi piacerebbe portarla con me in qualche mio viaggio per farle vedere alcuni capolavori del Novecento dal vivo! In quest’ultimo periodo sto dipingendo dei quadri che presto esporrò e parallelamente sto curando una mostra Si tratta di una mostra molto interessante in cui presento opere di autori contemporanei che nel mondo dei social si sono distinti per essersi ispirati alle opere di Antonì Gaudì, offrendone  una personale ed originale intepretazione tramite la tecnologia AI. Quindi la mostra seguirà un percorso scientifico che parte dai capolavori dell’Art Nouveau di inizio Novecento per arrivare alle opere di Calatrava, folgorato anche lui dal maestro spagnolo, e proseguire fino agli artisti contemporanei che si avvalgono di questa nuova tecnologia. Straordinario risulterà anche l’allestimento dello spazio espositivo ma non posso anticipare di più: fatemi finire il lavoro e rimarrete incantati! Parola di Andrea

Trucioli savonesi

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.