Ce lo dicono gli inglesi

Ce lo dicono gli inglesi
Ci vogliono gli inglesi per scrivere un articolo corretto e interessante su Savona

 
Ce lo dicono gli inglesi

Ci vogliono gli inglesi per scrivere un articolo corretto e interessante su Savona, che dice quello che io sostengo sempre: ossia che non valorizziamo abbastanza, non ci rendiamo conto di cosa possano rappresentare il Priamar e le vestigia del passato Della Rovere, che qualsiasi anglosassone conosce benissimo per pletore di film e telefilm dedicati ai Borgia, al Rinascimento, a Michelangelo (come qui citato). Frasi che ho pronunciato più volte in Commissioni e Consigli comunali, ricevendone in cambio sorrisetti di scherno.  Come quando proponevo di sfruttare le celebrazioni dedicate ai due papi savonesi a fini turistici.


L’autore si rivela anche bene informato, documentato e serio come solo gli anglosassoni sanno essere, da farci vergognare dei nostri opuscoletti e siti turistici striminziti e goffi.  Ricordiamo che ci sono ben quattro addetti alla comunicazione del Sindaco. Non dico altro.

E naturalmente si sottolinea anche che se fosse per le installazioni industriali e gli “ugly buildings”, per le squallide e orrende costruzioni che si vedono dalla stazione, nessuno penserebbe mai che valga la pena.

Savona è misconosciuta, una Cenerentola, una sorpresa inaspettata al di là della veste sporca di cenere con cui si presenta. Cenere di carbone, aggiungiamo.

Da notare che in nessuna foto sono inquadrati il Crescent o la torre Bofill. Qualcosa vorra’ pur dire. Anzi no: il Crescent lo si vede di sfuggita nella foto che illustra la bruttezza, insieme con il piazzale delle auto sotto il Priamar. Quel piazzale che, lo ricordiamo, da piano regolatore e da progetto Orsa 2000 doveva tornare alla citta’, e l’attivita’ impattante alla visuale essere trasferita altrove, se solo non ci si fosse bruciati tutte le aree per residenziale improduttivo e regalo agli speculatori.

Leggere cosa interessi, cosa attiri l’attenzione e cosa no, (e ce ne sarebbe da aggiungere… gli autori avevano poco tempo per visitare, e alla fine se ne rammaricano) quale tipo di turismo  sarebbe opportuno promuovere,  al di là di greggi di croceristi o favoleggiati ricconi improbabili, non è una sorpresa per i savonesi più accorti e amanti della propria città. Lo è, ahimé, per chi la governa.


 

Savona meriterebbe amministratori piu’ sensibili, perche’ di ricchezza da valorizzare ce n’e’, e non ce ne rendiamo conto. Anzi, non ci limitiamo a non saper incentivare e proteggere: preferibilmente ci affanniamo a stravolgere, deturpare, distruggere tutto cio’ che e’ bello, con sistematica pervicacia.

Prossimamente, bitume in porto.  Devastazione della Margonara. Effetti nefasti dell’inutile piattaforma Maersk a peggiorare lo stato dei litorali. Crescent 2 a deturpare e tombare ulteriormente la darsena.  Lungomare di palazzoni e presunte passeggiate-slalom nel cemento. Giardini dimezzati e piastrellati in nome di una “permeabilità visiva” che si sono inventati gli architetti del brutto e degli appalti un tanto al chilo.  Aurelia bis  mirabile parco dei divertimenti degli scempi e delle voragini.  E palazzi, altri palazzi, tanti palazzi, e magari, col tempo e con calma, ancora assalti alle colline come in Fort Apache.

E allora, facciamocelo dire dagli inglesi, anziché dai tanti savonesi sconfortati e affranti e inascoltati.  Nemo propheta in patria.

Di seguito il link al recentissimo articolo, di un sito turistico per escursionisti

http://easyhiker.co.uk/savona-surprise-package-of-the-italian-riviera/

e una traduzione spicciola senza pretese di accuratezza. 

Milena DebenedettiConsigliere Movimento 5 Stelle Savona

Le foto sono tratte dall’articolo originale

 

Savona, il pacco sorpresa della riviera italiana

Tutte le aree e i paesaggi meravigliosi hanno una macchia di bruttezza:  un posto dove concentrano tutti i depositi, i venditori di pneumatici e le attività impattanti di cui hanno bisogno – come tutti gli altri – ma che preferiscono tenere fuori dalla vista.

E così,  mentre le cittadine scintillanti e gli scorci più belli si tengono pronti per “il calcio d’inizio” (ossia la stagione turistica) pitturati di fresco e ingioiellati da siti antichi e architetture storiche,  Cenerentola quietamente porta avanti il lavoro di servire le sue molto più belle sorelle: bruciando i rifiuti (speriamo di no n.d.t.), trattando i liquami,  generando energia.

Sulla Riviera italiana, questa città – Cenerentola si chiama Savona.

Ammettiamolo, neppure Genova rappresenta la bellezza più scintillante, ma ha 1000 anni di storia ad abbellirla: questo è il motivo per cui interpreta la nobile regina vedova, piuttosto che la serva con la faccia sporca di cenere, con il suo passato oscurato ma anche antico,  e ogni piccolo gioiello della riviera è consapevole che, senza la protezione di Genova nel secoli lontani, avrebbe dovuto soccombere molte volte agli invasori saraceni.

Savona, al contrario, dimostra in ogni aspetto la parte di Cenerentola, almeno questo è quel che senti quando la attraversi in treno: l’orizzonte è dominato da brutti palazzi moderni (orgoglio delle nostre amministrazioni, n.d.t.), e ci sono buone possibilità che il tempo sia grigio e  nuvoloso.

