Casanova Lerrone

Riapre ‘La Cascina’ di Casanova  Lerrone
La scommessa della ‘cucina’ che fa attrazione

 Riapre ‘La Cascina’ di Casanova  Lerrone

La scommessa della ‘cucina’ che fa attrazione
 

 

Casanova Lerrone–  Ha riaperto i battenti il ristorante La Cascina. Era chiuso da 9 mesi. Per anni  creato e gestito dal proprietario Luciano Barbera, ex rappresentante  di commercio, attratto dalla passione di offrire un locale d’eccellenza. Piccolo paradiso dei buongustai. Era stato un successo. Non solo clienti abituali, meta prediletta per decine di sposalizi del bacino albenganese, di ogni estrazione sociale. Poi la scelta di affidarlo in gestione. E a quel punto ebbe inizio il lento, inesorabile declino. Infine la chiusura, la speranza di trovare la persona giusta a cui affidarlo.

 Da sabato scorso La Cascina ha un nuovo gestore, un professionista della ristorazione e soprattutto dell’inventiva. Domenico Garofalo, 45 anni, che si avvale della collaborazione della compagna Mariangela Crisafulli. Il ristorante, due sale, è stato completamente rinnovato. Vestito da festa. Alla serata inaugurale erano presenti 120 ospiti.

“Per me è una nuova, avvincente scommessa – esordisce Garofalo, origini calabrese, di fatto piemontese – e non ho dubbi che ne uscirò vittorioso. Come è accaduto in precedenti esperienze. Ai Bagni Doria di Albenga, nel primo anno, ero riuscito a raggiungere  i sei mila coperti. Sono cuoco autodidatta, carico di passione e di entusiasmo per il lavoro; se le cose non vanno bene  non do colpa agli altri, ma mi sforzo di capire quali sono gli errori e correre subito ai ripari. E di questo senso di autocritica faccio tesoro. Non avrei fatto un passo così importante nella mia vita se non avessi la certezza di vincere la partita. Chi mi conosce sa che non amo le mezze misure, né le sconfitte”.

Garofalo ricorda, ad esempio, di essere stato tra i primi inventori della “pizza alla nutella” e alla Cascina sta lanciando la serata (il giovedì) del “giropizza”, su prenotazione (in attesa dell’allaccio alla rete fissa si può prenotare al 3313095936), con una spesa minima di 10 euro c’è da togliersi la soddisfazione, l’assaggio di 20 tipi di pizza. Rigorosamente nel forno a legna. Altra curiosità è la serata del “girogriglia” (ogni mercoledì), costo 15 euro, si assaporano  spiedini, salciccia,  salamelle  e…carne a volontà insomma.

L’obiettivo è proporre innovazione, senza tralasciare alcuni piatti tipici piemontesi e liguri ponentini.  C’è il “fritto misto alla canavesana” perché è proprio nel canavese che Domenico si è fatto le ossa, ha imparato la passione, l’arte della cucina, i suoi segreti.

“E’ vero che c’è crisi generale – osserva Garofalo –, io penso che l’unico rimedio sia  accontentarsi di guadagnare meno, facendo in modo di avere più lavoro. Un caso pratico, se con 100 persone ho un utile netto di un euro a coperto, sarà poco, ma ho la certezza dell’incasso.

Luciano Barbera

Vado oltre. Attrarre clienti, sia quelli che non hanno  soldi da buttare via, sia quelli che amministrano con parsimonia le loro disponibilità. Ho pure deciso, tra le altre cose, di offrire un menù a dieci euro per il pranzo di mezzogiorno destinato a chi lavora, all’operaio. La sera si può, invece, degustare la pizza alla margherita a 4, 50 euro, oppure scegliere quanto propone il menù ad hoc per tutte le tasche, compresi i clienti più esigenti”.

 Domenico Garofalo  ha  un altro chiodo fisso nella sua filosofia commerciale: “Chi viene una volta non deve andare via scontento, anzi  tornerà e farà propaganda col passaparola. Dobbiamo essere attenti e premurosi nel servizio, nella qualità, nella scelta e soprattutto nel giusto prezzo. Questa zona può contare  su potenziali clienti del comprensorio, sul turismo attratto dall’entroterra, con una buona presenza di clientela straniera, tedeschi in particolare. E poi sarebbe un ottimo regalo, una ricompensa morale al fondatore della Cascina, Luciano Barbera che con orgoglio vedrà risorgere l’azienda che aveva creato da nulla. Ha un fratello, Nino Barbera, titolare dell’ottimo e prestigioso Hermitage di Villanova. Ai tempi d’oro i fratelli Barbera lavoravano in sinergia. Riuscivano ad ospitare due pranzi nuziali contemporaneamente”.

Quale sarà la maggiore attrattiva de La Cascina? Garofalo risponde: “Voglio riproporre un piatto piemontese, il bollito. Ho inoltre il girarrosto di un metro che consente di cucinare quasi interamente la bestia, mantenendo il sapore, la flagranza, la genuinità. E ancora, offrire non solo il gusto del mangiar bene e sano, ma  pure lo spunto a divertirsi. Per questo possiamo destinare una delle due sale, all’attrazione musicale, quando serve e fa piacere alla clientela”.

Per Casanova Lerrone la riapertura della Cascina rappresenta un anello, un passo avanti nel ridare vita, attrazione al paese. Creare commercio e posti di lavoro. E’ una zona di grande interesse, da valorizzare, per escursionisti ed amanti della natura. Circondata dalle frazioni, come Degna, dove si trova il santuario di Nostra Signora della Visitazione, in un anfratto della montagna.  All’interno è conservata la statua della Vergine che poggia sulla roccia viva. La tradizione vuole che sia apparsa a una contadina  sordomuta dicendole “Non spaventarti ci sono io che sono tua madre”. La giovane corse dal padre e riacquistò parola e udito. C’è frazione Marmoreo dove vive una nutrita comunità di tedeschi, cultori della conservazione delle antiche case a pietra vista. Marmoreo ha due ristoranti: La Pineta e Primo Sole. La terza frazione, Vellego, con il rinomato ristorante Pinocchio. La quarta frazione è Bassanico con la Cascina riaperta. Infine la frazione Bosco.

Internet non offre molti spunti sul fronte della ricettività per Casanova Lerrone (il sito del Comune non indica, ad esempio, i locali pubblici). Solo il ristorante Pinocchio e i due agriturismo, Il Poggio e Gli Ulivi, consentono al popolo di internet di avere informazioni e di conseguenza essere fonte di informazione, richiamo, attrazione di clienti.

R.S.

 

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