Cesare Pavese a Celle (seconda parte)
Da A’ CIVETTA Periodico di Celle Ligure. Terza pagina
Avvenimenti storici, aneddoti, proverbi, curiosità, aforismi, profili, elzeviri, spigolature, indiscrezioni, ‘chicche’… CESARE PAVESE A CELLE (Seconda parte) ‘Dodici Giorni al Mare’ Diario del Campo di Celle nel 1922 |
Da A’ CIVETTA Periodico di Celle Ligure. Avvenimenti storici, aneddoti, proverbi, curiosità, aforismi, profili, elzeviri, spigolature, indiscrezioni, ‘chicche’…
CESARE PAVESE A CELLE
SECONDA PARTE 13 Agosto – Domenica 6,30 La notte l’ho passata sveglio e l’atteso segnale è venuto come a liberarmi. Con che piacere corsi fuori della tenda a sgranchirmi un poco! Cominciammo subito a lavarci ed a pettinarci. Mettemmo fuori i pagliericci e per arieggiare la tenda l’aprimmo ben bene. Poco dopo andai con il Sign. Volpatto e Marocco sentire la S. Messa (essendo io e Marocco di corvée). La perdemmo. Allora tornammo al campo ed io andai a Celle a prendere il latte. Gli altri scouts vanno a sentire la S. Messa. (Va anche il Sign. Volpatto lasciando al campo io e Marocco). Tornati gli altri, andiamo noi a Messa, e tutti eccettuata la corvée vanno al bagno. Ritorna però D. Romersi il quale non si sente bene e non vuole perciò prendere il bagno. Noi passiamo il tempo aggiustandoci i sacchi. Nel frattempo giungono da bagno gli altri, magnificando la spiaggia e facendoci venire una certa, direi quasi, acquolina in bocca, nell’aspettativa del pranzo, che però è quasi subito pronto. La minestra è eccellente (paste al brodo). Dopo ci danno una grossa fetta di lesso ciascuno. Distribuiscono poi un bicchiere di vino ligure a chi lo vuole; in ultimo ci vengono date 3 pesche ciascuno. Dopo il pranzo ci riposiamo un po’, in attesa del bagno. Come mi tufferò volentieri nell’onda tiepida! Dobbiamo fare una strada un po’ lunga, ma non importa. Giungiamo alla spiaggia. Essa è veramente bella, con l’azzurro carico tutto solcato da triangoli bianchi. Ci mettiamo in fretta il costume e entriamo nell’acqua. Dopo due ore però ci tocca tornare. Io e Satta G. andiamo a Celle a comprare caffè e zucchero per la sera. Torniamo, ci danno la minestra (paste), un’insalata di pomidori e cocomeri e vino. Comincia il rapporto. Parlano il prof. Emilio e D. Romersi. Diciamo le preghiere e andiamo a dormire. Non appena coricati siamo già di sasso. Altro che ieri! Di guardia il gruppo di Gomirato…
14 Agosto – Lunedì 5,30 Ci alziamo tutti insonnoliti, e cominciamo a fare la nostra pulizia e delle tende. Gomirato e Testa vanno a Celle per le diverse compere. Andiamo a messa in una chiesuola sulla punta di una collina. Durante la Messa mi sento male e sono costretto ad uscire. Dei paesani premurosi mi offrono un po’ di marsala. Finita la Messa prendo il caffè col Commissario e dopo ci vengono distribuite 2 pesche per ciascuno. Ritorniamo e divoriamo in un istante il caffè e latte della colazione. Un’oretta di riposo. Visita dei diari, e dopo si va al bagno al quale non viene il Commissario che non sta bene. Ritorniamo e mangiamo con appetito il pranzo composto di una pasta asciutta (!!), di un’insalata di patate e fagiolini, vino e pane a volontà. Ci viene limitata l’acqua perché comincia a scarseggiare. Il senior Bordiga fa una visita ai diari. Verso le quattro parte per Genova il prof. Emilio, il quale ci va a cercare l’alloggio per la nostra permanenza di tre giorni. Andiamo al bagno. Durante il bagno giungono gli espl. Rosmino e Massa, in barca, assenti fin dalle una dal campo. Ritorniamo anche noi stimolati dall’appetito e divoriamo la minestra e le pesche col pane che ci vengono date per la cena. Rapporto. Diciamo le preghiere e corriamo a coricarci essendo stracchi morti. Di guardia c’è la metà della mia squadriglia, e domani sera ci sarò io.