Notare che, in questo periodo dell’anno, le persone sui marciapiedi della stazione sono vestite diversamente da Nizza o Sanremo,  avviluppate in quel tipo di cappotti e spessi giacconi invernali che raramente vedi più a ovest.  (E’ vero che fa più freddo ma siamo anche noi savonesi tipi  da infagottarci a ogni spiffero, da colbacco a Milano come Totò, n.d.r. )

In  effetti, noi ci siamo andati perché eravamo stati in tutte le principali città della costa, e avevamo bisogno di Savona per completare la serie, come un ragazzo che  collezioni modellini di auto e le abbia tutte eccetto, per esempio, la Bugatti 407: non ha uno specifico interesse in quel modellino, e probabilmente in altre circostanze non vorrebbe averlo, ma dato che ha tutte le altre automobiline della serie,  sente il dovere di fare uno sforzo.

Così sarebbe giusto dire che le nostre aspettative su cosa avremmo potuto trovare a Savona erano piuttosto modeste. Ma hey, dovreste saperlo, la vita è piena di sorprese!

Ecco perché diciamo che Savona è il pacco sorpresa della Riviera Italiana

 

Sarebbe ugualmente giusto sottolineare che, prima di esserci allontanati abbastanza, l’area proprio di fronte alla stazione serve a confermare le peggiori paure che uno potrebbe albergare circa il posto – lì è dove sono concentrati tutti gli edifici che costituiscono il brutto profilo d’orizzonte di Savona. (Oltreletimbro, Ammiraglie, Orti Folconi… tutto lo sviluppo e non sviluppo della città dal dopoguerra in poi, n.d.t. )

Ma una volta che si sia attraversata la moderna piazza del Popolo, le cose migliorano, e le strade sono incorniciate da una interessante miscela di vari stili architettonici del ventesimo secolo,  dalle case padronali dell’alta borghesia  in art nouveau… (palazzi bistrattati e non valorizzati e villa Zanelli, il migliore, cade a pezzi e volevano farci un hotel con residenziale a contorno e box interrati. n.d.t.)

… alla grandiosità del gesto politico dell’era Mussolini, come il palazzo di uffici dell’ Inps.

Si percepisce veramente Savona più si va verso est, in direzione della marina, e c’è parecchio da scoprire in via Paleocapa Pietro, come i soffitti dipinti dei portici… così come nelle strade laterali adiacenti. 

Da distante (dal treno), non era affatto così ovvio che anche Savona avesse  un centro storico, così giunge come una sorpresa scoprire quanto sia veramente grande quel quartiere. Per lo stile e per l’atmosfera, il centro storico di Savona  è – così come geograficamente –  più vicino a Genova che a Sanremo, e dall’atmosfera intensa (a tratti persino un po’ cupa) piuttosto che luminosa e allegra. 

 

Se uno avesse giudicato preventivamente Savona dalle immagini fuggevoli che scorrono dal treno (mi dichiaro colpevole, Vostro Onore…) potrebbe essere sorpreso di scoprire che non è in alcun modo una città moderna che sia stata costruita esclusivamente per servire i più antichi e più pregevoli dintorni.

In effetti, si viene a scoprire, la storia della città risale a molte centinaia di anni, e nel Medioevo Savona fu il principale alleato regionale dell’imperatore tedesco nel perenne conflitto col papa.

Savona ha una associazione anche architettonica di lunga data con la famiglia patrizia Della Rovere,  il cui più famoso discendente fu il papa Giulio II (interpretato da Rex Harrison e opposto al Michelangelo di Charlton Heston nel film “l’agonia e l’estasi”).

Savona ha anche la sua propria Cappella Sistina, dedicata a un altro papa della stessa famiglia, Sisto IV (che costruì l’omonima cappella vaticana, mentre “Rex Harrison”  la decorò e completò).

C’è un sacco di roba da scoprire, per dimostrare che Savona non è semplicemente un altro Hull, Port Arthur, o, con rispetto parlando, Lowestoft.

Nel corso della sua storia, la principale rivale, e da ultimo nemesi di Savona fu Genova, e nel 1528 alla fine i genovesi si adoperarono per sottomettere i loro fastidiosi e indisciplinati vicini,  distruggendo la gran parte del loro porto e degli edifici medioevali. Come segno del loro dominio, i genovesi costruirono una imponente fortezza sulle frange orientali della città vecchia, che è sopravvissuta praticamente intatta fino ai giorni nostri (fu usata come la più grande prigione militare d’Italia fino al 1903) ed è affascinante da esplorare.

La fortezza è un pezzo d’architettura veramente stupefacente, che consiste principalmente di mura fra mura fra mura, come un labirinto a siepi senza le siepi, e ti ci puoi perdere per ore. 

 

E inoltre, ai piedi delle mura, si può vedere cosa rimane dell’antica Savona che una volta sorgeva sul luogo dell’attuale fortezza: parte del convento che fu distrutto dai genovesi per far spazio alla loro struttura militare, ma in effetti questo fu anche il sito degli insediamenti molto più vecchi, risalenti al primo Medioevo e anche prima nell’antichità, costruiti, distrutti e ricostruiti in un cerchio senza fine di estinzione e rinnovamento.

All’inizio, ci chiedevamo se Savona avrebbe avuto abbastanza per intrattenerci  buona parte di un pomeriggio, alla  fine è risultato esserci troppo, davvero troppo per poterlo assimilare tutto. Questa, probabilmente, è stata la più grossa sorpresa della giornata.

Le foto son tratte dall’articolo originale…http://easyhiker.co.uk/savona-surprise-package-of-the-italian-riviera/

 

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