15 Agosto Martedì 5,30 Sveglia (Mandata al diavolo più che mai). Pulizia personale. Si fa cerchio intorno alla bandiera che al grido di “San Giorgio pregate per noi” viene innalzata. Andiamo a Messa nella parrocchia. Don Romersi ci parla della glorificazione di Maria. Ritorniamo facciamo colazione e dopo due ore andiamo al bagno. Il mare è un po’ mosso. Tornati al campo il senior Miravalle visita i diari. Mangiamo pasta asciutta, patate e zucchini fritti (vino e pane). Dopo un’oretta di riposo il sign. Volpatto ci fa istruzione di pronto soccorso. Finita l’istruzione si combinano le corse di 100 m. che si faranno stassera. Dopo andiamo a Celle, lasciando i novizi al campo, a visitare una specie di riparto di esploratori, fondato dal padre Paolo. Gli esploratori ci ricevono bene, ci danno biscotti, mandorle e vino. Dopo ci invitano a andare sul terrazzo di dove si gode una vista magnifica. Osserviamo per un po’ di tempo il mare, i passanti, le numerose imbarcazioni e poi ci accomiatiamo dal gentile padre. Ritorniamo un po’…brilli, ma facciamo ugualmente le corse dei 100 m., che vengono vinte da Gomirato. Ceniamo allegramente con minestrone e frutta. Il S.Volpatto va con Miravalle ma del Campo Scout. Esso era stato montato e Bordiga d accompagna- a fianco, sulla destra guardando la fotografia, re alla stazione il padre di con davanti la spianata degli orti, sul fondo dei quest’ultimo, perciò il rap- quali, come scrive Pavese, vedevano il mare. porto viene fatto da D.Romersi. Si va a dormire. Monta la guardia Satta G. che verrà a chiamare me. Dopo di me Cavallaro e Maggiorotti E. 24 – 2 A mezzanotte viene Satta a svegliarmi. Ouff! Che barba! Pensare che sto così bene sotto la tenda. Ma bisogna alzarsi. Prendo la lanterna e l’orologio e vado ai piedi della bandiera. Di là faccio due o tre giri intorno al campo poi mi seggo un momento e per passa- re il tempo comincio a guardare le stelle. Ecco là l’Orsa Maggiore,…la minore, la Lira, il Cigno…lo Scorpione…Marte e mille altri fulguri celesti. Stavo ammirando il Cigno quando uno scricchiolio mi fece voltare. Nulla…è un cane che fugge davanti alla luce della lanterna. Riprendo a fare giri intorno al campo, per sgranchirmi. Do uno sguardo all’orologio, la mezza, purtroppo! Solo ancora la mezza… Conto fino a cento, vado fin sulla strada, guardo la Luna, che è apparsa ora, ma passano appena cinque minuti. Allora riprendo i giri, mi siedo, ripenso ai fatti accaduti nella giornata, i diverto a illuminare una dopo l’altra le diverse tende, e… finalmente passa un’altra mezzora L’una! Sia lodato il cielo! La mia risoluzione è presa. Sveglierò il Cavallaro un po’ prima (tanto tra lo svegliarlo, il vestirsi, ecc. passerà un quarto d’ora) così monterò solo più mezzora. Ricomincio i miei giri, rileggo il diario già fatto, e finalmente passa anche n’altra mezzora. Attendo ancora altri cinque minuti e poi vado a svegliare Cavallaro. Si veste, prende l’orologio e fanale e io mi vado a coricare non potendone più dalla stanchezza. M’addormento subito… (continua.2)
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